ISDE 2019 Portugal, day 1. L’incredibile carica dei 500 alla Sei Giorni

Piero Batini
  • di Piero Batini
L’Olimpiade dell’Enduro, edizione 2019, prende il via da Portimao in un clima di euforia. La Sei Giorni Internazionale è l’avvenimento e la festa dell’anno. Australiani, Americani e Italiani partono bene, nell’ordine al termine della 1a giornata
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
12 novembre 2019

Portimao, Portogallo, 11 Novembre. Per centrare l’Evento in un punto della Storia mi viene sempre in mente la Sei Giorni Internazionale di Enduro del 2013 in Sardegna. L’opera della Federazione Motociclistica Italiana portava la targa del centenario. 1913-2013, cento anni di Sei Giorni nelle sue varie declinazioni di formula e nome, nel suo corso di straordinaria fama e di traboccante successo. È passato qualche anno, resta il magnifico ricordo dell’edizione italiana ma, come si dice, bisogna guardare avanti.

Eccoci, dunque, all’edizione 2019, il numero è il 94, ed eccoci calati nel contesto effervescente della ISDE 2019 Portugal. È il Sud Ovest iberico dell’Algarve portoghese, raggi di sole gratis anche alle porte del micidiale inverno, e un’euforia contagiosa. L’Olimpiade dell’Enduro è diventata un fenomeno agonistico e di costume, una competizione durissima e una festa, una data di calendario e un appuntamento. Importante vincere, sempre più importante, per un numero sempre più grande di appassionati, esserci. Ecco perché, nonostante una logistica sempre impegnativa e l’iscrizione che va dai 300 euro per il Trofeo Vintage ai 900 per i Trofei Mondiale e Junior, alla deadline del 30 Marzo 2019 erano già più di 500 iscritti, più i 120 Vintage, provenienti da 26 nazioni. Altri bussavano disperatamente alla porta. Dopo, il problema è stato disegnare un anello di competizione sul quale possano scorrere 500 concorrenti senza darsi… fastidio e senza che il serpente si morda la coda.

Lo scorso anno a Vina del Mar, Cile, il Trofeo Mondiale fu conquistato dagli australiani, che tornano per difendere il Titolo con Daniel Sanders, Matthew Phillips, Joshua Green e Luke Styke. È scontro annunciato e rivincita con gli americani, che della campagna vittoriosa del 2016 confermano Kailub Russell e Robert Taylor e innestano nella formazione Ryan Sipes e Steward Baylor.

Garantiamo noi: australiani e americani dovranno fare i conti con la Squadra portata in Portogallo da Cristian Rossi. Thomas Oldrati, Matteo Cavallo, Rudy Moroni e Davide Guarneri. Inglesi, che tornano dopo la pausa di riflessione del 2018, finlandesi, spagnoli, sono tutti pericolosi, ma non così forti come potrebbero dovendo contare più su una “punta” che sull’omogeneità della formazione. Come la Francia, lontana dai fasti del passato e anche dall’incisività della formazione vincitrice del trofeo nel 2017. Intendiamoci, non è una previsione, solo un’idea, e tra l’altro spudoratamente di parte.

Matteo Cavallo
Matteo Cavallo

Agli Junior Andrea Verona, Claudio Spanu e Matteo Pavoni il compito di difendere il Trofeo conquistato un anno fa in Cile, dallo stesso Verona allora in compagnia di Matteo Cavallo e di Davide Soreca.

Dopo la scenografia e le cerimonie della domenica, si corre da lunedì 11 a sabato, gli ultimi quattro giorni anche con i partecipanti alla quarta edizione del Trofeo Vintage, che iniziano con una ben “classica” giornata dedicata alla storica Prova di Accelerazione. Insomma… partiti!

Daniel Sanders
Daniel Sanders

Partiti rispettando i vaghi favori dei pronostici. Sono gli australiani a imporre l’andatura, ed è subito Daniel Sanders che assume le redini del comando della Recover8 ISDE Team Australia. Il biondo e fortissimo atleta down under vince 5 delle sette Speciali e impone un ritmo che solo Josep Garcia, omologo “comandante” della formazione spagnola, riesce a seguire. Subito dietro gli americani Sipes, Taylor e Russell, nell’ordine per una bella prova di compattezza che può venire utile più avanti. Migliore degli italiani Davide Guarneri, 11°. Gli americani pagano complessivamente agli australiani una ventina di secondi, ben poca cosa rispetto al ritardo iniziale di un paio di minuti accusato dagli italiani al termine della prima giornata di Gara. Vuol dire tutto e vuol dire niente, anche in questo caso conta molto di più l’omogeneità di rendimento rispetto all’exploit fine a sé stesso.

Robert Taylor
Robert Taylor

Sei giorni e basta un nulla… Ne sa qualcosa Brad Freeman, l’inglese neo Campione del Mondo EnduroGP, che da una caduta apparentemente innocua si è rialzato con un polso fratturato, privando gli inglesi, che già avevano perso Holcombe, del loro “centravanti”. Pena per i britannici sfortunati e per gli appassionati.

Il confronto del Trofeo Mondiale si rispecchia anche tra gli Junior. Gli australiani, Driscoll, Highlet, Snodgrass, raddoppiano con la leadership anche nel Trofeo Junior, gli Italiani sono quarti, dietro anche alla Francia.

 

Foto: Dario Agrati (FIM-Pictures)

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