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Ciao a tutti! Parliamo del feeling, che è un tema centrale oggi e lo era già quarant’anni fa, nel 1985, quando Mina e Riccardo Cocciante cantavano appunto “Questione di feeling”. E’ un fattore importante se Pecco Bagnaia, che è un tre volte campione del mondo e vuole tornare a vincere, lo cerca con la sua squadra dall’inizio della stagione e fatica a trovarlo. Pecco è un professionista della moto e lavora di fino, ma anche noi motociclisti della strada (e del fuoristrada) cerchiamo questa intesa.
A che livello è il feeling con la vostra moto? E’ nato subito, appena avete fatto girare le ruote, o dopo tanti chilometri? Avete raggiunto in passato un feeling ideale con una moto differente da quella di oggi? Oppure al contrario non siete mai entrati in piena sintonia con una moto? Siamo curiosi.
Ci sono moto che già a guardarle ti fanno pensare: questa è per me, sono sicuro che con lei sarei completamente felice. Poi non è detto che succeda, ma per esempio da ragazzi sognavamo lo Stornello Regolarità della Guzzi, e più avanti nell’87 contemplavamo la Honda RC 30, proprio con questo pensiero in testa. In seguito, avendo la fortuna di saltare in sella alla seconda, alla mitica RC30, abbiamo avuto la piena conferma che ci avevamo visto giusto. Questo è feeling immediato, diremmo quasi scontato, che può capitare una o due volte nella vita. Ma credo che un feeling discreto si possa trovare con più di una moto.
Potendone provare molte dagli anni Settanta in avanti, abbiamo raggiunto una buona sintonia con almeno l’ottanta per cento delle moto. Cosa ha ostacolato, per l’altro 20%, il processo di conoscenza fino al feeling? Nell’ordine, ma è soggettivo: una geometria di sterzo che non trasmette piena fiducia (questo è l’elemento fondamentale), dei (o degli?) pneumatici che lasciano incerti e insicuri, una erogazione troppo appuntita oppure al contrario troppo pronta, una posizione in sella probabilmente sbagliata, un cambio lento o impreciso, uno stacco frizione difficile da gestire…
L’esperienza conta, ma non è tutto. Anche un motociclista alle prime armi, quando sa dare credito alle sue sensazioni, è in grado di capire se la moto non lo soddisfa e se non si sente sicuro. Qualche volta il limite è nel pilota e allora saranno i chilometri a far maturare una intesa, più o meno buona; qualche volta il limite è nella moto o nelle gomme inadeguate e allora bisognerà proprio cambiare. Il feeling va inseguito.
Siamo curiosi di leggere i vostri commenti e sapere cosa ne pensate. Per qualcuno l’intesa nasce subito, fin dalla contemplazione estetica o dal sound, dalla potenza del marchio o addirittura dal nome o dalla sigla. Già, perché Novecentosedici o Africatwin avevano un fascino speciale anche prima di afferrare il manubrio e innamorarsi…
Raccontateci le vostre esperienze e le vostre conclusioni. Sempre che siate convinti anche voi che la moto ha un’anima - come diceva Valentino Rossi - e non è un semplice pezzo di ferro.