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Nel settore delle auto elettriche le vere rivoluzioni sono rare. Più spesso arrivano miglioramenti graduali, che però nel tempo fanno una grande differenza. È il caso degli anodi al silicio, una tecnologia che potrebbe rendere le batterie più leggere, più veloci da ricaricare e con maggiore autonomia.
Nelle batterie agli ioni di litio l’anodo è il componente che immagazzina energia durante la ricarica. Oggi è quasi sempre realizzato in grafite, un materiale affidabile ma pesante, costoso e legato a una filiera produttiva complessa e poco sostenibile. Inoltre, la grafite occupa una parte rilevante del volume totale della batteria.
Il silicio rappresenta un’alternativa molto interessante perché può contenere molta più energia a parità di peso. Finora, però, il suo utilizzo è stato limitato da problemi di durata e stabilità. Secondo Group14 Technologies e Sionic Energy, questi limiti sono stati in gran parte superati grazie a una nuova architettura dell’anodo e a materiali proprietari.
I test mostrano celle stabili anche ad alte temperature e una densità energetica che può arrivare fino a 400 Wh/kg, ben superiore ai valori tipici attuali. Questo si traduce in batterie più compatte o con maggiore autonomia, senza rinunciare all’affidabilità. Un altro aspetto chiave è la possibilità di ricariche molto rapide, potenzialmente inferiori ai dieci minuti in determinate condizioni.
Questa tecnologia non è solo teorica: gli anodi al silicio sono già utilizzati in smartphone di fascia alta e stanno iniziando ad apparire anche in applicazioni automotive di nicchia. Diversi costruttori vedono in questa soluzione un modo concreto per migliorare le batterie attuali, senza attendere il debutto delle più complesse batterie allo stato solido.
Se adottati su larga scala, gli anodi al silicio potrebbero rappresentare il vero ponte tra le batterie di oggi e quelle del futuro, rendendo le auto elettriche più efficienti, pratiche e accessibili.