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I regolamenti e l’algoritmo cercano di limitare Ducati e BMW, ma non possono limitare il talento di Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu, che anche a Most hanno dato spettacolo e in Gara 2 hanno tenuto tutti con il fiato sospeso sino all’ultimo respiro, che è durato 27 millesimi di secondo: il vantaggio dell’italiano sul turco.
Rispetto alla scorsa stagione Toprak ha una moto meno performante e nel contempo quello che anche nel 2024 era stato il suo unico avversario, è cresciuto, ha preso coscienza della propria forza e ora riesce ad esprimere in pieno il proprio talento.
In classifica, il vantaggio di Nicolò è sceso di soli 3 punti ed ora sono 31 le lunghezze che Razgatlioglu deve recuperare. Pochi se non fosse che il prossimo round si corre proprio a casa del numero 11 della Ducati.
La rossa italiana resta la moto più performante, e l’impressione è che la BMW venga tenuta a galla solo dall’abilità di guida del campione del mondo. Come se non bastasse la Ducati ha al proprio arco molti piloti, alcuni dei quali, come Danilo Petrucci, sono dei campioni mentre, per una loro precisa scelta, a Monaco di Baviera possono contare solamente su Michael Van der Mark, bravo ma non bravissimo.
In Repubblica Ceca la Honda ha confermato i progressi evidenziati nei round precedenti, mentre su un circuito che non rientra tra quelli preferiti da Andrea Locatelli, la Yamaha ha scoperto un buon Remy Gardner. In bimota si vive ancora di alti e bassi, mentre come avevamo già scritto dopo il round di Cremona, sembra che Garrett Gerloff e la Kawasaki abbiano finalmente intrapreso la strada giusta.
Nonostante il freddo pungente, trasportato da un vento altrettanto gelido, le tribune dell’Autodromo di Most erano gremite e alla fine sono stati dichiarati 55.000 spettatori circa nei tre giorni del quinto round WorldSBK. Numeri forse un poco ottimistici come già a Cremona, ma di fatto da queste parti la Superbike crea molto interesse e la pista, anche se non è il massimo della sicurezza, consente ai piloti di dare spettacolo.
Un tracciato (e si spera anche un meteo) completamente diverso da quello di Misano, ultima occasione per i tifosi italiani di vivere il paddock e l’atmosfera della Superbike, dove le moto sono ancora moto e si respira passione vera.
Ma ecco i nostri voti ai protagonisti del round di Most:
Perde la lode (ed il triplete) per 27 millesimi, ma non si può negare che a Most il protagonista sia stato lui. Questa è la sua pista preferita, tanto che gli ha permesso di sopperire con il proprio talento ai problemi che affliggono la sua BMW. Telaio nuovo, limitazioni di benzina, nulla può fermare il fenomeno turco che è l’unico in grado di mettere in difficoltà e di battere l’altro fenomeno, quello made in Italy.
Un voto in più per il capolavoro di Gara 2, che non ci deve però far dimenticare che in Superpole e nelle altre due gare Nicolò si è dovuto arrendere a Toprak. Lui dice di non pensare al campionato, ma 31 punti di vantaggio dopo aver corso a Cremona e a Most, due piste che a lui non piacciono e che (in teoria) non si addicono alla Ducati, rappresentano una bella ipoteca sul titolo. E la prossima si corre nel salotto di casa sua.
Torna dalla Repubblica Ceca senza nemmeno un podio e perdendo anche il terzo posto in classifica. Ancora una volta non azzecca la Superpole, in gara parte indietro e si esalta in grandi rimonte, ma non va oltre il quinto posto. In Gara2 resta invischiato a centro gruppo e viene coinvolto in una caduta. Ci si potrebbe anche accontentare se non guidasse una Ducati ufficiale. Non ci siamo.
Tre terzi posti che gli valgono un altro terzo posto, quello nella classifica del mondiale. Il Danilone nazionale è come il vino e migliora invecchiando. Al momento sembra l’unico in grado di potersi inserire nella lotta tra Bulega e Toprak, magari già nel prossimo round di Misano.
Il tracciato ceco non è il massimo per la Yamaha, ma raramente lo avevamo visto così in difficoltà. Una caduta e due noni posti sono davvero poca cosa specialmente per chi come lui ha dimostrato di poter vincere. Misano arriva al momento giusto.
Riscatta un weekend negativo con un quinto posto in Gara 2, dove una volta tanto è il primo dei piloti Yamaha. Più bassi che alti per un pilota al suo terzo anno di superbike e di R1.
Due volte quarto ed una volta sesto in gara. Sembra proprio che Sam sia diventato costante e che non sbagli più come faceva una volta. Si è certamente ambientato in Superbike ed ha anche preso confidenza con la sua Panigale V4. Sfiora il podio e ci vuole il miglior Petrucci per non farcelo salire.
Questa volta lo spagnolo della Honda non sbaglia e conquista dei buoni piazzamenti. Per ora va bene così, ma ci aspettiamo che prima o poi ci dia una dimostrazione del proprio talento.
L’italiano sale sulle montagne russe e dopo il diciottesimo posto nella gara sprint (jump start e due long lap penalty) sale sino al sesto posto in Gara 2. Tribola con la nuova KB998 ma ogni tanto ci ricorda che lui ci sa fare con il gas. Non mollare Axel.
Parte bene ma finisce male anche se non per colpa sua. Quarto in Superpole ed in Gara 1, è settimo nella sprint e poi viene coinvolto nella carambola della prima curva in Gara 2 e si deve accontentare del quindicesimo posto. Non sta attraversando un periodo fortunato. Vediamo se si saprà riprendere.
Il rookie del Team Barni rivede la luce dopo il buio di Cremona. Bene in Superpole ed in Gara 1, fallisce di poco la top ten nelle gare di domenica, ma sembra abbia ripreso il cammino che lo porterà in alto. Assieme a Bassani è la speranza del nostro motociclismo in Superbike.
Il texano è un bel mastino e non mallo di un centimetro. Lavora in silenzio assieme alla sua squadra e non demorde mai. Da alcune gare sembra abbia trovato il bandolo della matassa ed i suoi risultati sono in costante progresso. L’impressione è che debba ancora dimostrare tutto quello di cui è capace.
A Most abbiamo visto qualche sprazzo della sua classe, ma non è ancora a posto fisicamente e soprattutto deve ancora comprendere come guidare la R1 versione 2025.
Centra la top ten nelle prime due gare e conquista i suoi primi punti della stagione, ma nella terza commette un errore, causa la caduta di Bautista e Vierge e viene punito con due long lap penality. L’aria di Misano gli farà bene e gli farà compiere un altro passo verso la ripresa definitiva.