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Anche quella di Magny-Cours viene identificata come una delle piste favorite da Toprak Razgatlioglu, ma a questo punto viene da chiedersi quali siano le piste che il fenomeno turco non gradisce, visto che non ha stravinto soltanto a Donington (dove colse il suo primo podio in SBK nel 2018) e sul tracciato francese (dove vinse le sue prime due gare nello stesso round nel 2019) ma ha fatto tripletta anche nella “sconosciuta” Balaton e a Misano, a casa del nemico.
Il pilota della BMW non ha avuto avversari e ha portato a 39 il suo vantaggio su Nicolò Bulega, l’unico dei suoi avversari che la matematica e la logica ancora non condannano, ma per l’italiano della Ducati la salita si fa sempre più ripida perché la BMW è diventata la moto da battere e da Borgo Panigale non arrivano segnali di ripresa o nuove soluzioni che possano aiutare Bulega e la sua squadra.
In Francia persino Michael Van der Mark si è messo in luce a certificare come la M1000RR sia attualmente la moto più performante, alla faccia delle riduzioni di benzina e del nuovo telaio. BMW ha fatto grandi passi in avanti, Ducati è rimasta al palo ma anche le altre non è che si siano date da fare per diminuire il gap con la casa tedesca.
Alla fine quella che sta progredendo più sensibilmente è la bimota, che ha fatto indigestione di terzi posti (e di podi) con Alex Lowes.
La Yamaha è sempre la stessa e in mancanza di Andrea Locatelli, terribilmente penalizzato da una scivolata in Superpole, ci ha pensato Jonathan Rea in Gara2 a tenere alto il vessillo della casa dei tre diapason, perché come al solito i piloti del Team satellite GRT non incidono. In progresso anche la Kawasaki di Garrett Gerloff che però ha subito la stessa sorte di Locatelli ed ha dovuto fare forsennate rimonte che hanno portato ben poche soddisfazioni, ma la moto è decisamente migliorata. Nonostante la concessione di una maggior quantità di benzina la Honda deve aggrapparsi a Xavi Vierge per fare capolino nelle prime dieci posizioni inj attesa che dalle alte sfere si decida di cambiare drasticamente chi regge le redini di una squadra che non si è mai dimostrata all’altezza della situazione.
Intanto in Supersport Stefano Manzi sta facendo faville ed ha beffato quel Can Oncu che sembra destinato alla R1 ufficiale ex Rea nonostante sia l’italiano a meritarla di più. Misteri del sol levante.
La pioggia ha risparmiato i piloti ma anche gli spettatori francesi ed alla fine sono stati oltre 50.000 le presenze nelle tre giornate di Magny-Cours che ha migliorato alcuni dei suoi punti critici. Meglio tardi che mai……
Ecco i nostri voti ai protagonisti del week end transalpino:
Abbiamo finito gli aggettivi ed i paragoni. Il fenomeno turco fa quello che vuole e sono ormai dodici gare che nessuno riesce nemmeno ad abbozzare un tentativo di sorpasso. Spiace perdere un pilota del genere ma la MotoGP è più che meritata per uno dei migliori talenti che il motociclismo abbia espresso. Forte di polso ma soprattutto di testa.
La speranza è di vederlo lottare con Toprak per la vittoria, ma al momento il giovane della Ducati non può fare altro che puntare al secondo posto. Si dice che quella di Aragon potrebbe essere la pista della riscossa per lui e la Ducati. Staremo a vedere, ma l’unica certezza è che Nicolò ci proverà sino alla fine perché a lui non piace perdere.
Tre podi sono un bel bottino per chi guida una moto completamente nuova ed in fase di sviluppo. In Bretagna Alex ha dimostrato di essere un pilota completo e maturo. Ha la fortuna di avere una delle migliori squadre della SBK e se la Kawasaki si deciderà a fornirgli un motore più performante la bimota potrebbe essere la terza forza del campionato.
A Magny-Cours il ternano non è riuscito a salire sul podio ed è naufragato in Gara2. Su una pista come quella francese ci saremmo aspettati di più da un pilota di carattere come lui, ma evidentemente la sua Panigale non è stata all’altezza della situazione.
Dopo due incolpevoli cadute, lo spagnolo porta la seconda Ducati ufficiale al quarto posto di Gara2. Bilancio negativo soprattutto per la “solita” pessima Superpole che lo costringe a dover risalire la classifica rischiando delle cadute. Appunto...
La pista francese gli piace (l’anno scorso vinse Gara1 sotto la pioggia) e gli ha dato finalmente una scossa. Dopo gli scarsi risultati delle gare precedenti l’olandese è riuscito a sfruttare la moto migliore del lotto, ma non è andato oltre il quinto posto.
Il paragone con Toprak è impietoso, ma lo è per tutti.
Il week end era iniziato bene con il terzo posto nella Superpole, ma in gara l’inglese è caduto due volte e quando non è stato il suo impeto a tradirlo ci ha pensato la sua Panigale V4 a lasciarlo a piedi. Round da dimenticare in fretta per un pilota che sembrava in ripresa.
Così come Sam Lowes in Superpole aveva illuso la sua squadra di poter fare delle belle gare, ma alla fine porta a casa solo un sesto posto nella gara sprint perché in Gara1 lo buttano in terra e in Gara2 viene costretto in sedicesima posizione da problemi che vengono attribuiti alle gomme.
In un contesto per lui molto particolare Jonny non riesce a fare una buona Superpole, e dopo essere stato coinvolto nella caduta di gruppo in Gara1, si rifà in parte nella sprint ed in Gara2. Bello rivederlo con i primi, ma il feeling con la R1 proprio non decolla.
Lo spagnolo ci mette sempre l’anima ma con questa Honda non può certo fare miracoli. Cade con Bautista nella gara del sabato e nelle altre coglie piazzamenti e punti. Se qualcuno pensa di riuscire a fare meglio con la CBR si faccia avanti.
Un fine settimana rovinato dalla caduta nella Superpole. Parte ultimo e con le sue rimonte dimostra di essere in piena forma e di essere l’unico ad aver trovato il feeling con la R1. Senza quella caduta avrebbe certamente lottato per il podio, ma con i “se” ed i “ma” non si fa la storia.
Innesca la carambola in Gara1 ed è costretto al ritiro nelle altre due per problemi tecnici. Non bravo e nemmeno fortunato.