Haga. Il re del Ring

La gara tedesca riletta dal nostro inviato. Alla crescita dei piloti Yamaha si contrappone una Ducati in affanno. Aumentano gli incidenti al via causati da piloti inesperti
16 giugno 2008


Nella fredda Germania, Haga ha riscaldato i cuori del Team Yamaha e di tutti i suoi fans con due vittorie che rilanciano il giapponese nella classifica generale e che confermano la competitività della Yamaha.
Un week end all'insegna del freddo e della pioggia. Quest'ultima però ha sempre risparmiato i piloti della Superbike, sia in gara che in prova.
Nonostante il tempo davvero inclemente, sono stati moti gli spettatori che hanno affollato le tribune del circuito sovrastato dal castello del Nurburg. Evidentemente ai motociclisti tedeschi la pioggia non fa paura.
Il nuovo tracciato non ha il fascino di quello vecchio, ma è senza dubbio molto meno pericoloso. Un sali scendi continuo con curve a gomito e in contropendenza.  Praticamente le moto non stanno mai diritte se non sull'unico rettilineo davanti ai box. Nei giorni precedenti  la gara ho visitato anche il vecchio Ring che è aperto al pubblico. Basta pagare 21 euro per poter entrare e fare un giro di pista con qualsiasi mezzo a motore. Ho visto macchine sportive girare ad alta velocità schivando motociclisti e... furgoni che se ne andavano a passeggio. Incredibile! Roberto Rolfo il giovedì  mattina ha avuto la fortuna di incontrare il motociclista che detiene il record della pista, stabilito con una Honda RC 30, il tedesco Helmut Dahne, che se lo è caricato in macchina e gli ha fatto fare due giri di pista. Mi diceva Roberto che pur nutrendo la massima fiducia in Dahne (chi conosce il Nurburgring meglio di lui?) ha più volte temuto per la sua incolumità. Helmut affrontava a 200 all'ora e sotto la pioggia curve cieche delle quali l'esperto pilota tedesco conosceva di certo la prosecuzione, ma non il povero Rolfo! Davvero un'esperienza unica. Meglio delle montagne russe!

Ma torniamo sul nuovo circuito per vedere come si sono comportati i piloti della Superbike.

Noriyuki Haga: Un campionato fatto di alti e bassi che ha avuto (almeno per ora) il suo apice nella gara tedesca. Noriyuki si è dimenticato di avere qualche vite piantata nella sua clavicola destra ed ha dato il massimo assecondato da una moto davvero perfetta.  Complimenti al team di Massimo "Maio" Meregalli che ogni anno riesce ad essere ai vertici. Nitronori quando è in giornata di grazia è davvero imbattibile, ma deve ringraziare la Direzione di gara che ha interrotto gara due non appena il giapponese ha alzato la mano, dopo aver visto qualche goccia di pioggia sul suo cupolino. In molti (la Ducati e Tardozzi su tutti) si sono lamentati per questo esito anticipato, ma ciò non toglie che il dominio delle Yamaha è stato netto e le vittorie di Haga sono state senza dubbio meritate, soprattutto la prima dove ci ha regalato un bellissimo duello con Bayliss.

Troy Corser: In America - gara uno - aveva dimostrato di aver ritrovato grinta e voglia di vincere e lo ha confermato anche in Germania con due ottime gare, prive di errori.  Sono certo che se la pioggia (o la direzione gara?) non avesse interrotto la seconda manche, Troy avrebbe festeggiato la sua prima vittoria della stagione.  Un risveglio forse tardivo (73 punti da Bayliss sono molti), ma che di certo renderà avvincente il proseguo della stagione. E ora arriva Misano, una delle sue piste preferite.

Max Neukirchner: Contrariamente a quanto molti potevano pensare, il Nurburgring non è una pista che piaccia molto a Max e il giovedì in sala stampa mi aveva confidato di conoscerla anche poco, visto che ci aveva corso solo alcuni anni fa e sul tracciato più corto. Ciò non toglie che questa fosse la sua gara di casa e davanti al suo pubblico il giovane tedesco avrebbe voluto vincere, ma non ci è sembrato determinato e combattivo come in altre gare.  Colpa della moto? Oppure ha sofferto l'emozione di presentarsi per la prima volta davanti al suo pubblico come uno dei protagonisti e non più, come era in passato, da semplice comprimario?  Due podi sono comunque un bel bottino e i 51 punti di svantaggio da Bayliss non sono impossibili da rimontare se Max continuerà a essere così costante.

Troy Bayliss: Un weekend sofferto quello del pilota australiano. Mi dà l'impressione di impegnarsi al massimo, ma di non essere sempre assecondato dalla sua Ducati. In gara uno ha lottato come un leone con Haga, ma la sua moto non sembrava stabile come quella del giapponese. In gara due vedeva le due Yamaha allontanarsi e ha commesso alcuni errori nel tentativo di raggiungerle (la prima curva del tracciato proprio non gli piaceva).  Resta uno spettacolo vederlo correre con tanta determinazione, ma sembra un poco in affanno rispetto agli altri piloti con i quali si gioca la vittoria. Di fatto però ha allungato in classifica di altri undici punti rispetto a Checa e resta l'uomo da battere.

Carlos Checa: Il Nurburgring non è certo un circuito favorevole alle Honda, visti anche i risultati degli altri piloti della casa giapponese. Carlos con la sua esperienza ha limitato i danni, anche se non è riuscito a salire sul podio. Bayliss si allontana, ma lo spagnolo non  demorde e sono certo che già a Misano lo rivedremo lottare per la vittoria. Ora, nella sua rincorsa a Bayliss, è in buona compagnia e non potrà più fare passi falsi.

Michel Fabrizio: il pilota romano del team Xerox Ducati si conferma sempre più spesso nelle prime posizioni  e questo non può che farci piacere. Da giovane promessa, capace di poche gare bellissime e di molte gare anonime, Michel si sta trasformando in un professionista, capace di competere con i santoni della Superbike.  Il lavoro del suo manager  - Chili - e quello del suo team manager - Tardozzi - stanno dando i frutti sperati. Fabrizio sembra ormai maturo e meritevole di una Ducati ufficiale. Speriamo continui così e che il sogno di un pilota italiano che vince su di una moto italiana si possa realizzare presto.

Max Biaggi: I suoi sostenitori continuano a difenderlo a spada tratta, nonostante risultati che lasciano perplessi, come quello di gara uno.  Da Max Biaggi ci si aspetta sempre che vada sul podio o che comunque faccia una stagione di vertice, come quella dello scorso anno. E' chiaro che ora sia esposto a varie critiche, che non arrivano solo da chi non ha mai amato il pilota romano, ma anche da chi lo ha sempre sostenuto e che ora inizia giustamente a chiedersi dove sia finito il Corsaro mai domo che lottava con Valentino Rossi.

Tommy Hill: Lo so non è un pilota della SBK, ma quanto è successo al pilota inglese della Supersport mi ha lasciato davvero costernato. E' incredibile come il destino si possa accanire e possa essere crudele. Tommy era caduto a novembre sul circuito di Calafat durante il suo primo test invernale con la sua nuova squadra. Nella rovinosa caduta si era fratturato il femore destro in modo scomposto, si era fratturato la caviglia sinistra e un polso. Ha sofferto vari interventi chirurgici e ha trascorso lunghi mesi di cure, di fisioterapia e di lavoro in palestra. Ma non si è mai dato per sconfitto e si è finalmente ripresentato in Germania in piena forma e determinato a dimostrare a tutti di essere uno dei migliori piloti della Supersport. Nelle prove del venerdì si è dovuto adattare alla nuova moto (a Calafat aveva compiuto solo pochi giri) e al nuovo circuito, ma nelle prove del sabato aveva conquistato una inattesa seconda fila. Era davvero felice e quando gli ho chiesto se era pronto ad affrontare la gara della Supersport su di un circuito così impegnativo come il Nurburgring, mi ha detto: "domenica lotterò come un leone!".
E' riuscito a percorrere solo il rettilineo e poi il leone è stato abbattuto alla prima curva da un incosciente Arne Tode che lo ha centrato con la sua moto, lo ha buttato in terra e gli ha rotto ancora il femore destro. Hill verrà operato in Inghilterra giovedì 19 e poi dovrà riprendere i trattamenti di fisioterapia e il doloroso lavoro in palestra. Gli ho parlato  dopo l'incidente e con gli occhi lucidi mi ha detto: "sono stato ancora sfortunato, ma tornerò a correre". 

Gli incidenti in partenza sono sempre più frequenti nelle gare delle derivate di serie sopratutto perché alcuni piloti pensano che in pista tutto sia lecito e senza curarsi troppo delle conseguenze delle loro azioni.
E' inaudito che nessuno prenda provvedimenti e che nessuno venga punito per comportamenti irresponsabili che causano gravi danni alla salute dei loro colleghi.  Tode con la sua entrata folle ha coinvolto otto piloti e ha causato la rottura del femore di Hill e anche del povero De Gea, nonché la frattura della caviglia di Veneman.
Cosa deve succedere prima che qualcuno intervenga? Perché la direzione di gara o la FG Sport non hanno sospeso il pilota tedesco, ma anzi gli hanno consentito di riprendere il via come se nulla fosse successo? A Monza nella gara della Superstock 1000 alla prima variante dopo la partenza, un pilota innescò una carambola che per mera fortuna non ha avuto gravissime conseguenze. Lo stesso pilota al Nurburgring, sempre nella prima curva dopo la partenza, ha forzato la staccata al punto di cadere e trascinare a terra altri piloti.

Sino a che non ci saranno regole che puniscono chi rischia la propria, ma sopratutto la altrui incolumità, fatti di questo genere si potranno ripetere e dobbiamo solo sperare che non accada qualcosa di ancora più grave rispetto a quello che è successo sino ad oggi.


Carlo Baldi

Foto: Porrozzi