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Quello di Donington Park è stato un trionfo annunciato per Toprak Razgatlioglu non solo perché quella inglese è la sua pista preferita, ma anche perché la sua BMW è tornata competitiva e il fenomeno turco si è messo in testa di lasciare la casa tedesca regalandogli un altro titolo mondiale. Di fronte a due colossi come Toprak e la BMW Nicolò Bulega e la Ducati hanno dovuto alzare bandiera bianca. L’italiano è stato bravo a limitare le perdite, ma per vincere il suo primo titolo SBK Bulega avrà bisogno di una Ducati più competitiva.
Alti e bassi in casa Yamaha, che come sempre si deve aggrappare ad Andrea Locatelli, anche se in casa sua Jonathan Rea è finalmente tornato a respirare l’aria delle zone alte della classifica.
La bimota ha perso subito il pilota che avrebbe potuto regalargli delle soddisfazioni, mentre preoccupano le prestazioni di Axel Bassani, mai così in basso.
Le note positive vengono dalla Kawasaki, con il team di Manuel Puccetti che per metà campionato ha lavorato a luci spente per rendere competitiva la Ninja ed adattarla alla guida del suo unico pilota ed inizia a raccogliere i frutti del proprio impegno.
Si infittisce il mistero Honda, che quando sembra poter finalmente uscire dall’anonimato ripiomba nelle difficoltà, annaspando nelle zone meno nobili della classifica. Cosa si aspetta a dare un colpo di spugna e a tentare delle nuove soluzioni in grado di sfruttare l’impegno della casa produttrice più grande al mondo?
Mentre la stagione vice uno dei suoi momenti più importanti i regolamenti continuano a cercare di mettere i bastoni tra le ruote a Ducati e BMW con continue limitazioni che oltre non hanno ragione di essere e che iniziano a diventare ridicole. Da questo round è stata anche penalizzata con 5 kg in più la Yamaha R9 che ha risposto vincendo entrambe le gare inglesi con due piloti diversi.
Il mondiale femminile cresce, ma parla solo spagnolo, con una sfida a tre che lo sta rendendo interessante, in attesa che qualche brava pilota nasca lontano dalla terra iberica.
Ecco i nostri voti ai protagonisti del week end d’oltremanica:
Abbiamo esaurito gli aggettivi per questo fenomeno che in Inghilterra ha vinto tutto, Superpole compresa. Come re Mida il turco rende oro tutto quello che tocca e la sua BMW è tornata a risplendere e a mostrare agli avversari solo il suo codone. Dopo aver firmato il biennale con la Yamaha MotoGP Toprak ha un solo obiettivo: ringraziare la BMW con un secondo titolo mondiale. E quando si mette in testa qualcosa… Impressionante.
Quando sei martello batti e quando sei incudine statti. Il giovane pilota della Ducati ha fatto proprio questo detto popolare, ma il fuoco arde sotto la cenere, perché Nicolò non ci sta a perdere senza poter reagire. Lui sa di poter lottare con Toprak, se la sua Panigale glielo consentisse, e cercherà di farlo sino alla fine.
Il “solito” Bautista che non riesce a far bene in Superpole e poi in gara è costretto a rincorrere. La fortuna gli gira le spalle in Gara1, ma riesce a rifarsi con il podio nella gara lunga della domenica. Peso o non peso lui è uno dei protagonisti. Sarebbe un vero peccato perderlo.
Il podio del sabato ci aveva illusi di poterlo vedere in alto anche la domenica. Invece Danilone ha lottato con la solita grinta, ma nel gruppo degli inseguitori.
E’ sempre il primo dei piloti Yamaha e mi piacerebbe tanto vederlo su un’altra moto, magari più competitiva della vetusta R1. E’ un vero martello e non molla di un centimetro, sfiorando due volte il podio.
L’aria di casa gli fa bene e lo si rivede finalmente tra quelli davanti, anche è ormai assodato che la Yamaha non è la moto che fa per lui. Un problema ai freni gli tarpa le ali in Gara2.
La BMW pensa di riconfermarlo ma lui fa di tutto per fargli cambiare idea - Anche grazie ad una buona dose di sfiga.
Non ha potuto andare in Inghilterra e ha mandato suo cugino. Troppo brutto per essere vero. Torna da Donington senza nemmeno un punto, proprio in un periodo nel quale la bimota sempre essere diventata competitiva.
Alti e bassi per il privato della Ducati che conquista un podio e cade due volte, anche se la prima non per colpa sua. Un talento espresso a singhiozzo, ma che mostra un buon potenziale. Merito anche del team.
Un voto alto non solo per quello che ha fatto vedere in questo fine settimana, ma anche per averci sempre creduto ed aver lavorato in silenzio e a testa bassa anche quando le cose non andavano bene. E non ha ancora espresso tutto il suo potenziale.
Un week end in crescendo, iniziato con un quattordicesimo posto in Superpole e concluso con un settimo posto in Gara2. Risultati accettabili per una comparsa, non per un ex MotoGP. Ci crede ancora?
Sente aria di licenziamento e allora ce la mette tutta, ma non va oltre qualche piazzamento. Capolinea.
Fatica ad entrare in top ten. La Yamaha non è un missile ma lui non ci prova nemmeno. Abulico.
Davanti al suo pubblico si impegna al massimo, mostrando però qualche limite. Commovente il suo impegno e l’affetto della sua squadra, che si stringe sempre attorno a lui. Provaci ancora Ryan!
Se non altro ci ha provato. L’estroso pilota inglese non passa mai inosservato e sul suo tracciato di casa riesce a mettersi in luce, conquistando anche un sesto posto in Gara1. Un pilota da BSB.
Che casino. Era partito bene con un ottavo posto in Superpole, ma poi la caduta in Gara1 ha rovinato tutto. Reset and restart.