Elettrico. ErzbergRodeo apre alle Moto elettriche. Ma a che punto siamo, veramente?

Elettrico. ErzbergRodeo apre alle Moto elettriche. Ma a che punto siamo, veramente?
L’organizzatore austriaco, sostenuto da RedBull, propone di “mischiare” termiche e elettriche nell’Hard Enduro più spettacolare e difficile. Stark Future apre ancora la strada dopo lo “scandalo” Super Enduro: ci riuscirà questa volta?
20 dicembre 2025

Barcellona, 18 Dicembre 2025. Si decide in Austria, si spinge in Spagna, si reaizza sulla Montagna di Ferro. La prossima edizione dell’ErzbergRodeo, il più famoso “inferno” dell’Enduro, si apre alle Moto elettriche, che fa entrare dalla porta principale, ovvero dal prologo in modo che possano accedere anche alla fase finale (e cruciale) dell’evento. Non più uno show di contorno, come nel recente passato, ma la proposta del confronto diretto tra le due “scuole”, una “tradizionale” e l’altra fino a poco tempo fa visionaria. Faccia a faccia, gomito a gomito. È la proposta di dirimere una volta per tutte, in una “atmosfera” che non si può discutere, la questione tecnica: possono, le elettriche, competere con le “termiche”? Sono affettivamente “armi pari”?

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ErzbergRodeo e Redbull allestiranno una scenografia perfettamente bilanciata e seriamente, nel senso politico del termine, responsabile. Stazioni di ricarica sostenibili, punti di cambio batteria (come per i rifornimenti di benzina), la possibilità ai tecnici di intervenire nell’operazione (come quando fanno il pieno al Pilota). Insomma si cerca di creare quel contesto comune alle due “filosofie” che possa offrire delle risposte a prova di notaio. È la prima, grande occasione per il settore delle alternative (nell’immaginario e nella realtà le Elettriche faticano ad entrare nel senso comune) di dimostrare se e quanto valgono nel confronto con l’”antico”. Va da sé che Stark Future, la più avanzata, in tutti i sensi, industria motociclistica impegnata sul tema dell’elettrico (tra l’altro facendo quadrare i bilanci), dispone finalmente di una grande occasione. E così ha già confermato la sua partecipazione con un team ufficiale, di cui faranno parte Eddie Karlsson e Toby Martyn, lanciando così la Stark Varg nella prima, grande sfida elettrica al Gigante di Ferro. E al gigante ancora più perfido dell’opinione generale.

Questa è già una vittoria e una scelta di grande buonsenso. Che possa essere la volta buona e che si possa finalmente mettere a nudo gli estremi della controversia tecnica, dati e non illazioni alla mano? Vien a ridere, ma la storia è tutt’altro che “regolare”. Adesso si parla insistentemente di elettrico nell’Enduro, nel Motocross, c’è la mission 1000 alla Dakar. Insomma, nel momento in cui il cammino dello switch è rallentato (anche e soprattutto dall’industria a dalla politica), lo sport raccoglie il testimone della gatta da pelare e cerca di rimettere le cose al loro posto. Si pensi, a questo proposito, al calvario di Stark Future nel cercare di portare la sua Moto nel Mondiale Super Enduro.

È una storia lunga. Si parla ormai di quasi due anni. Prima la marca spagnola fu ammessa, e a portarla in gara sarebbe stato il mito Taddeusz Blazusiak, poi iniziarono gli ostruzionismi, prima tergiversando, poi imponendo delle limitazioni alla Moto (che avrebbe dovuto correre nella Open con il peso di una 500 e la potenza di una 250), infine cambiando la carte in tavola all’ultimo momento ed escludendola per ragioni di sicurezza (sigh!). Si è ripreso lo scorso anno, ma sempre con le limitazione e con un Blazusiak con un anno in più e una motivazione in meno. Adesso si riparte con il Suer Enduro (Karlsson terzo nella prova inaugurale in Polonia) e con la proposta dell’ErzbergRodeo. Speriamo che sia la definitiva apertura al confronto “ad armi pari”. I valzer di questa storia, d’altronde, sembrano quasi confezionati apposta per distrarre dalle questioni cruciali. Generazione dell’energia elettrica, smaltimento delle batterie esauste, sostenibilità reale dell’intera filiera. In un certo senso autonomia e infrastruttura, anche. Nell’Enduro l’elettrica sta comoda, alla Dakar o alle lunghe maratone dell’Endurance un po’ meno. In città è ideale, nel giro del Mondo un po’ meno. Stiamo a vedere, e magari nel frattempo riflettiamo sull’intero argomento.

© Immagini Stark Future

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