MotoGP 2021. KTM, la “cantera” del motociclismo

MotoGP 2021. KTM, la “cantera” del motociclismo
Giovanni Zamagni
Il termine spagnolo indica la scuola giovanile del calcio: è famosissima, per esempio, quella del Barcellona. Ma la Casa austriaca ha creato qualcosa di simile nel motociclismo, con un percorso programmato dalla Rookies Cup fino alla MotoGP: sono suoi i giovani più promettenti
8 settembre 2021

Gli spagnoli la chiamano la “cantera”. E’ la scuola giovanile del calcio, è famosissima quella del Real Madrid e del Barcellona, due tra le squadre più importanti del mondo. Ecco, nel motociclismo c’è qualcosa di simile: è la “cantera” della Ktm. Unico costruttore presente in tutte e tre le cilindrate, fornitore delle moto della “Rookies Cup” europea, formula vincente per formare i giovani campioni, la Casa austriaca ha messo insieme un sistema assolutamente funzionale a far crescere i piloti, con l’altissima probabilità di assicurarsi sempre i ragazzi più promettenti. Come, per esempio, Pedro Acosta.

 

Un grande futuro davanti

17 anni compiuti il 25 maggio, Pedro è arrivato secondo nel 2019 nella Rookies Cup, per poi vincerla nel 2020. Questo gli ha garantito il posto nell’eccellente squadra di Aki Ajo: nella stagione del debutto nel motomondiale, Acosta ha già conquistato 5 successi e ha 46 punti di vantaggio sul secondo in classifica. Un patrimonio per la Ktm che, non a caso, l’ha già vincolato con un contratto di tre anni, che prevede il passaggio in Moto2 nel 2022, sempre nel team Ajo, per poi arrivare in MotoGP nel 2024. Un percorso che con altre Case non sarebbe stato possibile, proprio perché solo Ktm è impegnata in tutte le categorie. E con la squadra dell’ex pilota finlandese, la Casa austriaca assicura ai suoi piloti un trattamento di altissimo livello, perché quello di Ajo è uno dei migliori team del motomondiale. Non solo: seguendo questi ragazzi fin da giovanissimi, Ktm risparmia parecchi soldi sugli ingaggi, perché un conto è firmare un contratto con un futuro campione, un altro è farlo con un campione già affermato.

Binder, Oliveira, Raul Fernadez, Martin…

Acosta è solo l’ultimo esempio di questa politica vincente. Hanno fatto lo stesso percorso Brad Binder, 26 anni, 1 titolo mondiale in Moto3, 2 successi in MotoGP; Miguel Oliveira, 26 anni, 15 vittorie in tutte le classi, di cui 3 in MotoGP; Raul Fernandez, 21 anni (non ancora compiuti), già 4 trionfi in Moto2 al debutto, pronto a passare in MotoGP nel 2022 assieme al compagno di squadra Ramy Gardner, pure lui giovane pilota (23 anni) legato a doppio filo con la Ktm. Ma anche Jorge Martin avrebbe dovuto correre in MotoGP con la moto arancione, se il bravissimo Francesco Guidotti non avesse spiazzato tutti anticipando la firma del contratto per il team team Pramac-Ducati. Insomma, quello della Casa austriaca è un cammino molto ben pianificato, che può portare a grandissimi risultati in tutte le categorie.

 

Dall’Igna voleva la Moto3

Qualcosa di simile era stato fatto in passato dall’Aprilia - dominatrice di 125 e 250, ma con il limite di non avere una 500 vincente -, capace di portare in 500/MotoGP futuri campioni come Valentino Rossi, Max Biaggi, Marco Melandri, tanto per citare i tre italiani più famosi. Non a caso, l’ingegnere Gigi Dall’Igna - allora artefice di tanti successi della scuola Aprilia - aveva in progetto di partecipare con la Ducati in Moto3, proprio per creare un cammino tecnico importante per assicurarsi i giovani più forti. Un’idea mai realizzata, che però funziona alla grande con la Ktm. Il futuro è molto arancione.

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