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Zam lo ha detto in DopoGP. “Non ci volevo credere, ma la notizia è vera, Martin vuole chiudere subito. Non fosse vera, sarebbe stata subito smentita dalle due parti, da Aprilia e dal pilota. E Jorge Martin era a Le Mans, anche se al circuito non si è visto”.
Martin vuole abbandonare Aprilia il più presto possibile, dunque, e vedremo più avanti se ha la possibilità di farlo davvero. Restiamo intanto su Honda, che se ha fatto questa “molto sostanziosa” offerta al pilota spagnolo non si sbilancia comunque. E’ una prassi dei costruttori giapponesi: non si parla ufficialmente prima che il pilota abbia risolto i propri problemi contrattuali.
L’offerta di Honda sarebbe maturata dopo che si è capito che Pedro Acosta in Honda non ci sarebbe andato. E qui c’è la voce generale, ormai credibile, che Acosta finirebbe al team VR 46 su una Ducati, molto probabilmente al posto di Morbidelli che è in scadenza di contratto. E’ vero che Uccio, sabato scorso, ha dichiarato a Sky che l’opzione per Franco scade ad agosto e che lo vogliono tenere, però poi ha aggiunto “mai dire mai”…
Il quarantunenne Albert Valera, che debuttò nel 2012 con Jorge Lorenzo, è il manager sia di Acosta sia di Martin (e di Aleix Espargaro e Arbolino), ed è certamente preparato e motivato. Piazzare uno dei suoi piloti in Honda in questa fase, cioè quando la casa più ricca del mondo ha deciso di fare sul serio in MotoGP ripartendo con la direzione tecnica di Romano Albesiano e con investimenti importanti, rappresenterebbe un colpo grosso per il manager e per il suo assistito. Staremo a vedere.
Tornando al rapporto con Noale, Jorge Martin e Valera vorrebbero chiudere in anticipo sfruttando una clausola bilaterale del contratto, una clausola che hanno tutti i piloti e che dice più o meno così: dopo tot GP, se non si sono raggiunti determinati risultati, ci si può liberare bilateralmente. Può farlo sia il pilota scontento delle prestazioni della moto, sia la squadra insoddisfatta del suo pilota.
In questo caso però, agli occhi di molti, la posizione dello spagnolo apparirebbe pretestuosa: Jorge si è fatto male subito nei test in Malesia e si è fatto operare, poi è caduto in allenamento alla vigilia della Thailandia e si è rotto di nuovo piede e polso. Nel complesso ha saltato tre GP e in Qatar, dopo la Sprint, non ha concluso la gara per la caduta e il successivo investimento ad opera di Di Giannantonio. Solo una Sprint su sei gare: logico che non abbia punti.
Sembra anche che gli uomini di Martin abbiano proposto ad Aprilia una specie di “mundialito”, cioè una serie di poche gare (quattro, cinque, sei) per vedere come va e poi prendere una decisione. Aprilia non avrebbe accettato.
Ma è tutto come sembra? E’ Martin il “cattivo” della situazione? Bernardelle, in DopoGP, ha aggiunto una considerazione: per avere un quadro completo occorrerebbe valutare questi primi mesi del 2025 e conoscere la situazione dei pagamenti fatti dal gruppo Piaggio al pilota. Se cioè Aprilia ha pagato tutto, oppure ha sfruttato, ragionevolmente, altre clausole per non versare l’intero ingaggio al pilota fermo per incidente. In questo secondo caso, le posizioni sono bilanciate e ci sarà da discutere sul contratto per l’anno prossimo. Insomma, se Aprilia ha pagato tutte le rate scritte nel contratto, la clausola liberatoria non vale, non può essere applicata. Diversamente, la parola agli avvocati.
Zam ha aggiunto che, di solito, dopo due GP di assenza del pilota si interrompono i pagamenti. Si dice che Jorge Martin sarebbe tornato a correre in Qatar anche per non perdere quei soldi e I’ing lo aveva ipotizzato a suo tempo. L’unica cosa certa, al momento, è che perderanno tutte due le parti: Aprilia che sognava una stagione super e Jorge Martin che per molti perderebbe credibilità.