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Ciao a tutti, un mese fa scrivevo che gli obiettivi europei in tema di sicurezza stradale appaiono irraggiungibili, traditi da troppi Paesi inadempienti tra i quali spicca l’Italia, che è in fondo alle classifiche nel rapporto del consiglio europeo per i trasporti e la sicurezza ETSC. Siamo diciannovesimi su 27 Paesi e al primo posto, con meno morti per milione di abitanti, c’è la Norvegia.
Ebbene mi scrive Andrea, un motociclista che è appena tornato in Italia dopo sette anni vissuti in Inghilterra, ha letto il rapporto e notato che il Regno Unito è nella top five. La Norvegia, concorda Andrea, è un po’ un caso a se, ha differenze enormi in termini di clima, densità abitativa, reddito e cultura rispetto all'Italia. Ma lo stesso non si può dire del Regno Unito, che è simile all’Italia per tante cose; magari il clima è più piovoso e il cibo terribile, ma c’è una popolazione che ama le moto e che è… particolarmente dedita al consumo di alcol.
Andrea ha guidato auto e moto sulle strade di Sua Maestà e si è anche divertito su qualche pista come Donington e Brands Hatch. E quando è tornato sulle strade italiane ha avuto uno shock. “Mi sono presto reso conto, ha scritto, che nei sette anni di permanenza all'estero mi ero abituato a cose che purtroppo sono aliene o poco comuni in Italia. In particolare: rispetto per gli altri utenti della strada, poi regole chiare, omogenee, e fatte rispettare dalle forze dell'ordine. E tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza”.
In caso di drink driving, anche senza essere coinvolti in incidenti il codice della strada britannico è severo: il limite è 0,8 gr/litro contro i nostri 0,5 (valore limite anche per Scozia e Irlanda), però un agente di polizia può metterti in galera lì per lì dopo l’esame dell’alito, la multa è "illimitata" e si fa presto a ricevere il divieto di guida per almeno un anno. Andrea assicura che tutte le persone che ha conosciuto evitano categoricamente di guidare se bevono. E in UK si beve molto.
Per il secondo punto, le regole chiare e fatte rispettare, in UK Andrea ha preso multe per eccesso di velocità, anche per poche miglia orarie; ma anziché perdere punti sulla patente gli è stata data la possibilità di frequentare un corso teorico di guida sicura. In pratica, non una misura repressiva, ma formativa.
La popolazione d'oltre manica generalmente accetta e rispetta i limiti di velocità come misura che salvaguarda la sicurezza degli utenti della strada, lì nessuno ha abbattuto gli autovelox. E la cosa più importante: c’è rispetto per gli altri utenti.
Qui il lettore dice: non abbiamo scuse, non è una questione di regole e sanzioni, è qualcosa che tutti noi dobbiamo fare, dobbiamo fare uno sforzo per imparare che i limiti di velocità non sono indicazioni di massima. Che la distanza di sicurezza non è un concetto astratto. Che dobbiamo rallentare e fermarci in prossimità delle strisce pedonali. Che anche gli utenti della strada più deboli (o semplicemente più lenti) hanno il diritto di usare la strada e che dobbiamo rispettarli.
Questo è lo step più importante per migliorare la sicurezza sulle nostre strade. E non è una considerazione banale, altrimenti non saremmo qui a parlarne e a scoprire che nel 2024 hanno perso la vita 830 motociclisti italiani. Addirittura 96 vittime più dell’anno precedente. Andrea ha assaggiato un contesto in cui convivere più civilmente sulle strade è possibile e i risultati statistici parlano chiaro: sulle strade britanniche le vittime sono la metà delle nostre.