Monopattini elettrici, parla il senatore che li ha equiparati alle biciclette

Monopattini elettrici, parla il senatore che li ha equiparati alle biciclette
  • di Alfonso Rago
L'intervista a Eugenio Comincini, il senatore a cui spetta la paternità dell’emendamento che, nei fatti, ha trasformato i monopattini elettrici in e-bike. Per chi vive in città, una vera rivoluzione
  • di Alfonso Rago
16 gennaio 2020

L’esperienza come sindaco, per due mandati, di un Comune importante dell’hinterland milanese come Cernusco sul Naviglio, gli è senz’altro servita per conoscere direttamente i problemi legati alla mobilità quotidiana in un territorio assediato da traffico, inquinamento e rumore.

Nasce quindi anche dai dieci anni vissuti con la fascia tricolore (oltre che dall’essere un ciclista praticante) la convinzione che siano ormai maturi i tempi per una piccola, grande rivoluzione sul tema degli spostamenti urbani: appena ha potuto, il senatore Eugenio Comincini ha avviato il suo progetto di ampliare il ventaglio dei veicoli autorizzati al trasporto di persone, e senza aspettare i tempi forse troppo lunghi ed incerti legati alla fase di sperimentazione sulla micromobilità voluta dall’ex ministro Danilo Toninelli, ha ipso facto sancito l’equiparazione dei monopattini elettrici - e solo di loro, non certo di altri veicoli similari come segway o overboard - alle normali biciclette.

Non sarà stato un passo troppo prematuro, una decisione in anticipo sui tempi?
Sono convinto di no: era necessario dare finalmente un segnale forte, che portasse la Politica in linea con il cambiamento in atto nella società, e che per una volta non la costringesse ad inseguire. Il nostro provvedimento faciliterà non solo il lavoro di migliaia di amministratori, ma anche la vita di tante persone che potranno finalmente aderire a scelte di mobilità sostenibile senza il timore di incorrere in sanzioni.

Ma l’equiparazione tra bici e monopattini non è una forzatura?
Bisogna partire da un concetto di buon senso, e non credere che un’apertura di legge dai contenuti così inediti sia il "via libera" al far west sulle strade. Ricordo intanto che abbiamo fissato alcuni vincoli tecnici (potenza limitata a 500 Watt e velocità massima di 20 km/h, ndr), tesi proprio ad evitare eccessi e comportamenti rischiosi.

Però ora teoricamente i monopattini sono liberi di muoversi anche sulle strade extraurbane, statali e provinciali, mentre con il decreto Toninelli la sperimentazione era limitata ad aree ben circoscritte: non sarà il caso di pensarci, visti anche i dubbi sollevati da alcune Polizie locali?
Il monopattino è un veicolo urbano, che in ambito cittadino offre tutti i vantaggi conosciuti in termini di agilità e facilità di spostamento: per questo penso che la sua obiezione sia giusta. C’è bisogno di stabilire alcuni paletti, pochi ma essenziali, e che siano validi su tutto il territorio per evitare difformità di trattamento: a brevissimo termine sarà convocato un tavolo tecnico, con il Ministero e le amministrazioni locali, appunto per affrontare questi temi. L’importante però è che le decisioni siano sensate e che non mirino a depotenziare o rovesciare il senso dell’emendamento che, ripeto, nasce per aumentare la libertà di movimento dei cittadini.

Da altri soggetti arriva invece la richiesta di prevedere un’età minima per la conduzione dei monopattini, magari legata al possesso di una patente di guida, insieme all’obbligo del casco, di segnalatore acustico e luci: le sembrano norme applicabili?
Aspettiamo di riunirci, perché dalla discussione collegiale verranno fuori senz’altro proposte interessanti e coerenti. Mi faccia però concludere questo dialogo con una mia convinzione: chi sceglie di muoversi in maniera innovativa, per esempio usando un monopattino, sa bene di dover rispettare pedoni e ciclisti e non dimentica mai l’educazione.

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