Valentino Rossi e Luca Marini, parla la mamma: "Ci piacciono le gare combattute"

Valentino Rossi e Luca Marini, parla la mamma: "Ci piacciono le gare combattute"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
La soddisfazione, per il secondo successo consecutivo di Luca in Moto2, e un po’ di ansia, per Valentino in difficoltà. "A lui piace sperimentare…" dice Stefania Palma. Ma aggiunge che oggi il talento non basta più, ci vuole il gruppo. E il gruppo è anche la forza di Luca.
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
24 ottobre 2019

Ho un debole per Stefania Palma. La mamma di Valentino Rossi e di Luca Marini è una bella persona, intelligente e profonda.
E la seconda vittoria consecutiva del figlio minore in Moto2, domenica scorsa a Motegi nel GP del Giappone, mi fornisce il pretesto per telefonarle.

“Sì, Luca è stato bravissimo, siamo contenti”.

Stefania è di poche parole, non è certo il tipo delle smancerie. E aggiunge: “Del resto si impegna molto, è cresciuto tanto”.

Ho letto di recente che Luca parla tanto con la mamma, e riceve anche consigli tecnici. Questa uscita, le dico, mi ha incuriosito.

“Nessun consiglio davvero tecnico - se la ride "la Stefy", come la chiamano in famiglia - io mi limito a guardare l’organizzazione, il lavoro di gruppo. Lì penso di avere una certa esperienza: ho conosciuto Rossi (quello grande, Graziano n.d.r.), quando avevo quattordici anni. Ho una storia, da allora ne ho viste di situazioni, e a Luca dico la mia in base all’esperienza”.

Anche dopo questa seconda vittoria della stagione Luca sembra tranquillo, razionale, controllato.

"Sì, Luca è proprio quello che appare: riflessivo, intelligente, molto attento. Lui ha anche la grande fortuna del gruppo, quello di Vale, dell’Accademy. Per loro è importante, molto importante, fare parte di un gruppo così bello. Oggi il successo è costruito con un gran lavoro, il talento non basta”.

Le qualità di Luca? Le stesse di Valentino, secondo Stefania...

Entrambi hanno la capacità di leggere e capire in fretta, e poi di esporre bene. Fin dall’asilo Luca ha studiato inglese e matematica. Qui a Tavullia l’asilo era avanti, le maestre tutte laureate, c’era una grande direttrice. Quel periodo è stato molto importante per lui come persona”.

Passiamo a Valentino? Sembra in difficoltà, nelle ultime gare….

"Ne ho appena parlato al telefono con Rossi (sempre Graziano n.d.r.), e abbiamo opinioni discordi. Io credo che anche per Vale la soluzione sia il lavoro del gruppo".

Vuoi dire che devono cambiare qualcosa nel modo di lavorare nel box, come abbiamo suggerito qualche volta nel nostro DopoGP?

"Questo non lo so. La mia idea è questa: che a lui piace sperimentare, gli piace lavorare sulla moto, sviluppare. Lo ha sempre fatto con passione. Ma adesso non basta più, e Quartararo e Viñales non sviluppano… Ma dimmi tu una cosa: è vero che i piloti non possono sviluppare la moto se non in quei 4 o 5 giorni dell’anno dei test? E’ una cosa assurda..."

Un ruolo difficile

Credo che Stefania sappia più di quello che lascia vedere, ma in ogni modo le confermo quello che probabilmente già sa: le restrizioni del regolamento, l’impossibilità di sviluppare i motori, i giorni dei test che ancora diminuiranno e così via. E qui viene fuori il lato “tecnico” della signora Palma.

“Valentino una volta mi raccontava che alla Honda c’era un gruppo di lavoro spaventoso. Mi domando: se la Honda è la Casa più forte, bisogna avere almeno la possibilità di bilanciare la situazione lavorando di più. L’ho detto, a Vale: vai un mese in Giappone, alla Yamaha, e lo sviluppo lo fai tu. Mi dice che non si può fare neanche quello…”

Ma che ci sia un calo dovuto all’anagrafe, Stefania lo esclude. “Non è l’età. La voglia è sempre quella. Mi piacerebbe che Vale trovasse la moto che gli piace. Basterebbe quello”.

E poi va oltre. Quello che le piacerebbe… “La gara bella è la gara combattuta, il bello delle gare è la lotta, la competizione. Va bene il circuito favorevole o sfavorevole a una moto, lo accetto, va bene la strategia… ma anche in F1 c’è la strategia, eppure il pilota si vede! Oggi nella MotoGP non succede più, il pilota conta meno”.

E poi magari oggi le gomme contano troppo….

"Le gomme? No, delle gomme non parlo. Quando ho accennato l’argomento con i ragazzi mi hanno detto che parlo come quelli del bar…".

Questa “la” Stefy, la mamma di due piloti così uguali e così diversi. Mica facile il suo ruolo. E’ una cosa che colpisce: il figlio maggiore ha quarant’anni ed è una leggenda del motociclismo, il minore ne ha ventidue, si è lanciato in una avventura difficile, in un confronto impietoso e senza rete. E’ dura essere il fratello di Valentino Rossi, soprattutto se vuoi fare anche tu il pilota.
Per venirne fuori bene, come sta facendo Luca, bisogna avere gli attributi. E una mamma come Stefania, credo.