Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Ciao a tutti! Lasciate che per una volta parta da lontano per arrivare alla moto. La vicenda della famiglia nel bosco - quella dei tre bambini che i magistrati hanno allontanato dai genitori - in questi giorni ha tenuto banco sui media e sui social. Come ormai succede, le posizioni si sono radicalizzate prima ancora di ragionare e la maggioranza degli italiani si è espressa chiaramente: sta con i “neorurali”. Con coloro che vogliono tornare alla natura, allo stile di vita dei nostri avi, senza l’elettricità e la tecnologia.
Ok, potrebbe anche essere giusto. Intanto ciascuno dovrebbe avere la libertà di scegliere la sua vita (se non nuoce a nessuno, naturalmente), e poi chi di noi non è critico verso la ipertecnologia della società moderna? Magari viene da chiederci se chi ha sposato con tanta passione la causa dei due genitori anglo-australiani davvero sarebbe pronto a fare a meno dell’acqua corrente, del bagno in casa e del riscaldamento efficiente. Per non parlare del suo spazio, dello smartphone o di una (o più) moto. Ma, fondamentalismi a parte, tutto può avere senso.
E ci viene da fare un parallelo: anche tra noi motociclisti si diffonde il rifiuto del progresso tecnologico e sempre più spesso leggiamo e ascoltiamo le critiche feroci all’elettronica sulle nostre moto. Qualcuno invoca addirittura l’abolizione radicale dell’elettronica. Ma ci chiediamo: davvero saremmo pronti a tornare alle puntine platinate? Il dubbio c’è.
Chi ha meno di quarant’anni non sa nemmeno cosa siano o cosa fossero, le puntine che furono rimpiazzate dall’accensione elettronica. Erano i contatti che aprivano e chiudevano il circuito per generare la tensione necessaria per la scintilla alle candele. Un meccanismo elettromeccanico e semplice, in fase con il motore: eccentrico di comando sull’albero, levetta, molla e la platinatura per contrastare l’usura.
Ok, le puntine no grazie: archeologia. Ma l’iniezione elettronica la teniamo o torniamo ai carburatori con tutti i problemi connessi? E riprendiamo il cavetto dell’acceleratore o ci teniamo il ride by wire con i suoi sviluppi come il controllo di trazione? E l’ABS, magari quello cornering che ci permette di correggere la velocità in sicurezza anche a moto inclinata, lo cassiamo? Diciamo la verità, dell’accensione senza la chiave potremmo anche fare a meno, e si prevedono per il futuro applicazioni dell’elettronica infinite, magari non tutte così necessarie. Ma ci parrebbe da talebani giudicare inutili, per fare qualche esempio, l’assistenza per la partenza in salita o il cruise control o le sospensioni elettroniche. E qualcuno di noi si sente in paradiso con il cambio automatico.
Pensiamoci bene, prima di sognare l’abolizione dell’elettronica. Qualcosa sarà meglio tenersi. Tornare al passato può essere bello, ma ricordiamoci anche che cinquant’anni fa saltare su una “maximoto” era un affare molto, ma molto, pericoloso.