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Come sappiamo Liberty Media ha acquistato Dorna perché interessata alla MotoGP ma si è ritrovata proprietaria anche del mondiale Superbike. L’azienda americana vuole incrementare la presenza mediatica del motomondiale in quelle regioni dove ancora non è presente in modo importante (Nord America) ed ampliare il bacino d’utenza dell’Estremo Oriente.
Chiariamo subito che Liberty Media è un’azienda a fini di lucro e come tale deve investire e guadagnare. Se un prodotto funziona si potenzia se non funziona si vende o si dismette.
E la Superbike? La Superbike non rientra nei piani di Liberty Media che, a quanto pare, sta cercando di venderla. Il mondiale delle derivate non trova autodromi interessati se non quelli piccoli come Most o Cremona, non ha un grande appeal televisivo ed avrebbe bisogno di investimenti che l’azienda americana non solo non vuole fare, ma che diventerebbero controproducenti nei confronti della GP.
Per questi motivi sta provando a venderla. Ma c’è qualcuno interessato? Qualcuno in grado di gestire un mondiale motociclistico? Si vociferava di due possibili acquirenti. Una sarebbe la Warner Bros Discovery Sports Europe che però ha abbandonato il FIM EWC il mondiale Endurance per concentrarsi sul proprio core businnes: la televisione.
L’altra potrebbe essere la MotorSport Vision Racing, che organizza il British Superbike. La gestione del campionato nazionale inglese funziona alla grande, ma sarebbero in grado di gestire un mondiale? DI sostituire Dorna al tavolo delle trattative con FIM e MSMA (i produttori)? E a proposito di questi ultimi ricordiamo che le moto nel BSB sono in una conformazione che alimenta lo spettacolo ma che non piace alle case, essendo tra le altre cose praticamente prive di elettronica.
Supponendo che Liberty Media non trovi acquirenti, quali scenari si prospettano per la SBK?
Prima di rispondere a questa domanda però dobbiamo farcene un'altra: esiste ancora spazio per due campionati mondiali di motociclismo?
Quando nacque, la SBK era in netta antitesi con la GP. Nel motomondiale le moto erano prototipi a due tempi mentre dall’altra parte c’erano moto di serie a quattro tempi, alle quali erano stati tolti targa e specchietti. Ora qual è la situazione? Le due tempi non esistono più e, se si esclude la MotoGP, le altre categorie utilizzano tutte motori derivati dalla serie. Per la Moto3 si parla di monomotore Yamaha R7, mentre la Moto2 già utilizza motori Triumph. Le classi minori sono praticamente dei doppioni mentre quali sono le reali differenze tra GP e SBK?
Le moto di serie dalle quali derivano le SBK sono ormai MotoGP camuffate, con prestazioni sempre più vicine a quelle delle GP. Basta guardare la nuova Panigale. Moto da pista che possono andare anche su strada, tanto che, se non cambieranno le regole, nel 2027 potremmo avere moto SBK dalle prestazioni superiori rispetto a quelle delle GP che, come sappiamo, scenderanno di cilindrata, gli verranno tolti gli abbassatori e ridotto lo studio aerodinamico.
Ha ancora un senso tutto questo?
E perché non unire i due campionati. In SBK esiste solo una cosa realmente interessante per la società americana e sono le sei case produttrici che vi corrono ufficialmente, alle quali dobbiamo aggiungere le aziende cinesi che si stanno avvicinando al racing (il prossimo anno saranno quattro quelle impegnate nelle derivate). Perché non portare la SBK nel paddock della GP? Potrebbe correre il sabato, non in tutti i round, e sarebbero gare che in ambito GP potrebbero essere appetibili per sponsor, televisioni e pubblico.
E le classi minori come Sportbike, Supersport, Moto2, Moto3? Ammesso che anche ora interessino realmente agli sponsor ed alle televisioni, una possibile soluzione sarebbe la creazione di campionati europei o nazionali per queste categorie, ma non dimentichiamoci quello che abbiamo detto all’inizio: Liberty media è una società a fini di lucro, che deve realizzare utili. Non deve far crescere il motociclismo e allevare giovani. A quello dovrebbero pensare la FIM ed i vari campionati gestiti dalle Federazioni nazionali.