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Più che essere felice Toprak Razgatlioglu ha l’aria di chi si è tolto un peso. Quella che sembrava una passeggiata verso il terzo titolo mondiale si era improvvisamente rivelata una possibile beffa. Sarebbe bastato un errore, una scivolata per compromettere un’intera stagione. Per questo il turco ha affrontato Gara2 con una cautela che non gli conoscevamo, però una volta trovata la serenità e la fiducia necessaria con la sua moto è risalito sino alla terza posizione ed ha vinto il titolo.
Non ti abbiamo mai visto guidare con tanta attenzione, sembravi quasi timoroso.
In Gara2 avevo paura che il motore potesse darmi qualche problema, in quanto dopo la caduta si poteva essere danneggiato. Poi giro dopo giro mi sono tranquillizzato. Avvertivo solo dei problemi nelle curve a sinistra, e non ho capito bene il perché. Il mio obiettivo era quello di concludere in una delle prime cinque posizioni, ma mi sentivo bene sulla moto ed ero tranquillo, per cui ho superato i piloti che mi precedevano e alla fine sono salito sul podio. Il mio obiettivo finale era quello di vincere il titolo e alla fine ce l’ho fatta.
Avevi paura che la moto ti desse dei problemi?
Si. Come vi ho detto avevo paura che il motore potesse essersi danneggiato nella caduta e poi venti giri sono tanti... Se non fossi caduto nella gara sprint avrei affrontato l’ultima in modo diverso, ma è andata così. Il mio obiettivo iniziale era solo quello di concludere la gara e vincere il titolo. Poi ho preso più confidenza con la moto e sono salito sul podio.
Ti sei chiarito con Nicolò per la caduta nella Superpole Race?
Si, ci siamo parlati dopo Gara2 e lui mi ha chiesto scusa. Ho capito ed accettato le sue scuse. Ha commesso un errore, può capitare. Ci siamo chiariti. In gara ci siamo sempre affrontati a viso aperto, ma lui oggi ha commesso un grave errore. Io sono ancora un poco arrabbiato, ma è andata così e non ne parliamo più. Lui ha vinto la gara ed io il campionato. Lui si è congratulato con me ed io gli ho detto che è stato bello lottare con lui, e che il prossimo anno senza di me si annoierà.
Lui ha sempre cercato di dare il massimo, essendo solo al primo giro secondo me ha esagerato, ma non ci pensiamo più.
Alcuni dei tuoi tifosi hanno esagerato con le rimostranze nei confronti di Nicolò, che ha ricevuto messaggi davvero brutti. Non sarebbe meglio che tu parlassi ai tuoi sostenitori per calmare gli animi?
Dopo la caduta io ero sul mio camion, non ho visto e nemmeno parlato con i miei tifosi. Se fossi stato lì ovviamente gli avrei detto di smettere. Non è una cosa bella, però è una reazione comprensibile, se pensate che qualcuno stava già festeggiando il mio titolo mondiale. L’importante è che nessuno sia passato dalle parole ai fatti. Il mio obiettivo era quello di vincere il titolo e ce l’ho fatta, nessuno si è fatto male e nessuno ha alzato le mani e questa è la cosa più importante.
Quale è stata la chiave del tuo successo in questo campionato? I progressi della tua moto?
A inizio stagione hanno cambiato le regole e la mia moto non era pronta per le prime gare. Ho avuto molti problemi perché la moto era diversa, molte cose non funzionavano. La M1000RR non si fermava e non curvava. In seguito io ho smesso di pensare alle regole e mi sono concentrato sulla moto, su quello che avevo a disposizione. Abbiamo lavorato duro ed i risultati sono arrivati, ed è stato eccezionale. Nelle ultime gare ad Aragon e all’Estoril la Pirelli ha portato delle gomme posteriori con un grip incredibile. Questo è stato un bene per il campionato, ma non per la mia BMW. Molto grip al posteriore può mettere in crisi l’anteriore e la mia moto ha sempre avuto problemi di stabilità all’anteriore. Quest’anno ho utilizzato molto la gomma SC2 (più dura) all’anteriore che negli anni passati non utilizzavo, ma l’ho fatto proprio per stabilizzare maggiormente la parte anteriore della moto. Però con la gomma più dura all’anteriore la moto non curva e questo mi ha spesso messo in difficoltà.
Cosa ti ha detto Kenan dopo la gara sprint e dopo Gara2?
Dopo la Superpole Race mi ha detto di stare calmo e di concentrarmi su Gara2 e non nego che mi abbia stupito sentirlo dire di stare calmo.
Quanta fatica hai fatto a mantenere la calma?
Ho fatto fatica, ma ho cercato di svagarmi, di parlare con gli amici e di restare nel mio camion per restare concentrato sulla gara successiva.
Quanto è importante per te questo terzo titolo mondiale?
E’ un titolo importante perché è quello che anticipa la MotoGP ed è importante per me lasciare la Superbike da campione del mondo. Sino ad oggi tutto era andato bene ma dopo la caduta le cose sono cambiate e non è stato facile per cui sono ancora più felice.
Quanto ti mancherà il paddock della Superbike? Gli amici che hai qui?
Non lo so, ma se mi mancheranno molto allora tornerò qui a fare qualche gara, qualche wild card (sorride).
Quale è stato il momento più bello della tua carriera in Superbike?
La vittoria del primo titolo mondiale, quello con la Yamaha è stato il momento più importante della mia carriera e l’ho dedicato a mio padre. Però anche quello vinto con la BMW nella passata stagione è stato importante perché ha determinante per il mio futuro. Questo titolo invece lo dedico a mio fratello.
I momenti più difficili?
I momenti più difficili sono stati quando sono cambiate le regole ad inizio stagione e poi a Phillip Island e ad Assen.