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Bergamo, 28 Agosto. Finalmente, nel 1979 dopo 48 anni, 54ma 6 Giorni a Neunkirchen, vinciamo noi. Commissario Tecnico della Squadra italiana è un giovane architetto sceso dalle montagne della Garfagnana, appassionatissimo e visionario, Daniele Papi. Il CT chiama in azzurro Guglielmo Andreini, Elia Andrioletti, Gualtiero Brissoni, Gianangelo Croci, Franco Gualdi e Augusto Taiocchi. Tre KTM e tre SWM. L’Italia vince il Trofeo, alla Cecoslovachia va ancora il Vaso, e l’anno successivo l’Italia concede il bis a Briuode, Francia. Vince ancora con 5/6 della Squadra precedente, il solo Andrea Marinoni subentra a Franco Gualdi. Ultime fiammate della vecchia era, il Vaso va alla formazione della Germania Ovest.
1981, è l’anno della rivoluzione e della prima apoteosi azzurra. L’Olimpiade dell’Enduro cambia denominazione, e da ISDT diventa ISDE, International Six Days of Enduro. Poi, il CT, che è ancora Papi, porta dentro alla Squadra una terza marca di Moto, rompendo definitivamente gli schemi e introducendo quelli ancora attuali. La 56ma edizione della 6Days va in scena all’Isola d’Elba e diventerà leggendaria. Per la prima volta nella Storia italiana alla 6 Giorni, Gualtiero Brissoni, Gianangelo Croci, Franco Gualdi, Alessandro “Franco” Gritti, “Luigino” Medardo e Augusto Taiocchi conquistano il Trofeo, e Cesare Bernardi, Giampiero Findanno, Andrea “Bogio” Marinoni e Angelo Signorelli si aggiudicano il Vaso d’Argento. La trilogia di successi italiani a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80 è ancora uno degli apici dell’epopea Sei Giorni e dell’Enduro Mondiale.
Day 5. Piove. Abbondante ma non così forte come gli allarmismi meteo facevano temere. E poi è l’Enduro, via, che storie sono! Comunque, allineati alle “istruzioni” dei disgrazionisti istituzionali (o dei loro assicuratori, chissà), si decide di partire alle 09:00 e di saltare la prova speciale di Albino, massacrata dal maltempo… del giorno precedente. Poco male, di pane per i denti degli Enduristi ce n’è quanto se ne vuole, e le Squadre italiane si imporranno ancora una volta. Cavalli, Bossico, Plarina e l’Enduro test di Val di Tede. È il quinto ciclo dell’Enduro, l’ultimo, l’ultima fatica dell’Olimpiade 2025. Che non è meno “pesante” perché se nei giorni è calato il numero delle Speciali e dell’impegno, contemporaneamente è cresciuto il livello dell’ansia da imprevisto. La strada della 6 Giorni bergamasca è segnata dal secondo giorno, e il trend non ha aperto alcuna finestra sul dubbio. Uno via l’altro, tuttavia, i giorni vanno via e il risultato è sempre virtualmente lontano.
Assoluta. Nuova tappa del duello Garcia-Verona. Se ormai possiamo sbirciare oltre il sipario sul risultato delle Squadre, altrettanto “visivamente” bisogna riconoscere la straordinaria, ennesima performance dello Spagnolo di KTM e di Farioli che, con cinque giornate vittoriose su sei si avvia a vincere la quinta assoluta consecutiva alla 6 Giorni. Pilota straordinario! La 6Days Italy ha confermato altresì che Garcia ha un solo avversario, l’alter ego in rosso Andrea Verona, sempre vicinissimo e pur vincitore della quarta giornata di gara. Due speciali vincenti per ciascuno dei due duellanti, ma è Garcia che si aggiudica l’ultimo rush di Enduro prima del Motocross finale. C’è una grossa differenza tra le “conseguenze” del duello: Garcia ha corso praticamente con l’unico obiettivo di confermarsi nell’individuale, Verona ha trascinato la sua Squadra alla conquista del Trofeo delle Nazioni! Belle, emozionanti entrambe le “motivazioni”. Terzo per la terza volta, ma troppo all’ombra degli implacabili battistrada, lo svedese Mikael Persson, e ancora il fortissimo Junior australiano Kyron Bacon, quarto davanti a un monumentale Samuele Bernardini.
Trofeo. L’Italia non si smentisce e non tentenna. Gli uomini di Cristian Rossi procedono come un rullo compressore sulle speciali e sugli avversari. Tre Piloti nei dieci, Verona, Bernardini, Lesiardo, e uno nei 20, Morettini, e la Svezia è tenuta ancora più lontana. Ancora un minuto e mezzo, adesso il margine sale e sfiora gli 8 minuti. È stata una giornata all’impronta dell’attenzione, ma non c’è miglior modo, per rimanere concentrati, che continuare a spingere. Verona è sempre il “capitano”, Bernardini si è auto-consacrato come Pilota incontornabile. Garanzia assoluta, Lesiardo è l’affidabilità. In compenso la Svezia allontana il percolo francese, americani (squadra mediamente omogenea) e spagnoli (il gap tra Garcia e i compagni va oltre i dieci minuti) non potranno chiedere dalla vita più del quarto e quinto posto.
“Vaso d’Argento”. Il Trofeo Junior, oggi. La Squadra italiana controlla. È difficilissimo quando si corre quasi gomito a gomito e i margini di manovra sono ridottissimi, ma anche questo è segno di grande affiatamento e maturità. Kevin Cristino, Alberto Elgari e Manuel Verzeroli lasciano qualche decimo di secondo agli avversari, ma mantengono intatto il controllo della generale. I francesi Dagna, Giraudon e Joyon restano a quasi un minuto di distanza, australiani, americani e spagnoli sono un po’ persi, significativamente indietro. Anche la Squadra Junior è a un passo dal trionfo, e questo significa apoteosi totale per l’Italia, che con l’affermazione imminente del Club Itala A, Colorio, Mei, Corsi, vede profilarsi quel “Triplete” che vendica le ultime sfortunate edizioni per l'Italia restituendo con gli interessi quanto "prestato" controvoglia. Tutto questo con un profilo agonistico sensazionale.
Cristian Rossi, Commissario Tecnico FMI: “Giornata partita in maniera complicata a causa della pioggia. Nel Trofeo siamo riusciti a mantenere sempre le distanze mentre nel Trofeo Junior il vantaggio accumulato nei giorni precedenti si era notevolmente ridotto dopo la prima Prova. Nelle rimanenti, e in particolare nell'ultima, abbiamo però rimesso tutto in ordine mantenendo invariato il vantaggio rispetto a ieri. Infine sia con le donne che con le squadre di Moto Club ci stiamo difendendo molto bene".
Cinque giorni sono andati. Adesso non resta che concentrare tutte le truppe sulle coordinate N 45° 30' 14.0" - E 9° 47' 19.8" per l’ultima battaglia. Teatro dell’atto finale della 99ma 6 Giorni è la pista di Motocross di Covo. Sul circuito MXE.45 lo spettacolo è nelle “folate” dei concorrenti alle prese con l’ultima fatica, l’entusiasmo del fiato della folla sul collo e il podio lì vicino a darti una calmata. Poi la “liberazione”. Anche l’ultimo giorno è psicologicamente difficilissimo da gestire. Ma dopo 6 giorni di tensione sempre elevatissima – e provate a pensare quele livello di pressione ha gravato sull’eccezionale Moto Club Bergamo che ha organizzato tutto questo - potete immaginare quanta incredibile energia di festa potrà liberarsi!
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