MotoGP 2022. Livio Suppo (Suzuki): "Un team in Moto2, perché no?"

MotoGP 2022. Livio Suppo (Suzuki): "Un team in Moto2, perché no?"
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Il team manager parla delle prospettive per il futuro. "Sappiamo che la MotoGP si aspetta un team satellite Suzuki da anni, ma ci mancano ancora alcune cose". E invece, nella classe inferiore...
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15 aprile 2022

L'arrivo di Livio Suppo in veste di Team Manager del team Suzuki è stato uno step importantissimo nel progresso dell'operazione Suzuki MotoGP, liberando Shinichi Sahara e Ken Kawauchi da tutte quelle preoccupazioni non strettamente tecniche che competono, appunto, alla figura del team manager. Con le figure più tecniche ora impegnate al 100% nello sviluppo della GSX-RR, è possibile anche prendere in considerazione future evoluzioni dell'impegno, a partire da quel team satellite che da tempo ci si aspetta dalla Casa di Hamamatsu.

Nei piani di Dorna, infatti, c'è una griglia che replichi da un punto di vista filosofico quella che è l'attuale situazione della Formula 1, con un team ufficiale e uno satellite per ciascuno dei marchi presenti in MotoGP. L'attuale situazione, con un forte squilibrio (di fatto solo Honda, KTM e Yamaha rientrano in questo schema) è un male necessario che l'organizzatore sopporta di buon grado, ma la prospettiva è quella di arrivare al panorama sopra descritto, ridistribuendo l'impegno Ducati verso Suzuki e Aprilia.

Già ai tempi di Davide Brivio, a mondiale quasi vinto, Suzuki si era però tirata indietro, sostenendo come fosse ancora troppo presto; è vero che da allora sono passati quasi due anni, ma è altrettanto vero che sia stato un periodo di sofferenza per il team, che ha dovuto occuparsi di tappare le falle lasciate dall'addio del manager brianzolo e non ha certo avuto tempo di preoccuparsi di evoluzioni future. Diciamo che si potrebbe ripartire facendo finta di... aver dormito per tutto il 2021. In un'intervista rilasciata alla francese Motorsport-total, Suppo ribadisce il concetto.

"Sappiamo che il paddock si aspetta da tempo un team satellite Suzuki, ma dobbiamo ancora fare molte cose prima di poter prendere in considerazione il progetto. È da diversi anni che lo stesso Ezpeleta parla di una situazione ideale con sei case che schierano quattro piloti ciascuna, ma per farlo ovviamente servono sei case disposte a fare questo genere di investimento"I

Inoltre, le moto devono comunque essere competitive, o si rischia di ritrovarsi nella situazione di Aprilia quando, tornando independent team, la compagine allora guidata da Fausto Gresini gli ha preferito le Ducati. 

"Sarebbe molto difficile chiedere a un team satellite di correre con una moto non competitiva, ma oggi siamo in una situazione tecnica che permetterebbe l'avverarsi dello scenario profilato da Dorna. Dobbiamo essere contenti di aver 24 moto in griglia tutte più o meno competitive, comprese quelle dell'anno scorso, molto utili per i rookie che possono crescere più rapidamente senza doversi preoccupare dello sviluppo di moto che non conoscono a sufficienza. D'altra parte, è comunque meglio avere otto Ducati in griglia che vanno fortissimo, piuttosto che avere un riempitivo fatto di mezzi poco competitivi."

Alex Rins e Joan Mir impegnati in Qatar
Alex Rins e Joan Mir impegnati in Qatar

Ma se al momento Suppo esclude un raddoppio dell'impegno in classe regina, le categorie inferiori potrebbero risultare più interessanti. I più attenti avranno notato come Honda, con il suo team Asia/Idemitsu guidato da Tadayuki Okada, ma anche Yamaha, con l'operazione VR46 Mastercamp, siano schierati in Moto2 seguendo l'esempio di una KTM che da anni ha creato un percorso formativo - una "cantera", l'ha definita il nostro Zam prendendo a prestito un termine calcistico - capace di crescere un vivaio molto interessante in prospettiva MotoGP.

Non è quindi un caso che Suzuki, la quale di nuovo fin dai tempi di Brivio ha definito una strategia di investimento su piloti giovani, guardi alla classe cadetta con grande interesse, come conferma Suppo.

"KTM ha svolto un ottimo lavoro in Moto3, Moto2 e MotoGP negli ultimi anni. Sarebbe molto interessante poter crescere i nostri piloti già partendo dalla Moto2. La Moto3? Per noi sarebbe molto difficile impegnarci anche lì."

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