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A Jerez con il terzo posto in Gara2, il pilota della BMW si è laureato campione del Mondo SBK. Una vittoria annunciata che è maturata soprattutto a metà campionato, quando il fenomeno turco ha inanellato un totale di 13 primi posti che ha eguagliato il suo stesso record di vittorie consecutive.
E dire che la stagione era iniziata in salita sia per Toprak che per la BMW, che a meno di due settimane dal primo round di Phillip Island si era ritrovata a dover cambiare il telaio della sua nuova M1000RR in quanto, con colpevole ritardo, Dorna e FIM avevano comunicato di non accettare il vecchio telaio (frutto di varie super concessioni) sulla nuova moto bavarese. Il primo round nella terra dei canguri si rivelò una passerella vincente per i piloti Ducati e per Nicolò Bulega in particolare, il quale tornò in Europa con una tripletta ed i relativi 62 punti, mentre Razgatlioglu rallentato da problemi tecnici, conquistò la miseria di 20 punti.
Ma una volta tornati in Europa la musica cambiò radicalmente e quella che in Australia era stata definita da Toprak una “Ducati Cup” divenne un BMW Trophy, perché il fenomeno di Alanya piazzò una tripletta che gli permise di raggiungere il secondo posto della generale a 29 punti da Bulega, bravo a limitare i danni con tre secondi posti.
La Cattedrale di Assen sembrava poter essere favorevole al pilota italiano e alla sua moto, e infatti Nicolò si impose in Gara1 con Toprak solo quarto, ma quello che successe nelle due gare successive avrebbe avuto un peso importante in tutta la stagione. Bulega fu costretto al ritirò in entrambe le gare per un problema tecnico, mentre Razgatlioglu vinse la gara sprint e fu (solo) ottavo in Gara2. Quando la SBK arrivò a Cremona il divario tra i due era sceso a 21 punti, ma sempre a favore di Nicolò che sfruttò le gare di casa piazzando una tripletta, che sembrò far pendere la bilancia del campionato dalla parte della Ducati, mentre questa volta fu il turco della BMW a limitare i danni con tre secondi posti.
Il braccio di ferro tra i due proseguì in Repubblica Ceca dove Toprak fece la parte del leone, vincendo le prime due gare, ma in Gara2 Bulega si ribellò al dominio del binomio turco-bavarese beffando il suo rivale in volata per 27 millesimi. Arrivammo così a Misano, a casa di Nicolò, che vantava un vantaggio di 31 lunghezze. “Nemo propheta in Patria”, una regola valse anche per le tre gare in riva all’Adriatico, tutte a favore di Razgatlioglu, mentre Bulega, secondo nelle due gare lunghe, incassò il terzo zero della stagione nella gara sprint, colpito ed affondato da Axel Bassani alla prima curva. Il risultato finale fu che Toprak si portò a soli 9 punti dal leader.
Il campionato era ad una svolta, e nel successivo appuntamento di Donington Park, il turco della BMW passò da inseguitore a inseguito, iniziando ad inanellare la serie di vittorie di cui sopra, vincendo oltre a quelle inglesi anche tutte e tre le gare di Balaton e Magny Cours.
Il circus della Superbike ripartì dalla Francia con una classifica che vedeva Bulega in seconda posizione a 39 punti da Razgatlioglu.
Campionato finito? Nemmeno per sogno perché al Motorland Aragon l’italiano della Ducati tirò fuori tutta la sua grinta. Dopo essere arrivato secondo in gara1 dietro a Toprak, Nicolò si impose nelle due gare della domenica, portandosi a 36 lunghezze dal suo avversario.
La storia si è ripetuta all’Estoril, quando Razgatlioglu ha chiuso al comando Gara1 e la gara sprint, ma in Gara2 Nicolò si è ancora una volta ribellato alla supremazia del turco ed ha vinto con distacco. Una prova di orgoglio piena di significati, che però ha avuto soltanto l’effetto di rimandare a Jerez il definito responso della stagione 2025. Nel dopo gara lo sconfitto Toprak sembra essere tornato quello di Phillip Island e favoleggia di una presunta “Ducati Family” ma intanto si prepara a festeggiare assieme alla BMW un altro titolo mondiale che è arrivato oggi in Gara2 ed ha quasi cancellato le polemiche derivate dal contatto con Bulega e la successiva caduta nella Superpole Race. Un successo senza dubbio meritato, il modo migliore per Razgatlioglu di lasciare la BME ed il paddock della Superbike, per iniziare una nuova avventura in MotoGP. Bye bye Toprak.