Veneto: trenta motociclisti morti in quattro mesi

Veneto: trenta motociclisti morti in quattro mesi
Dall’inizio di maggio troppi incidenti hanno coinvolto i motociclisti. La metà delle vittime sulle strade venete, giovani sotto i 30 anni. Il comandante della polizia locale: “Serve un piano Marshall, servono più divise sulla strada”
20 agosto 2025

A osservare le serie storiche dell’Istat sugli incidenti in Veneto dal ’92 ad oggi -si legge sul Corriere nella sua edizione regionale- ci si accorge che il numero di sinistri è diminuito. E ci mancherebbe altro. Ma se si analizza chi “muore di più” emerge che spostarsi su due ruote è assai pericoloso. Per i pedoni l’indice di mortalità è il più alto: 2,5 ogni 100 incidenti, per gli automobilisti scende a 0,6. Ma per i motociclisti risale a 1,5 morti ogni 100 incidenti.

Dietro alle statistiche regionali e alle notizie di cronaca c’è il dramma di tante famiglie. Sale giustamente la preoccupazione, ma le reazioni delle figure istituzionali, almeno quelle riportate dal Corriere, ci lasciano perplessi. Il governatore Luca Zaia è rimasto sulle generali e ha detto:

“Serve una cultura della sicurezza, ma non è sempre colpa della strada: più spesso incidono distrazione, alta velocità, stato psicofisico alterato, stanchezza, le bravate tra amici”.

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Noi sappiamo bene che la distrazione è soprattutto quella degli automobilisti eccetera, che vediamo sempre più spesso impegnati con lo smartphone mentre guidano. Zaia non lo ha detto, si è preoccupato di scagionare le strade e poco altro. Più equo appare il comandante della polizia locale veronese, Luigi Altamura. Parla di “strage” e mette al primo posto l’alta velocità e la mancata precedenza.

“A Verona -aggiunge- non abbiamo avuto incidenti mortali da inizio anno ma ho davanti un cassetto pieno di patenti ritirate. Lo dico senza stancarmi: servono i controlli perché la tecnologia aiuta ma non basta. Servono divise in strada e, quindi, servono assunzioni straordinarie nelle polizie locali. Un piano Marshall è necessario. Parliamo dei costi sociali calcolati da Istat: un morto per incidente costa in media 1 milione e 818 mila euro, un ferito grave 414 mila. È tempo di parlarne”.

L’ultima voce è quella di Alessandro Mattarollo, della sezione Auto e Moto di Confcommercio: distrazione, ok, ma le vendite di scooter e moto crescono e va detto che molti motociclisti sono impreparati.

”Temo che, oltre alla crescente distrazione degli automobilisti, una concausa sia l’inesperienza di molti che si avvicinano alle due ruote, magari a 40 anni e comprano una moto da 120 cavalli. È come dare in mano una Ferrari a un neo-patentato, frenate e accelerazioni sono le stesse”.

Qui una riflessione generale è d’obbligo. Se è vero che la maggioranza dei motociclisti fa un uso consapevole della moto e non teme i controlli, molti di noi sulle strade esagerano. Oggi i controlli servono più che mai, per ristabilire un minimo di rispetto delle regole da parte di tutti gli utenti, noi compresi.

Inoltre è innegabile che le moto più potenti sul mercato, sempre più facili da guidare con i controlli elettronici e sempre più prestazionali, spingono ad andare oltre. Questo è un punto che i produttori devono considerare con più attenzione. Ne parleremo ancora.

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Immagine: ANSA/CLJ

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