Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Ciao a tutti! Prima di tutto complimenti a Marc Marquez per il nono titolo, la sua storia ha preso una piega epica ed entusiasmante, anche chi non lo ama particolarmente deve riconoscere la sua tenacia e il suo straordinario talento. Però la combinazione particolare del Giappone stimola le fantasie: Marc vince il titolo mentre Pecco improvvisamente resuscita ed Alex sparisce… Il mondo dei social si è acceso e ribolle, vede complotti dappertutto, proviamo a sdrammatizzare? Dopotutto gran parte dei complottisti provoca per puro divertimento.
Premessa. La spiegazione ufficiale sembra convincente: lunedì 15 settembre a Misano, nei test dopo il GP, si è fatto quell’intervento radicale sulla moto del 63 che nei due test precedenti - a Jerez e poi ad Aragon dopo due terzi posti in gara a 2” dal primo - non era parso indispensabile. Perché non crederci? Tutto torna, tardivo ma torna. Anche se sarebbe bello e necessario, come ha chiesto Francesco Guidotti a Dall’Igna, che Ducati ci illustrasse il lavoro fatto. Perché ai complottisti non pare vero di lanciarsi nelle tesi sempre più ardite, incoraggiati dalle tante dichiarazioni contrastanti ascoltate in questi mesi.
Oggi si vedono complotti dappertutto e i social impazzano. La tesi: “Ducati per la squadra ufficiale vuole MM perché ha una potenza mediatica enorme e poi permette che Bagnaia lo batta nella corsa al titolo mondiale? Impossibile”. Da qui, retroscena facili da immaginare con cui il bravo complottista va a nozze.
E allora tiro in ballo Umberto Eco, semiologo e filosofo scomparso nel 2016 che con la teoria del complotto si è divertito spesso. Il complotto è quasi sempre frutto di fantasia, diceva Eco. Guarda la faccenda dell’uomo sulla luna: ci siamo andati davvero? Chi vedeva complotti dappertutto non ci credeva: “la Nasa capace di allunaggio e ripartenza, con la tecnologia e i computer di quasi sessant’anni fa? Macchè, un complotto per esaltare la potenza USA, non è forse vero che le foto si sono poi rivelate fake, fatte in studio per una migliore qualità?”.
E il bello viene adesso. Umberto Eco faceva notare che l’organizzazione di un complotto prevede un certo gruppo di persone. Per esempio, nel caso della missione Apollo 11, tante persone: decine, centinaia di persone. Vuoi che nessuno di loro abbia presto spifferato la verità a un amico, al fratello, a un’amante, per vanità o sotto i fumi dell’alcol? E vorresti che non uno tra quei confidenti avrebbe poi usato immediatamente una informazione così preziosa, capitalizzando interviste, denaro, un libro di successo planetario?
Un complotto, se è reale, viene subito scoperto, diceva Eco. Complottisti di tutto il mondo fatevene una ragione!