Quando il cambio era ovunque: l'anarchia motociclistica degli anni '70! [VIDEO]

Negli anni '70, la disposizione del cambio sulle moto era estremamente variegata e spesso fonte di confusione per piloti e appassionati. Solo con l’affermazione delle case giapponesi e la razionalizzazione dei comandi la configurazione moderna si è imposta
12 novembre 2025

Oggi diamo per scontato che il cambio sia a sinistra con la prima in basso, ma negli anni '70 la situazione è stata caotica. Le moto italiane e inglesi hanno montato il cambio a destra con la prima in alto, mentre le giapponesi sono arrivate con il cambio a sinistra e la prima in basso. Alcune Triumph hanno complicato ulteriormente le cose con soluzioni ibride, e le BMW sono passate direttamente dal comando a mano sul serbatoio al pedale sinistro. I tester e i motociclisti che hanno cambiato moto spesso hanno vissuto situazioni pericolose, come alla prova comparativa di Motociclismo a Monza, dove si è passati da un sistema all'altro con rischi evidenti.

Anche Benelli ha tentato una via intermedia spostando il cambio a sinistra ma mantenendo la prima in alto, causando episodi tragicomici come quello di un giornalista che ha bruciato la frizione di una 252C. I giapponesi hanno insistito sulla loro soluzione più razionale: frizione e cambio sullo stesso lato, pedale freno a destra come nelle auto. Alla fine hanno vinto e nella seconda metà degli anni '70 tutte le case si sono adeguate. Kenny Roberts è stato uno dei precursori del cambio rovesciato in pista (prima in alto), soluzione che oggi tutti i piloti hanno adottato per vantaggi pratici in piega e ad alta velocità. Max Biaggi ha fatto eccezione vincendo con il cambio tradizionale.

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