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Mentre ci avviciniamo alla fine del 2025 e ci prepariamo a festeggiare il Natale, è tempo di bilanci anche per noi di Moto.it. Quest'anno vi abbiamo raccontato centinaia di storie: dalle novità del settore alle prove su strada, dalle competizioni internazionali alle piccole cronache quotidiane che rendono vivo il mondo delle due ruote. Ma quali sono state le notizie che più vi hanno colpito? Quali articoli avete letto, commentato e condiviso con maggiore passione?
Abbiamo analizzato i dati del nostro sito per scoprire le 5 notizie più lette del 2025, e il risultato è una fotografia fedele di ciò che vi interessa davvero: non solo moto nuove e tecnologia, ma anche cronaca, sicurezza e storie che toccano il cuore. Dalla criminalità urbana ai controlli sulle strade di montagna, dalle innovazioni più bizzarre provenienti dall'Oriente fino , ahimè, agli incidenti che ci ricordano quanto può essere pericoloso e assurdo il nostro sport preferito.
Ecco gli articoli che hanno registrato il maggior numero di visualizzazioni su Moto.it nel 2025, raccontando un anno che non dimenticheremo facilmente.
Al quinto posto troviamo un articolo di cronaca che ha fatto il giro del web ad agosto: "Milano, maxi furto di moto in hotel: dieci BMW GS1300 rubate nella notte". La storia è quella di una comitiva di motociclisti brasiliani arrivati a Milano per un tour che avrebbe toccato anche la Svizzera, protagonisti di un furto tanto audace quanto particolare. Dieci BMW GS 1300 e 1300 Adventure, ognuna dal valore di circa 30mila euro (per un totale di quasi 300mila euro), sono sparite nella notte dal parcheggio di un hotel.
Le moto, noleggiate dalla società Hp Motorrad, erano state lasciate in un garage custodito e videosorvegliato. I turisti, dopo averle parcheggiate la sera del 4 agosto, contavano di riprenderle la mattina successiva per partire verso le Alpi. Ma al loro arrivo in garage, la sorpresa amara: i posti erano vuoti. Le immagini delle telecamere hanno mostrato che i ladri avevano agito con estrema destrezza: il furto è avvenuto in più fasi a partire dall'una di notte, con gruppi di 2-4 persone che hanno portato via una a una le moto, uscendo dal parcheggio attraverso il passaggio pedonale per evitare la barriera automatica.
L'allarme è scattato immediatamente e la polizia, insieme allo staff di Hp Motorrad, ha sfruttato i dispositivi di localizzazione delle moto per rintracciarle. Il risultato? Nove delle dieci moto sono state ritrovate poco dopo nei cortili di palazzi vicini, probabilmente nascoste per essere recuperate con più calma. Alcune presentavano danni al bloccasterzo e borse laterali mancanti. La società ha assistito i clienti sia per la denuncia che fornendo nuove moto per permettere al tour di continuare.
Una storia a lieto fine (quasi) che ha evidenziato sia l'audacia dei criminali che l'efficienza dei sistemi di tracciamento GPS moderni. E che ha fatto riflettere tutti noi sull'importanza di dotare le nostre moto di dispositivi antifurto adeguati, anche quando le lasciamo in garage custoditi.
Al quarto posto l'editoriale di Nico Cereghini pubblicato a novembre che ha toccato il cuore di tantissimi appassionati: "Buone notizie: qualche volta le piste abbandonate rinascono". Come scrive lo stesso Nico nell'incipit, "una pista abbandonata è tra le cose più tristi del mondo", e questa volta la storia ha un lieto fine che ci ha scaldato il cuore.
L'articolo racconta la riapertura della famosa pista kart degli Oleandri a Taggia, dopo anni di abbandono. Questo tracciato era, fin dai primi anni Novanta, un impianto amato anche da piloti celebri come i fratelli Schumacher, Max Biaggi e tanti altri. La pista più bella del ponente ligure, vicina al confine francese e appetibile anche per il Principato di Monaco, sembrava persa per sempre.
La cosa più bella? Adesso è stata rinominata "Pista Mandracci" in onore di Guido Mandracci, pilota di kart e di moto che la volle e la creò con l'entusiasmo dei ragazzini. Guido era stato pilota ufficiale della Suzuki Italia negli anni Settanta, aveva portato le prime RG quattro cilindri nel mondiale, aveva corso tante stagioni da privato con le Yamaha, si era spinto fino all'Endurance e alle 24 Ore. Nel 1973 aveva vinto con Jack Findlay la 1000 Miglia di Imola, era andato a correre nel catino di Daytona. Quando alla fine del '75 aveva appeso il casco al chiodo, Guido era tornato al vecchio amore dei kart e aveva messo in piedi quella pista speciale.
Madrina dell'inaugurazione dello scorso 17 novembre è stata Giada Mandracci, figlia di Guido, che ci ha lasciati nel 2000 per un infarto quando lei era ancora una bambina. Le prime recensioni della pista riaperta sono entusiastiche: tracciato molto divertente, grip eccezionale sia sull'asciutto che sul bagnato, atmosfera accogliente, bar ristorante curato nei minimi dettagli. Cereghini chiude con una riflessione che ci ha colpiti tutti: "Ci vogliono le belle notizie per rallegrare un po' questi tempi così complicati".
Una storia di passione, di memoria, di rinascita che ci ricorda perché amiamo questo mondo. Perché dietro ogni pista, ogni moto, ogni curva, ci sono storie di persone che hanno sognato e che continuano a farlo.
Sul gradino più basso del podio sale un articolo pubblicato a settembre che ha fatto molto discutere: "Quasi 100 patenti ritirate dalle due carabiniere motocicliste". La notizia racconta del lavoro svolto durante l'estate 2025 sui passi dolomitici intorno a Corvara in Badia da una coppia di carabiniere motocicliste: il maresciallo Serena Novelli (30 anni, abruzzese) e il carabiniere Michela Patat (26 anni, friulana), che si muovono in sella alle Ducati Multistrada 1200.
Il bilancio della stagione estiva parla chiaro: quasi cento patenti ritirate e alcune osservazioni interessanti sulle infrazioni più comuni. "Il maggior numero di sanzioni ha riguardato anche quest'estate i tedeschi, che sono i turisti più presenti sui passi di montagna", hanno dichiarato le due carabiniere. Le infrazioni più frequenti? Guida contromano in curva (spesso con visibilità limitata) e sorpassi azzardati.
Ma c'è di più: le due agenti hanno notato che ci sono parecchi centauri che faticano a guidare e a reggere il peso della moto sui tornanti, senza una preparazione adeguata e rischiando cadute pericolose. Interessante anche la segnalazione su una tendenza particolare delle auto sportive: l'ultima moda è girare senza targa anteriore, con i proprietari che preferiscono pagare la multa da 60,90 euro piuttosto che "rovinare" l'estetica delle supercar.
L'articolo ha scatenato un acceso dibattito nei commenti, con molti motociclisti che hanno protestato per le sanzioni legate all'invasione della carreggiata opposta. La risposta delle carabiniere è stata chiara: "Spesso i centauri si lamentano perché manca la linea di mezzeria. Ma sulle strette strade di montagna è frequente che la linea continua non ci sia. E nessuno è autorizzato a invadere la carreggiata opposta mettendo a rischio sé e gli altri". Un tema caldo che ha fatto riflettere molti di noi sulle nostre abitudini di guida in montagna.
Un contenuto che merita una menzione speciale è l'intervista esclusiva a Marco Melandri realizzata a Lugano da René Pierotti. La seconda parte in particolare ha generato grande interesse per le rivelazioni sull'amicizia finita con Valentino Rossi. Melandri racconta di un rapporto strettissimo da bambini ("andavamo alle gare insieme, dormiva da me, eravamo a casa sua per il suo 14esimo compleanno"), nato sui go-kart e nelle minimoto, con passioni condivise come la musica e il flat track.
Ma quando Marco arrivò in MotoGP e Rossi stava per passare in Yamaha prendendo il suo posto, qualcosa si ruppe. Da lì in poi i rapporti non si sono mai ricomposti. Melandri ammette candidamente: "Di fatto non abbiamo rapporti, non ci siamo visti praticamente mai più". Un racconto sincero e senza filtri che ha fatto discutere la community, divisa tra chi ha apprezzato la franchezza e chi ha criticato le dichiarazioni.
E arriviamo alla notizia più letta dell'anno, quella che nessuno si aspettava al primo posto: "Arriva dalla Cina uno Scooter-Camper: un Micro-Mondo su Due Ruote". Pubblicato a luglio 2025, l'articolo ha letteralmente conquistato i vostri click raccontando di un bizzarro brevetto depositato da un'azienda della provincia di Guangdong che propone uno scooter ispirato alla Honda PCX con tanto di cabina abitativa montata sul retro.
Le immagini del progetto hanno fatto il giro del web: il modulo abitativo appare sproporzionato rispetto al veicolo, e lo spazio interno è comunque limitatissimo. Un adulto faticherebbe a trovare comodità, ma l'idea ha affascinato per la sua audacia e per rappresentare quelle soluzioni estreme di mobilità compatta che solo dalla Cina possono arrivare. Il problema? La sicurezza appare più che discutibile: nessuna informazione su cinture, ancoraggi o protezioni passive, e il bilanciamento del veicolo con tutto quel peso sulla ruota posteriore desta più di una perplessità.
Con un motore monocilindrico da circa 15 CV, questo scooter-camper difficilmente supererebbe i 100 km/h, risultando probabilmente instabile già a velocità inferiori. È prevista anche una versione elettrica, ma autonomia e potenza restano un mistero. Il futuro commerciale del progetto è tutto da vedere, nessuno sa se arriverà mai sul mercato né a quale prezzo.
Eppure questa proposta estrema vi ha conquistati più di qualsiasi altra notizia dell'anno. Perché? Forse perché rappresenta perfettamente quello spirito di creatività senza limiti che caratterizza l'industria asiatica, forse perché ci fa sorridere immaginando un campeggiatore "minimal" in viaggio su questo improbabile mezzo, o forse semplicemente perché è talmente bizzarra da essere irresistibile. Fatto sta che avete cliccato in massa, commentato, condiviso e reso questo scooter-camper la star assoluta del 2025 su Moto.it.
Una vittoria inaspettata che ci ricorda una cosa importante: a volte le notizie che conquistano di più non sono quelle più "serie" o tecnicamente rilevanti, ma quelle che sanno stupirci, farci sorridere e accendere la nostra fantasia.
A gennaio 2025, durante la settima tappa dell'Africa Eco Race, è accaduto qualcosa di incredibile e drammatico. Al rifornimento di metà speciale, l'ultraleggero pilotato da Jean-Louis Schlesser (l'organizzatore della gara) ha deviato dalla direttrice di decollo andando a impattare contro il pilota italiano Andrea Perfetti che si stava rifornendo al chilometro 241.
L'incidente ha scosso e continua a scuotere tutti gli appassionati. Quello che conta è che Andrea è tra noi e ce la sta mettendo tutta per tornare alla vita normale.
Immagine generata con AI