Ducati e l’Endurance, un vecchio amore da riaccendere

Ducati e l’Endurance, un vecchio amore da riaccendere
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Con l’acquisizione da parte di Audi, storicamente interessatissima alle gare di durata, la casa bolognese potrebbe tornare ad impegnarsi in una specialità che in passato le diede diversi successi
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
25 settembre 2012

 E’ vero: la specialità dell’Endurance, almeno negli ultimi anni, è stata dominata dai mostri sacri Suzuki SERT, Yamaha GMT94, Kawasaki SRC, con outsider come Honda TT Legends e BMW Motorrad France in forte ascesa. Di Ducati non si sente parlare da tantissimo, anche se alla 24 Ore di Le Mans il team Zone Rouge ha iscritto una Panigale (nella open visto che la 1199 non dispone ancora di una fiche di omologazione EWC/Superbike - in foto e nella gallery) che ha si portato a termine la gara, ma in trentaduesima posizione assoluta ed incassando 135 giri di distacco dal vincitore. Niente di male, dopotutto si tratta di una squadra senza particolari pretese. E’ evidente come… non ci sia il minimo supporto ufficiale.

 

Forse però non tutti sanno come l’Endurance sia stato uno dei terreni di conquista d’elezione di Ducati. Nel 1973, il team NCR – la cosa più vicina ad un’emanazione diretta della casa, in quel periodo – portò alla vittoria la neonata 750 SS con Grau e Cannellas alla 24 Ore del Montjuich, ripetendosi poi nel 1975. In quell’anno e nel successivo l’equipaggio Cannellas/Perugini si aggiudica la 1000km del Mugello, e fra 1980 e 1986 la squadra bolognese porta a casa cinque vittorie nella 24 ore del Montjuich, con piloti come Ferrari, Cardus e Garriga. Non solo: Ducati vinse sul tracciato spagnolo altre 5 volte, fra la fine degli anni 50 e la metà del decennio successivo, con le piccole monocilindriche da 125 a 285cc. Non a caso, Montjuich fu proprio il nome di una delle versioni speciali della 750F1 stradale di fine anni 80

La Panigale del team Zone Rouge impegnata a Le Mans
La Panigale del team Zone Rouge impegnata a Le Mans

 

L’endurance, nella fattispecie il Bol d’Or del 1986, fu anche l’occasione per il primo debutto in società del propulsore Desmoquattro. Nascosto sotto sovrastrutture praticamente identiche alla 750F1 dell’epoca pulsava il 748cc con distribuzione desmodromica plurivalvole progettato da Bordi e Mengoli, che resistette fino a notte fonda nelle mani dell’equipaggio Ferrari/Garriga/Lucchinelli prima di spaccare una testa di biella e costringere il team al ritiro - da quella moto nacque la gloriosa 851. Da lì in poi le apparizioni si sono fatte più sporadiche, e prive di impegno diretto della casa – ricordiamo solo gli esperimenti di Dario Marchetti, spesso in coppia con Marc Garcia, con qualche successo di rilievo. Si può comunque dire che Ducati non abbia partecipato direttamente a nessuna delle grandi classiche da quando ha creato il motore a quattro valvole.

 

Al contrario, Audi è impegnatissima nelle formule Endurance, dove ha collezionato grandissimi successi oltre ad aver sviluppato diverse tecnologie utilizzate poi sulle proprie auto di serie. L’iniezione diretta FSI non è nata ma certo cresciuta sulla R8 più volte vincitrice a Le Mans, i diesel ad altissime prestazioni della serie TDI hanno dominato su R10, R15 ed R18, mentre quest’anno alla propulsione a gasolio è stata affiancata quella ibrida sulle TDI e-tron quattro, con tanto di tecnologia a trazione integrale di nuova concezione ad attivazione elettronica e non più meccanica (come sulla precedente Quattro, con l’iniziale maiuscola). Non è un caso il fatto che fosse proprio un’Audi RS5 la Safety Car della 24 Ore corsa lo scorso weekend.

 

Audi è impegnatissima nelle formule Endurance, dove ha collezionato successi e sviluppato tecnologie utilizzate poi sulle auto di serie

Ducati sta ripetendo fino alla nausea il ritornello sul fatto che i suoi programmi sportivi, ormai definiti per la MotoGP ma ancora a dir poco nebulosi nel Mondiale Superbike, verranno resi pubblici a breve. Al di là delle incertezze regolamentari che affliggono il campionato iridato riservato alle derivate di serie, è molto probabile che la nuova proprietà stia passando al pettine l’attività sportiva della casa di Borgo Panigale – un’attività importantissima ed imprescindibile per il marchio Ducati, ma che potrebbe essere soggetto a revisioni anche profonde da parte di Audi. La tradizione del marchio di Ingolstadt è legata più alle competizioni per derivate di serie o comunque prototipi come le LMP, piuttosto che alla F1 – la cosa difficilmente porterà ad un allontanamento di Ducati dalla MotoGP ma un impegno nell’Endurance avrebbe un fascino innegabile e, come abbiamo visto in apertura, sarebbe un ritorno verso una specialità già legata a filo doppio al DNA della casa bolognese. Siamo sicuri che ai Ducatisti piacerebbe moltissimo.