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Avrebbero promesso corse gratuite ma poi hanno fatto attendere settimane, se non mesi, prima di attivarle. È l'accusa che l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) muove alle tre principali società di micromobilità elettrica in sharing operanti a Roma.
Le aziende, uniche autorizzate dal Comune di Roma a gestire il servizio di noleggio di monopattini elettrici ed e-bike nel periodo 2023-2026, sono finite nel mirino dell'autorità per una presunta pratica commerciale scorretta ai danni dei cittadini romani in possesso dell'abbonamento annuale Metrebus. Un'iniziativa che doveva agevolare la mobilità sostenibile nella Capitale si sarebbe trasformata, secondo le segnalazioni ricevute, in un labirinto burocratico fatto di attese inspiegabili e risposte evasive.
Al centro dell'inchiesta c'è il cosiddetto "Pass", un pacchetto di corse gratuite che Roma Capitale aveva previsto per incentivare l'uso combinato del trasporto pubblico e della micromobilità elettrica. L'idea sulla carta era brillante: chi acquista un abbonamento annuale Metrebus (il titolo di viaggio valido su metro, bus e tram della rete Atac) avrebbe dovuto poter utilizzare gratuitamente anche i servizi di sharing di monopattini ed e-bike delle tre società autorizzate. Un modo intelligente per promuovere la micromobilità e ridurre l'uso dei mezzi privati.
Ma secondo quanto emerso dalle segnalazioni dei consumatori arrivate all'Antitrust, la realtà sarebbe stata ben diversa. Gli abbonati Metrebus che hanno richiesto l'attivazione del Pass avrebbero dovuto attendere tempi lunghissimi prima di poter effettivamente usufruire delle corse gratuite. Alcuni utenti hanno raccontato di aver aspettato settimane, altri addirittura mesi, senza ricevere alcuna spiegazione convincente. Nel frattempo, l'abbonamento annuale continuava a decorrere e i giorni di possibile utilizzo del Pass si riducevano progressivamente.
Ancora più grave è quanto sarebbe emerso analizzando le richieste di assistenza inviate dai cittadini alle tre società. I consumatori che, non vedendo attivato il proprio Pass, hanno inviato solleciti e reclami al servizio clienti delle tre società avrebbero poi ricevuto nella maggior parte dei casi risposte interlocutorie e generiche. Messaggi standard in cui si invitava semplicemente ad "attendere l'evasione della pratica", senza fornire tempi certi né motivazioni tecniche specifiche per il ritardo.
Un atteggiamento che, secondo l'Antitrust, potrebbe configurare una strategia deliberata volta a scoraggiare l'utilizzo del beneficio o comunque a ritardarne la fruizione, vanificando così l'iniziativa promozionale e danneggiando i consumatori che avevano sottoscritto l'abbonamento anche in virtù di questa opportunità. Un comportamento che, se confermato, rappresenterebbe una violazione delle norme a tutela dei consumatori e una distorsione della concorrenza nel settore della mobilità condivisa.
L'Antitrust non si è limitata ad aprire un fascicolo. Lo scorso 25 novembre, i funzionari dell'Autorità, supportati dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno effettuato ispezioni simultanee nelle sedi operative delle tre società. Un'operazione che testimonia la serietà dell'indagine e la volontà di acquisire documentazione interna che possa chiarire se i ritardi siano stati casuali o frutto di una precisa politica aziendale.
Durante le ispezioni, gli investigatori hanno acquisito documenti, comunicazioni interne e dati relativi alle richieste di attivazione dei Pass, per ricostruire con precisione la gestione delle domande da parte delle società e verificare se esistano prove di un ostruzionismo sistematico nei confronti degli utenti. Si tratta di un passaggio cruciale dell'istruttoria, che potrebbe portare a sanzioni significative qualora venissero confermate le irregolarità.
Se l'istruttoria dell'Antitrust dovesse confermare le pratiche commerciali scorrette, le società coinvolte potrebbero andare incontro a sanzioni economiche significative. L'Autorità ha infatti il potere di infliggere multe che possono arrivare fino al 10% del fatturato delle società coinvolte, oltre a imporre misure correttive per garantire che situazioni simili non si ripetano in futuro.
Ma al di là delle sanzioni, c'è in gioco anche la reputazione di queste aziende e, più in generale, la credibilità del sistema di sharing mobility nella Capitale. Roma ha investito su questo modello di mobilità sostenibile e i cittadini hanno il diritto di trovare servizi affidabili e trasparenti. La questione dei Pass gratuiti non attivati potrebbe sembrare un dettaglio tecnico, ma in realtà tocca un principio fondamentale: la correttezza nei rapporti con i consumatori.
Fonte: SkyTG24
Immagine: ANSA/POL