Da Milano all'Isola di Man in sella alla Triumph Tiger 900 GT PRO per il Tourist Trophy 2025 [VIDEO]

TT come Triumph Tiger, ma anche come Tourist Trophy: ecco il racconto del nostro viaggio da Milano fino all'Isola dove si corre la road race più epica del mondo
1 agosto 2025

Siamo fregati, amico mio. È un girone di dannati, di anime corrotte e dissipate. E si ripete ogni anno. Capisco adesso chi invoca la razionalità, il senso della misura tanto caro ai lucidi, ai sapienti e ai beneducati: andare al Tourist Trophy e sperare di ripetere all'infinito quest'esperienza da Giorno della Marmotta, trovando profetica e consolatoria la definizione di follia cara ad Einstein, sentendosi un po' Tom Cruise e un po' Elspeth Beard, significa essere entrati di diritto in una delle dipendenze più inspiegabili che possano colpire un uomo. Quella per l'Isola.

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Del Tourist Trophy non posso definirmi un esperto, amico mio. Piuttosto, ne sono ossessionato dal momento che silenziosamente lego il circolo della mia vita al periodo che mi separa dalla prossima volta che riuscirò ad andarci. Nel mio universo perfetto, nel quale comprendo benissimo di appartenere ad un ristretto novero di fortunati che hanno abbastanza tempo e abbastanza denaro per farlo, non basta esserci: bisogna proprio andarci in moto e passare lunghe ore in silenzio in sella, in compagnia del desiderio di arrivare a Douglas ma temendo di non sentire più la stessa dirompente emozione dello sbarco dal traghetto provata l'anno prima, con l'ansia che qualcosa vada storto, fottendosene se il meteo in Normandia è una merda perché tanto sai che quando sarai sull'Isola sarà peggio, scavando nel repertorio della tua mistica motociclistica in cerca di una frase a effetto da dire a te stesso quando spegnerai il motore della moto di fronte alla statua di Steve Hislop che veglia sulla Promenade. E puntualmente la frase non la trovi, perché sarebbe un luogo comune come i complimenti a letto o come un burn-out per festeggiare il risultato e preferisci goderti il momento, il fottuto silenzio di quell'angolo di Isola, il fish and chips comprato all'angolo e mangiato sulla moto che ancora odora di Europa, la prima birra sull'Isola che condividi con chi ti ha mandato un messaggio per sapere se stai bene e se hai trovato dove dormire.

 

Andare al Tourist Trophy in moto è un viaggio meraviglioso, come può essere soltanto quello vissuto senza aspettative e con animo fanciullesco. Quest'anno è stato meno impegnativo per me, visto che invece di partire da Catania, come in passato, ho saltato quasi 1500 chilometri e mi sono impadronito di una Triumph Tiger 900 GT PRO proprio dalla sede di Triumph Italia a Segrate, puntato il becco verso Nord e calcolato una media giornaliera di circa 600 km per raggiungere l'Isola di Man. Qualche mattina dopo ero già a Hinckley, dopo essere passato da Parigi e ancora prima dalle vicinanze di Ginevra, per una visita alla Factory Experience di Triumph (che troverete in un altro video che uscirà a breve). Un altro paio di pieni e il Metzeler Village vicino Quartebridge era lì ad attendermi per un'esperienza di glamping memorabile. 

La sveglia è in genere alle 4:30, quando la luce del giorno ti avvisa che stai già perdendo tempo: c'è un mondo di cose da fare - oltre il lavoro in sala stampa e nel paddock - come consumare le ruote sulle strade dell'Isola prima che vengano chiuse per le gare, godersi i panorami - fantredici il luogo comune - mozzafiato e incrociare migliaia di motociclisti arrivati sull'Isola di Man per vivere l'evento, gioire, fare baldoria, conoscersi e restare amici il tempo di una birra, per magari incontrarsi di nuovo sul traghetto di ritorno tanto poi torna tutto come prima. Anime possedute pure loro, come le persone che vedi sporgersi dalle case lungo il tracciato di gara, che ormai qualcuno lo riconosci e lo saluti.

A chi dice che il Tourist Trophy è sopratutto business, oppongo che ci sono modi migliori per sperperare i propri denari che andare a giugno per una settimana su un'Isola sperduta dove fa freddo, i limiti di velocità sono tassativi, tutto a parte la benzina costa un po' di più che da noi e il cibo è inglese. Se vai al Tourist Trophy lo fai perché hai percepito che non è l'evento sportivo ad attrarti, è il contesto: la gente gentile, il sapere di essere in mezzo a sconosciuti sodali, il fascino della road race più famosa del mondo, sapere di stare correndo accanto alla Storia del motociclismo senza rischiare di venirne travolto.

Il resto è rumore di fondo, giudizi apodittici di chi non è ancora stato al TT e che vorresti attrarre verso il lato oscuro del motorsport, quello fatto di storie alla nostra portata, di uomini che hanno il coraggio di cancellare l'evento più importante (il Senior TT) perché c'è vento, troppo vento, di moto che vanno fortissimo e che tornano - tutte - ai box tra gli applausi e di sospiri di sollievo quando l'utima tenda e l'ultimo stand sono stati smontati e sai che nelle ultime due settimane qualcuno si è fatto male, ma nessuno in modo irreparabile.

 

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La sera è breve: sì, potresti andare al pub ma tutto chiude presto e non resta che tornare a casa o in tenda, raccontarsi le ultime cose con chi ti sta facendo compagnia nella cena comprata da Tesco, poi alle 23 è già silenzio e alle 24 io non sono mai arrivato per il gran sonno. Poi il giorno dopo si riparte: tour dell'Isola, magari una sbirciata al Murray's Museum o una gita al Faro, a Calf of Man per cercare i leoni marini o - illuso - vagare dalle parti di Ballaugh Bridge per cercare un parente della Dama Bianca e farsi raccontare qualche aneddoto, ma invece scopri che la casa è stata venduta e in questo momento è in affitto. Poi paddock, gare, meteo incerto, temperature inversamente proporzionali agli sforzi dei piloti e alla passione di chi li segue e aiuta, il piatto di pasta al van del grandissimo Stefano Bonetti, un luogo di vita vera e autentica. 

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Tutto qui, e un po' mi dispiace che nel video che accompagna queste righe ci sia soltanto in parte la quantità di emozioni provate in questi 20 giorni, ma vorrai scusarmi se ero troppo occupato a viverle e il momento del ritorno mi ha preso di sorpresa, costringendomi a pensare che strada seguire e quanto tempo impiegare con la mia Tigerona che è stata compagna e complice per oltre 6.000 km (a proposito: pubblicheremo il long test della Tiger 900 GT PRO appena possibile), rifugio e punto di riferimento quasi come una casa.

Sul traghetto per Liverpool facevo i conti con le tappe verso Milano ma, amico mio, non c'è un percorso o un itinerario per tornare dal TT. Dall'Isola - quelli come noi - non tornano mai veramente. Attendono il prossimo giro.

Abbigliamento Utilizzato

Completo Giacca/Pantalone: SPIDI HARD TRACK 3

Guanti: SPIDI RAINWARRIOR 2

Stivali: XPD X-VENTURE

Casco: HJC F100

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Triumph Tiger 900 GT Pro (2024 - 25)
Triumph

Triumph
Via R. Morandi, 27/B
20090 Segrate (MI) - Italia
02 84130994
stefano.nizzola@triumph.co.uk
https://www.triumphmotorcycles.it

  • Prezzo 16.795 €
  • Cilindrata 888 cc
  • Potenza 108 cv
  • Peso 222 kg
  • Sella 820 mm
  • Serbatoio 20 lt
Triumph

Triumph
Via R. Morandi, 27/B
20090 Segrate (MI) - Italia
02 84130994
stefano.nizzola@triumph.co.uk
https://www.triumphmotorcycles.it

Scheda tecnica Triumph Tiger 900 GT Pro (2024 - 25)

Cilindrata
888 cc
Cilindri
3 in linea
Categoria
Enduro Stradale
Potenza
108 cv 80 kw 9.500 rpm
Peso
222 kg
Sella
820 mm
Pneumatico anteriore
Metzeler TouranceTM Next 100/90-19
Pneumatico posteriore
Metzeler TouranceTM Next 150/70R17
Inizio produzione
2024
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