Monopattini elettrici e alcol: scattano arresto e multe fino a 6.000 euro, la Cassazione conferma

Monopattini elettrici e alcol: scattano arresto e multe fino a 6.000 euro, la Cassazione conferma
La Cassazione equipara i monopattini elettrici alle moto e alle auto: chi guida sopra il limite di alcol rischia il penale. Sanzioni pesantissime ma niente ritiro patente
26 novembre 2025

Chi si mette alla guida di un monopattino elettrico dopo aver bevuto rischia conseguenze penali identiche a quelle previste per i motociclisti e gli automobilisti.

La Corte di Cassazione ha stabilito con una sentenza inequivocabile che i dispositivi di micromobilità elettrica rientrano a pieno titolo nella definizione di veicolo del Codice della strada, rendendo applicabile il reato di guida in stato di ebbrezza con tutte le sanzioni previste: multe da 500 a 6.000 euro e arresto fino a un anno nei casi più gravi.

La pronuncia degli Ermellini chiude definitivamente ogni dubbio interpretativo e segna un cambio di passo nella regolamentazione di questi mezzi sempre più diffusi e discussi nelle città italiane.

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Tutto nasce dal ricorso di un uomo condannato dal Tribunale di Vicenza e successivamente dalla Corte d'Appello di Venezia per aver provocato un incidente stradale mentre conduceva un monopattino elettrico sotto l'effetto di alcool.

La difesa dell'imputato aveva cercato di far valere una linea interpretativa secondo cui il reato di guida in stato di ebbrezza non potesse trovare applicazione, sostenendo che il dispositivo utilizzato non rientrasse tecnicamente nella categoria dei veicoli soggetti alla normativa del Codice della strada. Una tesi respinta con fermezza dalla Suprema Corte, che ha confermato le condanne dei gradi precedenti e stabilito un principio destinato a fare da riferimento per tutti i futuri procedimenti analoghi. La Cassazione ha infatti ribadito che questi mezzi sono equiparati ai velocipedi e quindi soggetti alle medesime regole di circolazione e responsabilità penale previste per chi guida un'automobile o una motocicletta in stato di alterazione da alcol.

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Il fondamento giuridico

Nelle motivazioni della sentenza, i giudici della Cassazione hanno richiamato con precisione l'articolo 46, comma 1, del Codice della strada, secondo cui rientrano nella definizione di veicolo tutte le macchine di qualsiasi tipologia che circolano su strada guidate dall'uomo. La normativa vigente equipara espressamente i dispositivi elettrici ai velocipedi, riconoscendo che la loro presenza nel traffico urbano può influire direttamente sulle condizioni generali di regolarità e sicurezza della circolazione stradale. Non si tratta quindi di una forzatura interpretativa, ma dell'applicazione coerente di un principio già presente nell'ordinamento. La stessa logica che rende perseguibile penalmente chi guida una bicicletta in stato di ebbrezza si estende automaticamente ai monopattini elettrici, dispositivi che per caratteristiche tecniche e modalità d'uso possono rappresentare un pericolo equivalente o superiore in caso di conduzione alterata.

Sanzioni pesanti ma niente sospensione della patente

Le conseguenze per chi viene sorpreso alla guida di un monopattino elettrico con un tasso alcolemico superiore ai limiti sono sostanzialmente identiche a quelle previste per i motociclisti e gli automobilisti. A seconda del livello di alcol rilevato nel sangue, le sanzioni vanno da una multa di 500 euro e l'arresto fino a sei mesi per chi supera di poco il limite consentito, fino a 6.000 euro di ammenda e un anno di reclusione per chi viene fermato con valori particolarmente elevati.

Tuttavia la Cassazione ha chiarito un aspetto importante: non può essere disposta la sospensione della patente di guida. Il motivo è semplice e lineare: per condurre un monopattino elettrico non è richiesta alcuna abilitazione specifica, quindi non esiste un titolo da sospendere. Resta però pienamente operativo l'intero impianto sanzionatorio penale, con conseguenze che possono includere anche la fedina penale sporca per chi viene condannato definitivamente.

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Numeri allarmanti

La decisione della Cassazione si inserisce in un contesto preoccupante dal punto di vista della sicurezza stradale. Secondo i dati più recenti, nel corso del 2024 si sono verificati oltre tremila incidenti stradali che hanno coinvolto monopattini elettrici con conseguenze per le persone, mentre nei primi nove mesi dell'anno si sono contate venti vittime. Numeri che hanno spinto il legislatore a intervenire con modifiche normative sempre più stringenti e che ora trovano un ulteriore rafforzamento attraverso l'interpretazione giurisprudenziale. La diffusione capillare di questi mezzi, facilitata anche dalla presenza di circa quarantamila dispositivi in sharing distribuiti nelle principali città italiane, ha reso necessario un ripensamento complessivo delle regole di utilizzo e dei controlli sulla loro applicazione.

Di fronte all'aumento degli incidenti e delle criticità legate all'uso improprio dei monopattini, le amministrazioni comunali stanno adottando strategie differenziate. Sulla scia di Madrid, Parigi e Praga anche Firenze ha scelto la linea più drastica: a partire da aprile 2026 non sarà più consentito il servizio di noleggio in sharing, una decisione motivata dalla convinzione che non sussistano le condizioni per garantire una circolazione ordinata e sicura di questi dispositivi nel tessuto urbano cittadino.

Fonte: TGCOM24

Immagine: ANSA/HUM

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