MotoGP. Ma davvero Ezpeleta ha aperto ai circuiti cittadini?! Uncini è possibilista

MotoGP. Ma davvero Ezpeleta ha aperto ai circuiti cittadini?! Uncini è possibilista
Il CEO di Dorna Sports su Dazn: “Ci sono alcuni circuiti cittadini della Formula 1 che potremmo usare”. Poi esclude Las Vegas, ma i nomi non li fa. Abbiamo sentito Franco Uncini, per tanti anni responsabile della sicurezza dei circuiti
27 novembre 2025

Carmelo Ezpeleta, ospite del Gran Premio di Formula 1 a Las Vegas, nel corso di una intervista concessa alla piattaforma sportiva DAZN ha dichiarato: "Non abbiamo problemi a gareggiare su circuiti cittadini: l'unica cosa di cui abbiamo bisogno sono delle vie di fuga. È difficile trovarle qui, ma ci sono alcuni circuiti cittadini di Formula 1 che potremmo usare. Fin dal 1992 -ha precisato- il nostro obiettivo era e resta migliorare la sicurezza. Il Mandalika Street Circuit, ad esempio, è teoricamente un circuito cittadino. Se c'è un tracciato con sufficienti vie di fuga, allora siamo dentro".

Qualcuno ha fatto notare che il circuito di Mandalika non fa parte della rete stradale pubblica ed è cittadino per modo di dire. In ogni modo il CEO della MotoGP non ha indicato quali attuali circuiti cittadini del calendario F1 sarebbero adatti anche per la MotoGP.

Franco Uncini, solo un pochino sorpreso

Abbiamo sentito Franco Uncini, che di sicurezza si occupa dal 1993, prima per conto dell’IRTA e dal 2013 per la FIM come responsabile ufficiale.

-Uncini. Questa dichiarazione mi sorprende, tu non sei sorpreso?

-Relativamente, perché credo che stiano cercando o abbiano trovato una formula per poterlo fare. Era una cosa già balenata a suo tempo, ma gli investimenti per rendere sicuro un circuito cittadino erano elevati, alti anche per la stessa F1, per la MotoGP non aveva molto senso. Poi i poteri contrattuali li aveva allora la F1, mentre oggi siamo nella stessa famiglia e il potere contrattuale della moto è ben diverso.

-Quindi nessuna sorpresa?

-Anch’io sono un pochino sorpreso, però conosco la mentalità di Carmelo e della MotoGP: la sicurezza è una cosa assolutamente importante, e le scelte vengono fatte anche in sede di Safety Commission. Dunque credo che sia stata trovata la formula, non può essere una imposizione di Carmelo o di Liberty Media. I piloti dicono no anche a un circuito semi-sicuro, se Carmelo ha fatto una dichiarazione del genere significa che hanno trovato una formula giusta.

-Hai parlato in politichese e io sono d’accordo con te: si è fatto un lavoro eccezionale sulla sicurezza, un vero fiore all’occhiello, Dorna ha fatto cose meravigliose e lo apprezziamo. Però, finora è stato così. Qui colgo un cambio di rotta: per rendere accettabilmente sicuro un circuito cittadino sono sicuro che occorrerebbero risorse enormi, assolutamente sproporzionate. Guarda il caso di Albert Park, qualcuno lo ha già indicato come alternativa a Phillip Island… Tu mi dici che immagini che, ma quali soluzioni si potrebbero realmente trovare?

-Ti faccio un esempio, siamo andati anche segretamente ad Abu Dabi e c’erano anche alcuni rappresentanti della Safety Commission. E a suo tempo avremmo trovato soluzioni per renderlo accettabile, non perfettamente sicuro ma accettabile. Perché magari sul rettilineo hai zero spazio a destra e sinistra, ma è chiaro che non succede nulla, è capitato rarissimamente, una caduta ogni dieci anni e non è una caduta compromettente perché l’angolo di impatto è limitato. Per Abu Dabi l’avevamo trovata, poi l’investimento era così elevato che gli organizzatori hanno preferito dire no. Ora la FIA è parte integrante, ha un potere contrattuale tale da imporre ai circuiti anche nuove omologazioni in questa direzione. Credo sia questa la formula, ammesso che l’adotteranno. Per ora è solo un pour parler: non tutti i circuiti, solo su qualche circuito si potrebbe farlo…

-Due obiezioni: quando dici che il muretto sul rettilineo è accettabile dico attenzione! I casi non sono stati pochi e tanti investimenti e contatti potrebbero finire molto male. La tua affermazione mi sembra coraggiosa. Seconda obiezione, tu conosci la tematica: per le auto è assolutamente preferibile il muretto o il guardrail di fianco alla pista piuttosto che uno spazio di fuga che non sia enorme: come si può trovare una soluzione a questo conflitto?


-Non ti nascondo che la cosa sarà molto complessa e credo che potrà essere fatta in alcuni circuiti e non in tutti, ad Abu Dabi la soluzione l’avevamo trovata, non perfetta ma accettabile. A Montecarlo non esiste la più remota possibilità. Magari però ci sono circuiti cittadini che io non ho visto sotto questo profilo… e poi se vai a guardare, il muretto attaccato alla pista lo abbiamo già, quello dei box, spesso a filo della pista, e ci abbiamo convissuto.

-Ok, ma lì alternative non ce ne sono. Ultima domanda: tu adesso sei coinvolto soltanto part time. Se domani ti chiamasse Ezpeleta e ti dicesse: Franco sei tu l’uomo che deve trovarci i circuiti cittadini adeguati e sistemarli, lo faresti volentieri?

-Domanda cattiva! Sono già stato a suo tempo interpellato e ho fatto questa ricognizione ad Abu Dabi insieme a certi piloti e avremmo trovato la soluzione. Ora non so quali sono i termini e non so più quale sia oggi il potere della Safety Commission, che è sempre stato elevato. Carmelo prima di uscire con questa dichiarazione avrà parlato con la Safety Commission che probabilmente avrà dato il parere favorevole. Non so di quali circuiti e per quali circuiti, forse questo rimane ancora segreto e verrà chiarito solo al momento giusto.

-La tua posizione dunque è questa: sei un po’ sorpreso ma possibilista. E ribadisci che l’impegno di Dorna per la sicurezza è sempre stato alto.

-Infatti, non credo che ci sia un cambio di rotta…

-Già, però Dorna e lo stesso Carmelo saranno sempre più marginali, questione di poco tempo e poi arriveranno altri, con altre visioni. Che dici?

-Qui alzo le mani anch’io. Io non posso che parlare della mia esperienza: loro sono stati eccezionali, mi hanno dato sempre un fortissimo supporto per migliorare la sicurezza.

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