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Non sarà una BMW “orfana” di Toprak Razgatlioglu. Perso il fenomeno turco l’azienda tedesca ha allestito un team altamente competitivo, con due dei piloti più forti in circolazione: Danilo Petrucci e Miguel Oliveira. Il loro talento non si discute, l’italiano ha ancora fame di vittorie e anche il portoghese ha la capacità e l’esperienza per puntare al titolo.
Problema principale? Il tempo. Pochi giorni di test (Jerez 21-22 e Portimao 28-29 gennaio) non saranno probabilmente sufficienti ai due per comprendere appieno la M1000RR e adattarla ai rispettivi stili di guida.
Nelle ultime prove svolte a Jerez i nuovi piloti BMW sono stati affiancati da Michael Van der Mark che ha testato alcune nuove soluzioni per il 2026. In tre hanno percorso oltre 400 giri senza cadute o problemi tecnici, testando sia le gomme da gara che quelle da qualifica. Un ottimo punto di partenza soprattutto se si pensa che mentre Danilo conosce già bene le Pirelli, per Miguel si è trattato della prima volta con le gomme italiane. Oltre che sulle gomme il lavoro della squadra tedesca si è concentrato sulla parte elettronica con particolare attenzione alla decelerazione della moto con l'ausilio del freno motore, ed in uscita di curva con il supporto del controllo di trazione.
Il freno motore della M1000RR può essere considerato il punto debole della moto in versione 2025, visto che spesso Razgatlioglu lo ha accusato di avergli creato problemi soprattutto in gara. Anche per questo è stato ingaggiato un nuovo elettronico: Christopher Lambert, proveniente dal Team Provec bimota (già Kawasaki).
Per quanto riguarda Oliveira ha impressionato il suo veloce adattamento a molte delle novità alle quale ha dovuto far fronte, gomme comprese. Un pilota di indubbio valore, tanto che era stato la prima scelta della Ducati per sostituire Alvaro Bautista. Ricevuta la proposta della casa italiana il portoghese ha chiesto tempo, andando oltre i limiti richiesti. Per questo motivo a Borgo Panigale hanno dirottato su Iker Lecuona.
Parlando invece di Petrucci, le poche parole che abbiamo “clandestinamente” scambiato con lui dopo i test di fine novembre (per un’assurda decisione di Ducati Danilo non può parlare con i media sino al 1 gennaio 2026) ci hanno fatto comprendere come la moto tedesca sia completamente diversa dalla Panigale V4 e come il ternano stia lavorando per modificare la propria guida in modo da poterne sfruttare le grandi potenzialità. Riassumendo in poche parole il “Petrucci pensiero” potremmo dire che la moto italiana prediliga una guida fluida e la percorrenza di curva, mentre quella tedesca sia invece più nervosa e richieda una guida stop and go, tanto che Danilo ha fatto inizialmente fatica ad adattarsi alla potente frenata della moto bavarese. E’ evidente come entrambe le moto rispecchio lo stile di guida di quelli che nel 2025 sono stati i loro piloti di punta: Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu.
“Per quanto ci riguarda la cosa non è stata voluta – ci ha confidato a Losanna il direttore tecnico di BMW Motorrad Christian Gonschor – ma possiamo dire che le caratteristiche della nostra moto si sono sposate alla perfezione con la guida di Toprak”.
Dopo i test di Jerez a che punto sono i vostri piloti?
“Abbiamo bisogno di tempo. Petrucci viene da una moto completamente diversa, sia per quanto riguarda la ciclista che l’elettronica e deve trovare quegli automatismi che aveva sulla Panigale. Oliveira ha cambiato “mondo” e si sta ancora confrontando con i nostri tecnici”.
Siete preoccupati?
“No, siamo molto fiduciosi. Hanno entrambi un ottimo metodo di lavoro e sono dei grandi professionisti. Hanno solo bisogno di stare più tempo possibile in moto e di continuare il lavoro iniziato a novembre”.
Basteranno 4 giorni di test (2 a Jerez e 2 a Portimao) per essere competitivi in Australia?
“Non penso possano bastare. A Phillip Island cercheremo come sempre di puntare in alto, ma personalmente vedo il primo round come il nostro ultimo test invernale, per poi essere competitivi quando il campionato tornerà in Europa”.
Pensando ad Oliveira non sempre i piloti provenienti dalla MotoGP si sono saputi adattare alla Superbike, soprattutto quando la ritenevano una soluzione di ripiego. Non temete che possa essere così anche per Miguel?
“Ti devo confidare che ci ho pensato, e che per questo nel primo incontro che ho avuto con lui ho cercato di comprendere con quale spirito si stesse avvicinando alla Superbike. Dopo avergli parlato ed averlo conosciuto posso dire che non corriamo questo rischio. Miguel sa cosa lo aspetta, sa quale sia il livello della Superbike attuale e che non sarà per niente facile raggiungere gli obiettivi che sia lui che noi ci prefiggiamo”.