Nico Cereghini: “Come ci difendiamo dalle stragi dei contromano?”

Nico Cereghini: “Come ci difendiamo dalle stragi dei contromano?”
Tre spaventosi incidenti autostradali in pochi giorni e sei vittime, con anziani al volante. Come si può arginare, se non impedire, il fenomeno? Parliamo di patenti, tecnologia, comunicazioni radio, sanzioni e… persino Tyre killer
4 agosto 2025

Ciao a tutti! Tre auto contromano in autostrada: l’ultima domenica sulla tangenziale di Parma. Tre incidenti catastrofici, sei vittime, in almeno due casi anziani ultraottantenni al volante, tante discussioni. Ma anche questa volta non si farà nulla. E’ da anni che si discute sulle misure possibili, ma poi tutto si ferma: non c’è accordo sulle soluzioni convincenti e praticabili, e poi mettere ordine sul tema delle patenti pare impossibile.

Il fenomeno è in crescita. Nel 2024, 110 episodi e 20 vittime con 180 feriti. Il 30% degli incidenti è avvenuto in autostrada o superstrada. Droga e alcol le cause più frequenti e poi gli anziani, che hanno provocato il 31,3% (dato Asaps) dei sinistri con esiti mortali.

Parlando di anziani è facile polemizzare sulle “patenti facili” e sulla superficialità con cui vengono fatte le visite mediche. Tutto vero e provato, ma parliamoci chiaro: oggi oltre i 70 anni la patente è valida per tre anni, oltre gli 80 per due anni e non c’è limite di età. Ipotizziamo di cambiare le regole, addirittura limitare a un anno la validità per gli ultrasettantacinquenni e con visite mediche più accurate (e conseguentemente costose per il cittadino…). Ma cosa ci può garantire da un malore improvviso o da un momento di smarrimento anche in un soggetto sano? Su questo punto ha perfettamente ragione Biserni di Asaps: ci appelliamo alle famiglie, sono i parenti vicini all’anziano che possono e devono intervenire.

La tecnologia può aiutarci: negli anni scorsi si era parlato di installare dispositivi sulle rampe di accesso, per avvertire con luci e sirene chi sbaglia senso di marcia nonostante i grandi cartelli di oggi e qualche faro giallo. Una soluzione pratica sarebbe quella di separare fisicamente i flussi: dopo la barriera piazzare un guardrail o un cordolo per dividere i due sensi di marcia fino alla rampa. In qualche svincolo già si è fatto così.

Ma in tanti casi l’automobilista o il camionista è entrato regolarmente in autostrada e ha fatto l’inversione in un secondo tempo. Se parte l’allarme al 112 la Polstrada accorre con una pattuglia, ma quasi sempre il tempo manca: nell’ultimo dramma sulla Torino-Bardonecchia sono passati soltanto tre minuti tra l’errore e l’impatto… In Germania è attiva una app di allerta, qui da noi si potrebbe almeno migliorare il servizio di Isoradio che ha un grande potenziale. Nell’attesa di un mondo utopistico dove tutti i veicoli saranno interconnessi.

Intanto c’è chi invoca sanzioni più pesanti e l’arresto immediato, e chi adotterebbe in autostrada i cosiddetti Tyre killer: bande trasversali dotate di lame che si sollevano quando un mezzo tenta di passare nella direzione proibita stracciando i pneumatici, oggi utilizzate negli ingressi delle aree ad alta sicurezza. Sull’onda dell’emozione è normale spingersi oltre, ma qui ho la sensazione che si creerebbero ulteriori situazioni di pericolo. Voi che ne dite?

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