Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
La moto è stata esposta ad Eicma 2025 nello spazio Desert Queens dedicato agli oltre quarant’anni di storia della Parigi-Dakar: trenta moto, dalla prima XT vincitrice con Neveu fino alle ultime KTM. Questa è la Yamaha con la quale Thierry Sabine si perse e resto tre giorni isolato nella Abidjan-Nice del dicembre 1976, è la sua Yamaha personale che dovette abbandonare nella sabbia. Da quell’avventura trasse l’ispirazione per organizzare il rally africano.
Quando, dieci anni più tardi, Thierry morì precipitando con l’elicottero nell’edizione del 1986, il suo amico Mano Dayak volle recuperare quella moto per donarla alla vedova. Mano era un Tuareg, un leader: anche lui sarebbe morto in un incidente aereo, nel ‘95, una esplosione probabilmente provocata per sabotare chi stava provando a pacificare, dopo anni di rivolte, il popolo nomade e il governo del Niger.
E’ una storia emozionante: la storia di una moto che parla di avventura, di ansia e di gioia. E di due giovani che si conobbero a Parigi dove Dayak studiava all’università, diventarono amici, collaborarono per almeno un decennio nel tracciare percorsi sempre più affascinanti in terra africana. Nico Cereghini li ha conosciuti entrambi.