Le pagelle della Superbike 2013

Le pagelle della Superbike 2013
Carlo Baldi
E’ stato l’anno zero per il mondiale Superbike. Una stagione con molte novità ma anche con molti incidenti. Meritata la vittoria di Sykes, che ha sconfitto gli squadroni BMW ed Aprilia. Ecco i nostri voti ai protagonisti | C. Baldi
5 dicembre 2013

 

E’ stato l’anno zero per una Superbike costretta a cambiare per non scomparire. E’ stata la prima stagione dell’era Dorna e l’ultima di quella Superbike che era cresciuta tanto da sfidare la MotoGP. Un campionato con una formula vincente, che però era entrato in rotta di collisione con il mondiale motociclistico più famoso ed importante al mondo e che era quindi destinato a perdere. E’ stata una stagione strana ed irripetibile, che ha visto il trionfo di Sykes e della Kawasaki, il tracollo della Ducati, la sconfitta ed il ritiro della corrazzata BMW e un’Aprilia che ha perso sia Dall’Igna che il mondiale piloti, nonostante disponesse della moto migliore e di un pilota come Laverty. E poi molti, troppi incidenti, che hanno contribuito al ritiro di Carlos Checa e che ci hanno portato via Andrea Antonelli.

E’ stato il mondiale più povero della storia della Superbike, sia dal punto di vista economico che per quanto riguarda il numero dei partecipanti. Lo spettacolo in pista non è stato dei migliori. Abbiamo assistito a poche gare veramente combattute anche perché si era ormai perso il vero spirito della Superbike. L’elettronica e tecnologie sempre più sofisticate hanno reso la moto più importante del pilota e ridotto a poche unità il numero delle moto vincenti, togliendo ai privati ogni possibilità di vittoria. Speriamo che le modifiche ai regolamenti apportate dalla Dorna consentano un ritorno alle origini e permettano alla Superbike di riappropriarsi del titolo di campionato più spettacolare e combattuto al mondo.



Le pagelle

Tom Sykes
Non era partito benissimo ma poi già al terzo round di Assen, Tom aveva fatto capire che questo poteva essere il suo anno. Bravo a reagire ai momenti difficili come quelli di Mosca e Silverstone. Un finale in crescendo nel quale ha saputo resistere all’assalto di Laverty andando a vincere meritatamente il suo primo titolo mondiale. La sua Kawasaki non sempre l’ha aiutato e le gomme sono state ancora il tallone di Achille delle verdone giapponesi, ma lui ha sopperito con esperienza grinta ed un indubbio talento. Ha sempre dato il massimo, senza fare calcoli e senza mai farsi venire “il braccino” figlio della paura di vincere. Un’annata eccezionale che lo ha consacrato campione a tutti gli effetti. Voto 10


Eugene Laverty
Una classifica fatta di alti e bassi ma un finale fantastico che gli ha permesso di ottenere il secondo posto in classifica. Quest’anno ha sbagliato poco ed è cresciuto moltissimo. Quando ha capito che l’Aprilia non l’avrebbe riconfermato ha reagito con grande rabbia agonistica e ora a Noale qualcuno si mangia le mani. Voto 8,5


Sylvain Guintoli
E’ stato a lungo in testa alla classifica del campionato, ma sul più bello, quando si è accesa la lotta per il titolo lui è sparito, collezionando una serie di piazzamenti che alla fine lo hanno relegato al terzo posto. A sua discolpa va detto che la spalla, infortunata mentre si allenava in bicicletta, lo ha penalizzato più di quanto non sia sembrato dall’esterno, ma quando sei in testa alla classifica ed hai la moto migliore, se ti fai sfuggire il titolo mondiale il tuo bilancio non può certo essere positivo. Voto 6


Marco Melandri

L’anno scorso il titolo lo aveva buttato alle ortiche nelle ultime gare, quest’anno invece la moto non l’ha aiutato e a poche gare dal termine, Marco era già tagliato fuori dalla lotta per il campionato. Dopo Jerez ha dichiarato che sin dalle prime gare la sua BMW si era rivelata poco competitiva e che alcuni problemi fisici lo hanno limitato nel corso del campionato. Ne prendiamo atto, ma il prossimo anno per lui non ci saranno alibi e ci aspettiamo che lotti per il titolo sino all’ultima gara. Deve mostrare con costanza quel talento che quest’anno abbiamo visto solo a sprazzi. Voto 7


Chaz Davies
L’ex campione del mondo Supersport (2011) veniva da una buona stagione trascorsa nel team privato ParkinGo ed in molti pensavano che questo sarebbe stato l’anno della sua definitiva consacrazione tra i top rider della Superbike. Invece non ha fatto vedere grandi cose ed alla fine può vantare solo tre vittorie, due ad Aragon e una al Nurburgring. L’inglese però non è certamente uno che si risparmia e non possiamo quindi dimenticare che Chaz era al suo primo anno con la S1000RR e che anche lui come Melandri, ha pagato i limiti della Superbike tedesca. Voto 7


Davide Giugliano
Siamo tutti dalla parte dei giovani e pronti a sostenere che in Italia non nascono più talenti. Poi però quando un giovane dimostra di saperci fare e di poter stare con piloti affermati e molto più esperti di lui pur con una moto privata, siamo altrettanto pronti a dargli addosso se commette degli errori. Davide ha fatto una grande stagione, nella quale è maturato molto ed ha soprattutto saputo imparare dai propri errori. Sta facendo tutti i passi necessari per diventare un campione ed un protagonista della Superbike. Voto 7,5


Michel Fabrizio
Dopo un inizio folgorante Michel si è andato via via spegnendo, sino a concludere la stagione con la Honda e con risultati da dimenticare. Un'altra annata difficile dopo quelle vissute con Suzuki Alstare e BMW Italia. Indubbiamente le difficoltà economiche del suo team si sono ripercosse negativamente sul rendimento di Michel, sino ad indurlo a giocarsi la carta Honda, dove però ha incontrato difficoltà insormontabili. Un talento che fa fatica ad esprimersi con continuità. Voto 5,5


Loris Baz
La Kawasaki continua a puntare su di lui e lui continua a crescere, anche se i risultati sono in pratica gli stessi dello scorso anno (una vittoria a Silverstone). L’infortunio patito al Nurburgring lo esclude dagli ultimi 5 round nei quali avrebbe potuto dare una mano a Sykes. Il prossimo sarà un anno decisivo per Loris nel quale ci si attende il salto di qualità da giovane promessa a pilota vincente. Voto 6,5


Jonathan Rea
Due secondi posti, una sola vittoria ed un grave infortunio che lo ha costretto a rinunciare alle ultime cinque gare. Paga la scarsa competitività di una CBR che ai soliti problemi quest’anno ha aggiunto anche un’elettronica completamente sbagliata. Meriterebbe molto di più, ma ognuno è artefice del proprio destino e nessuno lo ha obbligato a restare nel team Honda. Datti una mossa Johnny che gli anni passano per tutti. Voto 6


Jules Cluzel
Al debutto in Superbike Cluzel ha svolto al meglio il suo compito senza però mai mostrare quegli sprazzi di classe che ci si aspetta di vedere in un giovane. Torna in Supersport dopo un’annata senza infamia e senza lode, che ha avuto il suo picco nel podio di Silverstone. Voto 5,5

Leon Camier
Quest’anno Leon ci è piaciuto perché ha dato sempre il massimo senza mai risparmiarsi e riuscendo a sfruttare tutto il potenziale della sua datata GSX-R1000. Raccoglie meno di quanto semina e la caduta del Nurburgring gli procura ben sette fratture e lo costringe a saltare quattro round. Stringe i denti e risale in moto nell’ultimo appuntamento di Jerez. Generoso. Voto 6,5


Ayrton Badovini
Il suo primo anno da pilota ufficiale è stato anche quello più difficile, per Ayrton e per la Ducati. Una stagione costellata da infortuni, nel tentativo di rendere competitiva la Panigale. Viene premiato dal terzo posto di Mosca, ma avrebbe meritato di più. Soldatino 7


Leon Haslam
Anche nella sua peggior stagione da quando corre in Superbike, Leon dimostra di essere un pilota “old style”, tutto cuore e passione. Si infortuna ad inizio stagione ma non si vuole operare per non perdere la possibilità di terminare il campionato e corre con i legamenti del ginocchio rotti. Lotta con il dolore e con la tremenda elettronica Honda/Cosworth sino a meritarsi la riconferma per il 2014. Leone 7


Carlos Checa
Difficile dare un voto alla stagione di Carlos senza pensare al suo ritiro ed alla grandezza del pilota e dell’uomo. Non ci è mai sembrato veramente convinto della validità del progetto Panigale e le tante cadute e gli infortuni non hanno certo contribuito a motivarlo. Non si è mai tirato indietro e da serio professionista qual è ha sempre dato il massimo, ma alla fine si è dovuto arrendere agli infortuni e alla voglia di godersi quello che la sua fantastica carriera gli ha dato. Voto 7


Toni Elias
Arriva in Superbike senza fare proclami, consapevole che non sarà facile. Ci mette tanto impegno e porta a casa qualche buon risultato, ma non sale mai sul podio. Meriterebbe un'altra stagione tra le derivate di serie. Voto 6,5

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