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Stefano Manzi è nato a Rimini il 29 marzo 1999. Ha iniziato nel CIV e nella Rookies Cup ed in seguito ha corso nel CEV e nel mondiale Moto3. Nel 2017 è passato in Moto2 ma senza mai riuscire ad esprimere tutto quel talento che aveva mostrato nei suoi primi anni da pilota, quando veniva considerato un “bambino prodigio”. Crescendo aveva perso la giusta direzione, che ha ritrovato all’età di 23 anni quando ha deciso di cambiare paddock e di andare a correre nelle derivate dalla serie. “Ero un piccolo professionista, ma poi crescendo ho smesso di esserlo ed i risultati ne hanno risentito. Arrivato a 23 anni ho capito che stavo perdendo delle grandi occasioni, ed ho deciso di ricominciare dalla Supersport”.
Dopo una stagione con la Triumph è passato alla Yamaha con la quale in due anni ha ottenuto nove vittorie e 36 podi. E l’attuale leader del WorldSSP ed è stato scelto dalla casa dei tre diapason per tenere a battesimo la nuova R9. Lui ha ripagato la fiducia portando la nuova moto alla vittoria nella gara d’esordio a Phillip Island e con un inizio di stagione da paura: nelle prime otto gare ha ottenuto tre vittorie e cinque secondi posti.
Stefano ha portato alla vittoria sia la R6 che la R9: “La R6 è una moto unica, fantastica. Sembrava impossibile poterla sostituire, ma in Yamaha hanno deciso di cambiare completamente strada ed hanno creato la R9, un’altra grande moto, pensata sia per chi la usa in strada, che per chi la porta in pista”.
Andrea Dosoli, che lo aveva conosciuto ed apprezzato in Moto3, ha sempre creduto in lui e lo ha voluto alla Yamaha pensando anche ad un futuro in Superbike. Questo dovrebbe essere il suo ultimo anno in SSP perché dal prossimo dovrebbe salire di categoria. E nella classe regina potrebbe ritrovare il suo avversario di tante gare, sin da quando erano due bambini, e che come lui ha ritrovato se stesso in Supersport: Nicolò Bulega.