Ve la do io Catania

Ve la do io Catania
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
Catania e le regole: c'è un problema? No, secondo il nostro Antonio Privitera non bisogna generalizzare. Ecco la sua opinione sui video che ogni tanto pubblichiamo e che hanno come "location" il capoluogo etneo
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
18 gennaio 2024

Rischio altissimo, quello di esporsi, ma lo corro da una parte sapendo che gioco in casa, due volte: la prima perché parlo di Catania comodamente seduto alla mia scrivania con vista Etna, la seconda perché ne parlo qui, su queste pagine dove la passione comune per la moto ci unisce a dispetto dell'accento o della latitudine e quindi so già che mi perdonerete.

È vero, le notizie e i video che arrivano su Moto.it e che pubblichiamo tratteggiano un volto della mia città a tinte scure per quello che riguarda la disciplina e il rispetto delle regole stradali: a questi video non fate mancare i vostri commenti, anche di giusta critica verso comportamenti pericolosi e vietati.

Tuttavia vorrei far notare che i commenti che leggo in calce a questi articoli talvolta fanno male, anche qui due volte. La prima perché mostrano quanto sprezzante possa essere il giudizio riguardo un'intera città se emesso guardando questi – ripeto: da condannare – comportamenti. La seconda perché talvolta non si riesce a venire fuori dal luogo comune, da commenti tipo: “poteva accadere a Bolzano, e invece...” e via così di acqua che disseta come null'altro e mezze stagioni che non ci sono più. Dove andremo a finire, signora mia.

Non farò il facilissimo gioco del contrapporre a queste evidenti, innegabili, palmari, espressioni di scarso o nullo rispetto delle regole stradali e del buon senso, altre simili che quotidianamente avvengono a Roma, Bolzano o Milano. Non lo farò perché questa non è una difesa d'ufficio.

Suvvia, amici: tutte le città felici si somigliano, ogni città infelice è infelice a modo suo (non è mia, eh: ho rubato a Tolstoj). Per questa ragione vi dico che Catania è una città felice, per clima, gente, folklore, cultura e se le città dove voi abitate sono felici come mi auguro, non c'è troppa differenza tra Catania e Pavia, Bologna o Avellino.

Non affermo, sarebbe impossibile, che a Catania il rispetto delle regole sia assoluto ma il tono di certi commenti mi fa tornare indietro nel tempo, a chi credeva che nelle strade della mia città le donne vestissero di nero e nascondessero il volto dietro un velo, che ci fossero quotidiane sparatorie con il tributo di cadaveri sanguinanti agli incroci e che ogni eruzione dell'Etna fosse l'Apocalisse.

No, non è così: a Catania il casco è usato almeno dal 95% dei motociclisti, il Codice delle Strada è normalmente osservato da tutti con buona pace di chi pensa di arrivare qui e trovare un far west dove poter fare quello che gli pare e le Forze dell'Ordine fanno il loro dovere; tutta la vita sociale si svolge regolarmente come nel resto d'Italia. In più, le foto e i video che vengono riportati dai media e che generano tanto scandalo, sono presumibilmente prodotti da catanesi, cittadini probabilmente sorpresi come noi dal vedere 4 persone su un motorino, divani sui monopattini e amenità del genere. Insomma, c'è del marcio in Danimarca ma del bene ovunque e le eccezioni al rispetto delle regole ci sono qui come a Vigevano.

Restiamo uniti, si diceva una volta, e lo ribadisco: guardiamoci allo specchio, lasciamo i luoghi comuni e i campanilismi da parte e accettiamoci imperfetti così come siamo. Su una cosa però voglio essere categorico: il rispetto delle regole e delle norme di legge è una imprescindibile esigenza di civiltà che ha bisogno dell'esempio di tutti per essere trasmesso alle generazioni più giovani.

Vale per tutti, credo. Anche per Fleximan?

 

Foto di Antonio da Pixabay

 

 

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