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Se escludiamo il round di Assen dove la pioggia e i problemi della Panigale V4 hanno mischiato le carte, negli altri tre round abbiamo assistito ad altrettanti “triplete”. Due volte Nicolò Bulega (Australia ed Italia) ed una Toprak Razgatlioglu (Portogallo).
La recente tappa italiana fa pendere l’ago della bilancia verso il pilota Ducati non solo per il punteggio in classifica (+34), perché se Phillip Island è la sua pista preferita, Portimao è quella più amata dal turco, ma come lo stesso Nicolò ha ammesso, vincere a Cremona non era in programma, ne tantomeno completare un fantastico en plein visto che il tracciato lombardo, almeno sulla carta, non gli piace ed era invece considerato favorevole allo stile di guida del pilota della BMW.
Siamo solo al quarto round, un terzo del campionato, ma l’impressione è che a Cremona Bulega abbia fatto un grande passo avanti verso il titolo 2025. Se poi lo strapotere del romagnolo dovesse confermarsi a Most tra due settimane, su una pista simile a quella italiana dove lo scorso anno ha dominato Razgatlioglu, allora si dovrebbe iniziare a parlare di un campionato decisamente indirizzato verso Borgo Panigale.
Parlando di moto, i problemi (che poi erano uno solo) di Assen sono ormai un lontano ricordo per la V4 che anche nella pianura Padana si è confermata la moto migliore del lotto. Per quanto riguarda invece la moto tedesca è evidente che non ci troviamo più davanti allo schiacciasassi visto nella passata stagione. Il nuovo telaio ha certamente ingarbugliato le carte ed ha reso ancora più evidenti i problemi di gioventù della versione 2025 della M 1000 RR.
Ancora facciamo fatica a crederci, ma per la Honda sembra proprio che sia la volta buona. Xavi Vierge e Iker Lecuona (quando non si stende) lottano nelle posizioni alte della classifica in quasi tutte le piste e i tifosi della casa alata iniziano a pensare cosa potrebbe fare la CBR 1000 RR nelle mani di un fuoriclasse. Ogni riferimento alle voci che vogliono Toprak in Honda SBK nel 2026 è puramente voluto.
L’Olanda non è un lontano ricordo solo per i problemi della Panigale, ma anche per la Yamaha che lontana dai veloci curvoni olandesi è tornata a faticare a centro gruppo, e neppure Locatelli, l’eroe di Assen, è riuscito a tenere alta la bandiera azzurra dei tre diapason.
Momenti difficili per chi utilizza il motore Kawasaki. Più bassi che alti per le due bimota, mentre pilota e team di Puccetti si stanno lentamente avvicinando alle posizioni che si aspettavano di ottenere ad inizio stagione.
Il Cremona Circuit ha ottimisticamente dichiarato 43.000 spettatori nei tre giorni, ma ahimé, nonostante tre giornate di sole, le tribune non presentavano il bellissimo colpo d’occhio dello scorso anno. C’è qualcosa da rivedere.
Ma ecco i nostri voti ai protagonisti della tre giorni lombarda:
Gioco partita e incontro. Ha vinto tutto e il pubblico si è divertito solo nei primi giri delle gare lunghe, dopo di che il dominio del giovane pilota della Ducati è stato imbarazzante. Corre in scioltezza e non sembra nemmeno fare fatica. E dire che questa pista non gli piace…
Ha provato in tutti i modi a rendere la vita difficile a Bulega, mostrandogli anche i denti nei primi giri delle gare lunghe, però il turco sapeva di non essere a posto con la sua BMW e che avrebbe perso il confronto alla distanza. Ci ha comunque provato sino a quando moto e gomme glielo hanno permesso, confermandosi un grande talento. Facciamo una petizione per ridargli il telaio 2024 e goderci sfide stellari tra lui e Bulega?
Lo spagnolo fa il suo compitino alla perfezione. Cade solo il venerdì ma poi in gara non sbaglia niente. E’ il primo degli “umani” ed il pericolo e che la terza piazza diventi la sua comfort zone. Animo Alvaro!
Illude tutti con una buona Superpole e con un sesto posto in Gara 1 ma poi resta indietro nella sprint, e in Gara 2 si becca altri due long lap penalty (come a Portimao) per una (dubbia) partenza anticipata. Chi sperava che sulla pista amica di Cremona Iannone potesse riperdere il discorso con il podio iniziato a Phillip Island, è rimasto deluso. Lui è sempre convinto dei suoi mezzi, ma in molti iniziano invece a dubitarne. E in classifica è stato superato anche da Sam Lowes, che è più privato di lui. Nobile decaduto?
Weekend da incorniciare per il pilota della Honda che si mette in luce nel gruppo degli inseguitori. Tanta grinta e pochi errori per questo spagnolo spesso sottovalutato. La moto sembra aver trovato una buona competitività e lui la sfrutta il più possibile. Meriterebbe un podio.
Corre col cuore, esaltato dal poter finalmente disporre di una moto performante, ma rovina tutto con due scivolate che confermano la sua propensione all’errore. Se trovasse continuità si confermerebbe una delle promesse del WorldSBK.
Mezzo voto in più per l’impegno e per aver portato al traguardo la sua Yamaha in Gara 1, nonostante una caduta. Uno come lui che si trova bene ad Assen non può amare il kartodromo di Cremona. Lui ci mette il solito impegno, ma quando supera i limiti della R1 va in terra. Può solo portare a casa dei buoni piazzamenti e ci riesce.
L’ex Re di Cremona paga a caro prezzo una Superpole difficile e conclusa al tredicesimo posto. Partire indietro su questa pista rende tutto molto difficile, ma lui si rimbocca le maniche e viene premiato con un quarto posto nella gara lunga della domenica. Ma non basta. Most arriva a proposito per la sua voglia di rivalsa.
Dopo un anno di apprendistato l’inglese sta dimostrando di essere veloce e raccoglie ottimi risultati anche a Cremona. Secondo in Superpole, si avvicina al podio nelle gare di domenica. Si conferma outsider di lusso.
Se la BMW mette in difficoltà Toprak figuriamoci che effetto può avere sull’olandese al quale però non si può negare un grande impegno. Entra a fatica in top ten in tutte le gare, ma se vuole ottenere la conferma dalla casa tedesca deve fare di più.
Dov’è finito l’arrembante privato di Phillip Island? Lo stravagante pilota inglese non riesce più ad emergere dall’anonimato, nemmeno su una pista “english style” come quella di Cremona.
Weekend da dimenticare per il pilota della Bimota che torna a casa con pochi punti e pochissime certezze riguardanti la sua KB998. Per una moto nuova gli alti bassi sono la prassi, ma ora deve riprendersi in fretta. Per fortuna si va a Most, una pista che gli piace.
Purtroppo Yari non ha potuto raggiungere Cremona ed ha mandato suo cugino, che è comunque riuscito a conquistare due punti. Una battuta a vuoto ci può stare. Una.
Ha il grosso alibi di una moto da sviluppare e con un motore che non lo aiuta, ma dovrebbe far valere la sua esperienza ed entrare almeno nella top ten.
Bene in Superpole e in Gara 1, ma la domenica si spegne lentamente e centra a fatica la top ten. Diciamo che non è un pilota che esalti le folle…
La sua crisi non accenna a diminuire. Ha fatto grandi cose in altre categorie. Non in Superbike. E’ il primo candidato a lasciare il posto a Stefano Manzi nel 2026.
A chi pensa che sia un pilota finito, lui risponde correndo tutto il weekend con forti dolori al piede fratturato in Australia e lottando nelle retrovie come l’ultimo dei privati. Avrebbe potuto restarsene a casa per rientrare quando stava bene, ma la sua voglia di correre è ancora grande. Grazie Jonny.