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Quando infili la tuta e ti dirigi verso la pit lane con una sportiva italiana che vanta i giusti cavalli e una ciclistica affilata, sai già che sarà una bella giornata. E l'Aprilia RS 660 Factory 2025, che abbiamo avuto il piacere di testare al circuito di Modena durante i Racer Days, non ha deluso le aspettative. Anzi, ha confermato ancora una volta perché questo modello rappresenta uno dei punti di riferimento nel segmento delle medie sportive, quella categoria che ha saputo conquistare sia i giovani piloti che i motociclisti più esperti alla ricerca di emozioni autentiche senza compromessi sulla ciclistica.
L'Aprilia RS 660 è stata, fin dal suo debutto, la progenitrice di una nuova filosofia nel mondo delle sportive. Il concetto è semplice quanto rivoluzionario: ridurre la cilindrata e la potenza estrema, rendere meno impegnative le posizioni di guida rispetto alle supersportive tradizionali, ma senza mai lesinare sulla qualità ciclistica e sulla componentistica. Una ricetta che ha fatto scuola e che ha permesso a questa moto di dominare il segmento per anni, diventando il parametro di riferimento per chiunque voglia una sportiva versatile, capace di regalare soddisfazioni in pista ma utilizzabile quotidianamente su strada.
Per il 2025, Aprilia ha deciso di alzare ulteriormente l'asticella introducendo due versioni: la RS 660 Standard, proposta a 11.799 euro, e la nuova RS 660 Factory, disponibile a 13.999 euro. Proprio quest'ultima è stata protagonista del nostro test in pista, e quei 2.200 euro di differenza si traducono in migliorie tecniche sostanziali che ogni appassionato di guida sportiva saprà apprezzare.
La RS 660 Factory 2025 non è semplicemente una versione più costosa della Standard. Aprilia ha ascoltato il feedback di piloti e appassionati, introducendo soluzioni tecniche che fanno la differenza soprattutto per chi intende sfruttare la moto in pista o in modalità particolarmente sportiva. Il primo, grande protagonista di questa evoluzione è il comparto sospensioni: all'anteriore la forcella Öhlins NIX 30 con steli da 43 mm, completamente regolabile e con 120 mm di escursione. Al posteriore, il monoammortizzatore Öhlins STX 46, è anch'esso completamente regolabile con un'escursione della ruota di 130 mm.
Ma le novità non si fermano qui. Il motore bicilindrico parallelo frontemarcia da 659 cc guadagna 5 cavalli rispetto alla versione 2024, raggiungendo quota 105 CV a 10.400 giri/min nonostante la severa omologazione Euro 5 Plus. Un risultato tutt'altro che scontato, che va ad affiancarsi a una coppia massima di 70 Nm a 8.400 giri/min. Il tutto contenuto in un peso in ordine di marcia di 183 kg, tra i valori più bassi della categoria, che garantisce un rapporto peso/potenza da sportiva pura.
La ciclistica mantiene la firma tecnica Aprilia: telaio in alluminio a doppia trave con motore utilizzato come elemento stressato, forcellone anch'esso in alluminio, e un impianto frenante Brembo con doppio disco flottante anteriore da 320 mm e pinze radiali a 4 pistoncini, affiancato da un disco posteriore da 220 mm con pinza a 2 pistoncini.
L'elettronica è stata ulteriormente evoluta con l'introduzione del Launch Control, che si aggiunge a una suite già completa che include piattaforma inerziale APRC a 6 assi, mappe motore (AEM), freno motore (AEB), Cornering ABS con tre mappe e funzione Rear Wheel Lift-up Mitigation, controllo di trazione (ATC), controllo dell'impennata (AWC), 5 Riding modes, Cruise Control (ACC) e Aprilia Quick Shift (AQS) bidirezionale. La strumentazione TFT a colori da 5" con comandi retroilluminati completa un quadro tecnologico di assoluta eccellenza.
Partiamo dal punto di forza assoluto: la ciclistica. Il telaio Aprilia si conferma esemplare, con una capacità unica di mettere a proprio agio il pilota sin dal primo giro. La moto è compatta tra le gambe, offre un feedback costante e si dimostra estremamente progressiva nell'inserimento in curva. Ma la vera magia avviene a metà piega: dove altre moto tendono ad allargare la traiettoria se si è leggermente larghi in staccata, la RS 660 tende a stringere, seguendo lo sguardo del pilota con una naturalezza disarmante. Basta girare la testa verso il punto di corda e lei ti segue docilmente, quasi anticipando le tue intenzioni.
Se siete motociclisti sportivi che vogliono portare la moto in pista, la scelta della versione Factory diventa quasi obbligatoria. La forcella Öhlins NIX 30 è semplicemente granitica all'anteriore. Durante il test non ho sentito l'esigenza di ritoccare i settaggi di fabbrica, nonostante avessi la possibilità di personalizzare compressione, ritorno e precarico in base al mio peso. Anche nel tratto più veloce di Modena, la parte finale prima del rettilineo, la moto rimane sempre rotonda, progressiva nello scendere in piega e non si scompone nemmeno in frenata. Il sostegno è ottimo e l'impianto frenante non mette assolutamente sotto stress la ciclistica, il che significa che si può ritardare veramente tanto la frenata e portare molto freno in curva.
Al posteriore, l'ammortizzatore Öhlins lavora in perfetta accoppiata con il forcellone in alluminio. La trazione è eccellente: quando riprendi il gas in mano, anche con le marce basse nelle ripartenze in seconda, il comportamento è sempre omogeneo.
Un altro punto di forza della RS 660 Factory è la posizione di guida. Per un pilota alto 178cm, l'ergonomia è ben studiata. Gli upgrade apportati alla posizione di guida si sentono: ora c'è molto più spazio per arretrare sul rettilineo e stare comodi in carena. Il cupolino è protettivo e l'aerodinamica, completamente ridisegnata nella parte anteriore, fa il suo dovere. Le pedane non hanno un'impostazione troppo aggressiva, quindi la triangolazione non è estrema come su una supersportiva pura. L'angolo tra coscia e polpaccio non è così accentuato, e questo permette di non stancarsi troppo in pista. In un turno di 20 minuti a Modena, che è praticamente un cartodromo di grandi dimensioni, non si avverte particolare affaticamento. Serve comunque allenamento, ma lei ti insegna e ti prepara anche alle cilindrate maggiori.
Il bicilindrico da 659 cc è un gioiello di ingegneria. Con i suoi 105 CV, ora ha un'iniezione di potenza rispetto al passato, ma non ha perso le caratteristiche che lo hanno reso famoso. È un motore che allunga tanto ma rimane molto trattabile: puoi permetterti di entrare con una marcia in più nei tornanti perché l'elasticità c'è. Il comando ride-by-wire è molto preciso e calibrato in modo efficace. E come dicono in tanti: cos'è la potenza senza controllo?
La suite elettronica della RS 660 è calibrata in modo ottimale. Hai traction control, anti-wheelie, regolazione del freno motore e altre chicche elettroniche che permettono di tirare fuori il meglio da una moto con 105 cavalli. Molti potrebbero chiedersi se non sia troppa elettronica per una moto da "soli" 100 cavalli, ma la risposta è no. In alcuni punti del circuito di Modena, si nota l'intervento del traction control. E immaginando di utilizzarla su strada, è un parametro di sicurezza da non sottovalutare assolutamente.
Il cambio a 6 rapporti è preciso negli innesti, permette scalate anche ad alti regimi di rotazione senza mancare una marcia, e il quickshifter bidirezionale ha tempi di taglio molto rapidi che di sicuro non fanno perdere tempo prezioso in pista.
Durante la giornata a Modena ho avuto il piacere di confrontarmi con Tommaso Marcon, pilota che ha dato anima e cuore allo sviluppo della versione Trofeo di questa moto. "Aprilia con tutti i ragazzi dello sviluppo ha fatto un lavoro incredibile", mi ha raccontato. "Siamo partiti da una base perfetta e abbiamo fatto secondo me una gran bella motina per fare le gare". E i numeri gli danno ragione: 1:58 al Mugello, 1:58 a Imola, 1:42 a Misano.
Ma ciò che mi interessava sapere erano i limiti reali di questa moto di serie. "Io con la moto di serie ho girato in 1:44.1 a Misano con gomme SC1, la moto proprio con gli specchietti", mi ha spiegato Marcon. "Secondo me non ha limiti. La moto fa perfettamente quello per cui è stata pensata: va molto forte ed è molto accessibile per un'utenza sia di piloti sia di persone che si divertono. I piloti professionisti riescono a divertirsi e andare forte anche con moto più estreme, mentre l'utenza amatoriale non ci riesce. Questa è perfetta perché riesce a fare tutte e due le cose".
Cosa ci è piaciuto. L'equilibrio del progetto: si percepisce la maturità tecnica raggiunta, il risultato di anni di sviluppo e ascolto dei piloti. La moto non sorprende mai negativamente, accompagna il pilota verso il suo limite con progressività disarmante. E la certezza è una sola: arriverai al tuo limite personale molto prima di trovare quello della moto.
Il secondo grande pregio è la sua anima pronta a correre: basta montare un set di gomme da trackday, rimuovere gli specchietti, e sei pronto per divertirti in pista senza investimenti importanti in modifiche.
Cosa potrebbe essere migliorato. Sul piano dinamico la moto è praticamente impeccabile per il suo segmento. Se proprio vogliamo essere pignoli, a questo prezzo – quasi 14.000 euro per la Factory – ci si potrebbe aspettare qualche dettaglio estetico più ricercato e magari alcune chicche elettroniche aggiuntive per differenziarla ulteriormente dalla Standard.
Arriviamo alla domanda cruciale: quei 2.200 euro in più rispetto alla Standard sono giustificati? Se siete appassionati di guida sportiva e frequentate regolarmente i track day, la risposta è un convinto sì. Le sospensioni Öhlins fanno una differenza tangibile in pista, offrendo un livello di controllo e feedback che le Kayaba, pur valide, non possono eguagliare.
Per l'utilizzo esclusivamente stradale, invece, la Standard potrebbe essere più che sufficiente, permettendovi di risparmiare per altre modifiche o accessori. Ma se il vostro cuore batte per i cordoli e i cronometri, la Factory è l'investimento giusto!
Foto e video: Snapshot Riccione
Aprilia
Via G. Galilei 1
30033 Noale
(VE) - Italia
041 5829111
https://www.aprilia.com/it_IT/
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