SBK. Il 2025 va in archivio, ed ecco cosa ci attende nel 2026

SBK. Il 2025 va in archivio, ed ecco cosa ci attende nel 2026
Nel 2025 Razgatlioglu e Bulega hanno annientato i loro avversari, ma cosa succederà nel 2026 senza il fenomeno turco? Quanti e quali saranno gli avversari più temibili per Nicolò e per la Ducati?
30 dicembre 2025

Il Campionato mondiale Superbike 2025 verrà ricordato per la lotta per il titolo tra i due campioni Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu, due piloti il cui valore verrà realmente ed universalmente riconosciuto nel 2027, quando la loro sfida è destinata a ripetersi in MotoGP. Solo allora probabilmente tutti si renderanno conto di quale magnifica sfida abbiamo vissuto in questa stagione.

E’ stato l’ultimo (?) titolo mondiale Superbike del fenomeno turco prima del suo passaggio al mondiale prototipi, ma è stata anche la stagione della definitiva consacrazione di Bulega.

Il turco ha vinto grazie ad un filotto di tredici vittorie consecutive, da Misano ad Aragon, riprendendosi dopo un inizio difficile nel quale era sembrato fosse Bulega il favorito per il titolo. Nicolò da parte sua non ha potuto sfruttare completamente il suo momento favorevole a causa di due problemi tecnici dei quali è stato vittima nel round di Assen, che gli hanno impedito di allungare decisamente sul suo rivale, che alla fine ha prevalso per tredici punti, senza dubbio meno di quanto il pilota della Ducati avrebbe potuto conquistare senza i guasti che hanno fermato la sua Panigale in Olanda.

Ma con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, e sull’albo d’oro del trentottesimo campionato mondiale Superbike compaiono il nome di Toprak Razgatlioglu e della BMW. La casa tedesca è al suo secondo titolo mondiale e questa volta senza le tanto criticate concessioni, un fattore che dona ancora più valore alla vittoria della casa bavarese, che a due settimane dall’inizio del campionato ha dovuto fare a meno del telaio che aveva utilizzato nei test invernali. I tecnici tedeschi si sono rimboccati le maniche ed in pochi mesi hanno colmato il divario con la Ducati, la cui Panigale V4 non è progredita, e si è fatta raggiungere e superare dalla M1000RR.

I due dominatori hanno escluso dalla lotta per il titolo tutti gli altri piloti, inducendo molti a dubitare dell’effettivo valore degli avversari dell’italiano e del turco. In realtà non sono stati gli altri ad esprimersi sotto le aspettative, ma sono stati Toprak e Nicolò ad andare oltre, tanto da vincere tutte le gare, ad esclusione di Gara2 ad Assen, quando a tagliare per primo il traguardo è stato Andrea Locatelli. Razgatlioglu ha vinto 21 gare ed è salito 31 volte sul podio, contro i 14 successi ed i 32 podi di Bulega. Dietro di loro, oltre al già citato Locatelli che ha collezionato in tutto 4 podi, è stato il veterano Alvaro Bautista ad ottenere ben 21 podi, seguito da Petrucci con 7, Sam Lowes con 5, Alex Lowes con 4, Andrea Iannone con 3 e Remy Gardner con 1. Nella generale Bautista ha chiuso terzo, davanti a Locatelli, Petrucci e Alex Lowes.

E’ stato anche l’anno nel quale Jonathan Rea ha annunciato il proprio ritiro, lasciando un vuoto incolmabile, visto che il nordirlandese è stato il pilota più vincente nella storia del WorldSBK.

Con queste cifre salutiamo il 2025, ma cosa ci dobbiamo aspettare dell’anno che sta per iniziare?

Gli schieramenti

La griglia di partenza 2026 della classe regina delle derivate è molto diversa da quella della passata stagione. A eccezione della squadra bimota, tutte le altre squadre che schierano due piloti ne hanno cambiato almeno uno, mentre tra quelle con un solo pilota ci sono due novità.

Al momento, incluso il (per ora?) fantomatico team di Andrea Iannone, sono solo 21 i piloti al via contro i 23 dell’anno passato. Questo a causa della mancata iscrizione del Petronas MIE Honda Racing Team, che si è sciolto a causa dei problemi di salute della proprietaria e fondatrice Midori Moriwaki.

Il Team campione del mondo ha cambiato entrambi i propri piloti, ingaggiando i due ex MotoGP: Danilo Petrucci e Miguel Oliveira, mentre il Team Aruba.it Racing Ducati ha sostituito Alvaro Bautista con la speranza spagnola Iker lecuona.

Facce nuove anche nel Team Honda HRC con Somkat Chantra e Jake Dixon che hanno preso il posto del già citato Lecuona e di Xavi Vierge. Quest’ultimo ha preso il posto di Jonathan Rea nel Team ufficiale Yamaha, mentre restando nell’ambito della casa dei tre diapason, il Team GRT ha promosso in SBK il talentuoso Stefano Manzi, mentre il Motoxracing ha puntato sui giovani affiancando la speranza azzurra Mattia Rato al confermato Bahattin Sofuoglu. Stessa scelta per il Team Motocorsa Racing, che affiderà la sua Panigale al ventunenne Alberto Surra, mentre GoEleven ha chiuso la parentesi Iannone riportando in Superbike il ventinovenne Lorenzo Baldassarri.

Il Barni Spark Racing Team ha puntato tutto su Alvaro Bautista
, mentre il Team Marc VDS, MGM Bonovo Racing ed il Kawasaki Racing Team hanno confermato rispettivamente Alex Lowes, Tarran Mackenzie e Garrett Gerloff.

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Le previsioni

Senza Razgatlioglu è ovvio che tutti i favori del pronostico vadano a Nicolò Bulega, ma siamo certi che la punta di diamante della Ducati non avrà vita facile. Nicolò è certamente un campione, ma avrà tanti avversari con i quali misurarsi, ad iniziare dal suo compagno di squadra Iker Lecuona. Lo spagnolo, che il 6 gennaio compirà 26 anni, ha la grande possibilità di passare da “eterna promessa” a campione affermato. Finora è stata la Honda a credere nell’ex pilota della Moto2, tanto da schierarlo non solo in SBK ma anche in MotoGP, ma ad oggi Lecuona non ha ancora vinto una sola gara, in nessuno dei campionati ai quali ha partecipato, e in SBK ha conquistato solo due podi ed una pole position. Certo la CBR non era la moto migliore del lotto, ma sulla nuova Panigale non avrà più alibi.

Come abbiamo scritto in precedenza la BMW avrà bisogno di tempo per adattare i nuovi piloti alla M1000R e viceversa, ma non dimentichiamoci che anche la Ducati schiererà una moto completamente nuova. Sulla carta la Panigale V4 2026 è la moto da battere ma, come hanno ribadito sia Bulega che Bautista, essendo diversa da quella precedente bisognerà che i piloti riescano a capirla ed a sfruttarne tutto il potenziale.

Tornando alla casa tedesca il lavoro che attende Petrucci e soprattutto per Oliveira è molto e molto probabilmente i due saranno realmente competitivi solo a iniziare dal primo round europeo a Portimao, ma il potenziale di entrambi è notevole, così come quello della squadra ufficiale del colosso tedesco, che schiera un mix di talento ed esperienza e si candida come antagonista principe del favorito Bulega.

I team ufficiali BMW e Ducati ancora davanti a tutti, e gli altri?

Nell’ambiente familiare del Barni Spark Racing Team riteniamo che Alvaro Bautista si possa confermare ai vertici, ma anche per lui c’è l’incognita di una moto nuova, sulla quale dovrà tra l’altro comprendere dove applicare i famosi ed assurdi sei/sette chilogrammi di penalità. Stagione decisiva anche per Yari Montella che deve mettere a frutto l’esperienza (e gli errori) del 2025.

Un altro passo avanti porterebbe Sam Lowes ed il team Marc VDS a ridosso dei primi in ogni gara, ma l’inglese dovrà essere meno incline all’errore. Restando in casa Ducati siamo curiosi di vedere cosa potrà fare il debuttante Surra con la squadra di Lorenzo Mauri, che spera di ripetere quanto fece a suo tempo con Axel Bassani.

Per il veneto della bimota il 2026 sarà un anno molto importante, da “dentro o fuori”. Ormai l’apprendistato con la KB998 si deve ritenere concluso, e ora da lui tutti si aspettano dei risultati. Siamo certi che tutta la squadra bimota sarà molto più competitiva così come la moto italo/giapponese e che si avvicinerà più costantemente al podio.

Ci aspettiamo dei progressi anche da parte del Team Kawasaki che ha cambiato alcuni tecnici ed ha disposizione una nuova Ninja. Alla squadra di Puccetti avrebbe fatto bene un secondo pilota, sia per sviluppare più velocemente la nuova moto che per avere dei dati diversi da confrontare con quelli del valido Gerloff, ma ad Akashi hanno preferito raddoppiare il team della Supersport.

Parlando di moto nessuna novità invece in casa Yamaha, che punta sul talento consolidato di Locatelli e sulla voglia di emergere di Vierge e Manzi, due piloti da tenere d’occhio. Tutto da scoprire il Team Motoxracing che è davvero giovanissimo visto che sommando l’età di Rato e di Sofuoglu si ottiene quella di Bautista. Dopo il “ciclone” Iannone, la squadra della famiglia Ramello cerca certezze e risultati, puntando tutto su Lorenzo Baldassarri. Sulle sue spalle una grande responsabilità, ma anche l’opportunità di dare una svolta importante alla propria carriera.

Siamo contenti che. risolti i problemi economici, il team MGM Bonovo si ripresenti in griglia con la nuova Panigale V4 affidata allo scozzese Mackenzie, che nel finale della scorsa stagione ha fatto vedere buone cose.

Squadra che non vince si cambia ed è quanto è (finalmente) avvenuto in casa Honda. I risultati non sono mai arrivati non certo per colpa dei precedenti piloti, ma soprattutto a causa della direzione tecnica che non a caso è stata cambiata. Inizialmente non sarà certo facile per la nuova dirigenza e per i due piloti, che sono al debutto nella categoria, ma ad aiutare il lavoro del team Honda HRC ci sarà Jonathan Rea. Con la sua esperienza e la sua voglia di vincere, il sei volte campione del mondo potrebbe fare da collante tra piloti e tecnici, e scoprire quale sia il male oscuro di una moto con un grande potenziale mai espresso.

Ci sarà anche Iannone?

Abbiamo lasciato per ultimo il team Cainam di Iannone in quanto al momento di questa squadra si conoscono solo il nome ed il pilota. A due mesi circa dall’inizio del campionato non è dato sapere quale sarà lo staff tecnico, che (si vocifera) potrebbe avere come direttore tecnico l’esperto Giovanni Sandi.

Secondo le ultime notizie sembra che manchi ancora la totale copertura economica, ma di certo nelle prime gare mancherà anche la moto, visto che l’ordine alla Ducati della nuova Panigale è arrivato fuori tempo massimo. Se il progetto verrà confermato, la moto sarà disponibile solo per il terzo round di Assen.

Tutto molto fumoso ed approssimativo, ma quello che maggiormente stupisce è che Iannone, che si è sempre lamentato del Team GoEleven, definendolo “un piccolo team privato” e che ha spesso affermato di non voler più “pagare per correre” abbia invece fatto repentinamente marcia indietro, investendo di persona in una squadra che si preannuncia ancora più “piccola e privata” di quella della famiglia Ramello.