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Al di là delle polemiche (e assurde) dichiarazioni post gara di Toprak Razgatlioglu, il penultimo round del WorldSBK 2025 è vissuto sull’ennesima lotta tra lo stesso turco e Nicolò Bulega, due piloti talentuosi e di carattere.
Toprak e la BMW hanno dominato la Superpole, Gara1 e la Superpole Race, ma proprio quando sembrava che tutto fosse ormai finito ecco l’ennesimo colpo di coda dell’italiano della Ducati, che ha vinto con margine Gara2. Quando manca un solo round al termine e i punti a disposizione sono 62, il vantaggio a favore di Razgatlioglu (39) dovrebbe metterlo al riparo da ogni sorpresa, ma siccome parliamo di motociclismo bisogna sempre attendere l’ultima bandiera a scacchi.
BMW e Ducati sopra tutti, ma sul tortuoso tracciato old style alle porte di Lisbona anche la Yamaha ha mostrato di poter stare con loro, anche perché è passata quasi inosservata la concessione alle R1 di +0,5 kg/h di benzina, un piccolo aiuto che diventa meno piccolo se pensiamo che le Panigale V4 e le due M1000RR sono invece state per ben tre volte limitate in tal senso.
La bimota conferma l’avanzamento del progetto di sviluppo della KB998. Alex Lowes è quasi sempre ai vertici ma anche Axel Bassani sembra aver trovato la giusta direzione.
Difficile comprendere la situazione e gli eventuali progressi della Honda che si deve aggrappare ad un solo pilota: Xavi Vierge. Iker Lecuona è ancora convalescente e gli altri piloti della CBR 1000 RR-R affollano le ultime posizioni in ogni gara.
L’unica Kawasaki in pista quella di Garrett Gerloff aveva iniziato la stagione con qualche difficoltà per poi mostrare notevoli segnali di miglioramento a metà del campionato, ma come lo stesso pilota texano dichiara spesso, la Ninja sembra sia regredita e comunque lontana da un’importante competitività.
Vivera un round SBK nell’autodromo dell’Estoril significa fare un viaggio indietro nel tempo con strutture degli anni 70-80, ma la pista è in alcuni tratti spettacolare e non mostra particolari criticità legate alla sicurezza. Meriterebbe una bella “rinfrescata”.
Tra pochi giorni si replica a Jerez, dove domenica si chiuderà il campionato 2025 e martedì si aprirà quello 2026 con molti piloti che nei test proveranno le loro nuove moto.
Intanto ecco i nostri voti ai protagonisti del round portoghese:
Ha vinto solo una gara ma è stata quella più importante in quanto una vittoria del rivale turco avrebbe probabilmente spento anche quella tenue fiammella che ancora brilla nell’animo di Nicolò che non sa dosa voglia dire rassegnarsi. Il romagnolo non si lamenta mai, ma da mercoledì in poi è stato debilitato da un virus che lo ha costretto a stringere i denti per una vittoria che vale doppio. Aspettiamo di vedere cosa succederà a Jerez, ma se il titolo non arriverà a Bologna non sarà certo per colpa sua.
Il voto vale soltanto per quanto il turco ha fatto vedere in pista, dove ha impressionato in Superpole ed ha dominato le prime due gare. Vedere da lontano gli scarichi della Ducati numero 11 gli ha fatto perdere la testa durante e dopo Gara2, ma il suo vantaggio gli consentirà comunque di gestire l’ultimo round di Jerez, per un titolo che sarebbe comunque meritato.
Sfruttando una (finalmente) ottima Superpole, Alvaro si conferma la reale terza forza del campionato con tre terzi posti, anche se ancora una volta, zavorra o meno, non si intromette mai nella lotta tra i due dominatori. Questo fa piacere a Toprak, un po meno a Bulega ed alla Ducati, ma lo spagnolo sta indubbiamente dando il massimo e non si può chiedergli di più.
Non brilla in Superpole dove è solo ottavo, ma poi in gara si mette in luce alla distanza, senza sbagliare niente e portando a casa due quarti ed un quinto posto. Grazie alla conformazione della pista e ad un poco di benzina in più, la R1 sembra meno lontana dalle prime della classe e lui ne approfitta subito. Avrebbe meritato qualcosa in più.
Un buon week end nel quale l’inglese è sempre stato nel gruppo degli inseguitori. Peccato per la banale scivolata nella gara sprint che ci ha ricordato che a volte rischia troppo, ma in effetti ha poco da perdere fino a che la sua bimota non avrà un motore all’altezza.
Era sparito dai radar e sembrava in crisi, ma si è saputo riprendere. Soffre più del previsto lo sviluppo della nuova moto (non è certo un collaudatore) A Lisbona è stato spesso in fondo al gruppo, ma ha mostrato costanza ed impegno. Verranno momenti migliori.
Con Lecuona ancora convalescente lo spagnolo è l’unico (vero) pilota Honda in pista e quindi dai suoi ottimi risultati non si capisce se e quanto la sua moto sia cresciuta o se invece è solo tutta farina del suo sacco. Propendo per la seconda ipotesi e mi congratulo con la Yamaha che lo ha voluto con sé. Sottostimato.
Probabilmente il dolce Remy mostra il reale valore della YZF-R1 visto che è indietro sui tracciati sfavorevoli e mette la testa fuori quando la pista si adatta meglio alle caratteristiche della sua moto. Proprio come è successo in Portogallo, dove ha fatto bene il suo compitino: Ma non ci mette mai niente del suo.
Riesce a domare una moto con la quale il feeling non è mai nato, ma lui è un campione e riesce comunque a stare con i primi. Cade nella gara sprint, come succede ogni volta che Jonny non si accontenta e vorrebbe mordere il freno. E ora andiamo a Jerez, con molta nostalgia e gli occhi lucidi.
Il suo è stato un round in crescendo sino al quinto posto nella Superpole Race. Poi è stato rovinato dalla quarta falsa partenza della stagione. La cosa più bella che ha fatto è stata la schietta e arguta risposta via web alle assurde critiche mossegli da Toprak. Mezzo voto in più.
Sancito il suo divorzio da Motocorsa il giovane inglese denuncia un mondo dove a volte i soldi sono più importanti dello sport. Al di là della sua storia con il team Motocorsa (bisognerebbe ovviamente sentire la versione di Lorenzo Mauri) il suo sfogo è quello di tanti piloti. All’Estoril riesce a restare concentrato e a centrare la zona punti nelle gare lunghe. Tornerà probabilmente nel BSB dove gli auguriamo tante soddisfazioni.
Un punto e una caduta in tre gare. Il ragazzo ha perso la strada di casa e la fine del campionato arriva a proposito, per consentirgli di riflettere sui suoi errori e ritrovare quel talento che tutti gli riconosciamo.
Il texano di Puccetti tira la carretta a testa bassa, senza mai un lamento. Quando la Ninja si è dimostrata competitiva lui l’ha portata in top ten, ma in questo finale di campionato la strada si è fatta nuovamente in salita. Saprà raggiungere la vetta assieme alla sua squadra, che sa di poter contare su di un ottimo pilota.