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L’immagine del pilota acciaccato che non demorde, e contro i favori del pronostico riesce a vincere, è una delle fotografie più belle che il motociclismo possa regalare. E proprio oggi abbiamo avuto la grande fortuna di assistere a una di queste bellissime storie, perché un Nicolo Bulega ancora dolorante è riuscito nell’impresa di piegare un altrettanto straordinario Toprak Razgatlioglu su una pista che non rientra di certo tra le sue preferite.
I due ci hanno consegnato un duello entusiasmante, fatto di strategia e sorpassi, in cui Bulega ha trionfato mostrando l’indole del campione che incassa il colpo e poi trova dentro di sé la forza di reagire ed imporsi, avendo la meglio anche sulle circostanze che non lo davano come vincitore. La battaglia a non finire tra un fuoriclasse ancora dolorante ed un campione del mondo che riesce a guidare sopra i limiti di una moto non perfetta tecnicamente, costituiscono la vera essenza del motociclismo.
Hai vinto una gara straordinaria in volata. Come ti senti?
“Penso che sia una delle gare più belle da quando sono in Superbike. Questa vittoria rappresenta il culmine di un week end fatto di alti e bassi, che non è cominciato nel migliore dei modi per via della brutta caduta di venerdì nelle FP1. In generale Toprak era più veloce di me, ma io ho dato tutto me stesso in ogni singolo giro per provare a limitare la sua superiorità, spremendomi al 150%. Alla fine ce l’ho fatta. Che felicità!”
Ci puoi dire come hai vissuto le ultime e concitate fasi della corsa?
“Quando ho capito di essere più veloce di lui in alcuni tratti della pista, mi sono messo in testa di provare a superarlo, anche se non era per niente semplice perché Razgatlioglu frena sempre molto forte ed io invece ero al limite. Oggi però la mia moto era migliore rispetto a ieri e anche io riuscivo a guidare in maniera più naturale, quindi sono riuscito a perdere meno terreno da lui. Così ho potuto studiarlo negli ultimi due giri, senza però fargli capire dove avrei provato a superarlo. All’ultima tornata ho dato il 300%, mi sono detto ‘O la va, o la spacca’. È stato davvero incredibile”.
Ad un certo punto avevi addirittura un secondo di ritardo da Toprak e la nostra percezione era che non potessi più recuperare. Tu invece hai sempre saputo di farcela?
“Ho dato il 150% ad ogni giro, spingendo al massimo, proprio perché lui era più veloce di me in generale, però io non volevo arrendermi. Ho cercato di capire in quali tratti della pista guadagnasse terreno per restargli più vicino possibile e mettergli pressione”.
Hai ancora dolore dopo la spaventosa scivolata di venerdì?
“Sì, soprattutto al ginocchio sinistro e al piede destro. Però poteva andare decisamente peggio, quindi mi ritengo molto fortunato. La ritengo la caduta più brutta di tutta la mia carriera in SBK, perché appena ho toccato terra ho sentito immediatamente un dolore molto forte e quando succede questo non è mai una cosa positiva”
Questi acciacchi ti hanno costretto a spostare la tua moto prevalentemente con la forza delle braccia.
“Sì, infatti ero esausto già dopo 5 giri. Ma oggi mi sentivo meglio, il dolore era minore, di conseguenza ho potuto fare più affidamento sulla forza delle mie gambe rispetto a ieri”
Un italiano, tu, comanda la classifica mondiale, ma i media italiani che seguono la SBK in pista sono due o tre al massimo. Pensi che la stampa italiana dovrebbe riservare più attenzione a questo campionato?
“Secondo me la SBK meriterebbe un grande show in TV, perché vi corrono piloti molto forti e l’organizzazione sta facendo un grande lavoro. Sarebbe bello se ci fossero i pit reporters, magari di qualche media italiano”.