Nico Cereghini: “Non si può morire per un’auto in sosta vietata”

Nico Cereghini: “Non si può morire per un’auto in sosta vietata”
E’ la tesi del Pubblico Ministero che ha accusato di omicidio stradale colposo non soltanto l’automobilista che a Torino ha travolto una motociclista, ma anche il proprietario di un’auto in divieto di sosta contro la quale la ragazza si è ferita a morte
16 giugno 2025

Ciao a tutti! Innanzitutto la morte di Carlo Legrottaglie, il brigadiere capo dei carabinieri di Ostuni ucciso da un pregiudicato in un conflitto a fuoco, un evento ha colpito tutto il Paese. Carlo aveva 59 anni, lascia moglie e due figlie, era all’ultimo giorno di servizio prima della pensione ma non per questo si è tirato indietro: serviva il suo intervento. Ora mi rendo conto che può suonare strano, dato che non lo conoscevo, ma il fatto che fosse un motociclista mi colpisce anche di più. Leggo che progettava di godersi finalmente la famiglia, il mare e la sua moto sulle strade del Sud. E lo immagino tra gli amici, in sella, sotto il sole, sulle strade che ho fatto decine di volte pure io con i miei amici. E mi sembra che se ne sia andato uno di noi, uno della famiglia.

E poi c’è un’altra vittima che tocca piangere, e questa volta forse c’è un po’ di giustizia. A Torino una ragazza di 26 anni, mamma di una bimba piccola, è spirata dopo nove giorni di ricovero in ospedale e due interventi chirurgici. Si chiamava Giorgia Marino, il 30 maggio scorso guidava la sua moto nel quartiere Mirafiori e ha avuto la sfortuna di incappare nel solito automobilista “distratto” che svoltava a sinistra.

Giorgia era una motociclista esperta, guidava una moto sportiva ricevuta in regalo poche settimane fa, ma quando le dinamiche si sovrappongono malamente c’è poco da fare: è stata urtata dall’auto, dicono le cronache, finendo proiettata contro altre automobili in sosta. Un disastro: fratture al bacino, a ginocchia, costole, scapole e gravi lesioni interne. I familiari sospettano che anche i medici abbiano qualche responsabilità, tanto che hanno presentato un esposto; per ora nessun sanitario risulta indagato, tuttavia - ecco il punto - il PM Valerio Longi ha notificato due avvisi di garanzia, non uno soltanto.

Sono infatti accusati di “omicidio stradale e cooperazione del delitto colposo” due automobilisti: il settantenne che guidava l’auto investitrice, giusto, e poi una seconda persona, colui che aveva parcheggiato in sosta vietata l’automobile su cui è finita la povera Giorgia. Ora naturalmente si dovranno chiarire tante cose, innanzitutto se il decesso della ragazza sia avvenuto in conseguenza dell’urto oppure se possa essere dipeso da altre concause, come la condotta dei medici intervenuti nei giorni successivi al CTO e poi alle Molinette.

Seguiremo la vicenda perché lo scrupolo del PM è una consolazione, ci fa sperare nella cosa che adesso conta di più: che i familiari di Giorgia Marino ottengano almeno giustizia. Sappiamo che lei lavorava alla Amazon di Grugliasco, abitava con il compagno e la figlia nella zona dello stadio Olimpico, era una ragazza che amava la vita e la moto. E’ straziante pensare che si possa morire per un’auto in sosta vietata.

Ascolta il podcast su
Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Vedi anche

Caricamento commenti...