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Dopo la caduta in Austria, Jorge Martin è pronto ad affrontare il Balaton Park. Con i giornalisti ha riflettuto sui giorni passati e ha tracciato un bilancio di queste prime gare dopo il suo rientro dal lungo infortunio.
Come stai?
"Bene, mi sento bene. Questi giorni mi sono serviti per recuperare un po' dalla caduta, avevo qualche dolore nel braccio e ho ancora dei lividi, ma nulla che mi impedisca di guidare al 100%. Ho riflettuto un po' questi giorni, sulla mia situazione, sulla caduta, su come mi devo prendere due o tre giorni della settimana e le cose sono un po' più chiare"
A che conclusione sei giunto?
"Penso che sia importante capire la mia situazione: vengo a competere contro i migliori piloti del mondo, dopo 12 o 13 gare, e vengo da un infortunio molto grave. Devo capire che a volte ci sono giorni in cui sarò migliore, altri in cui sarò dodicesimo, e imparare un po' da questo. Dopo aver vinto non è facile, ma devo capire che devo concentrarmi sul mio processo, non compararmi con altri piloti per il momento, e capire di cosa ho bisogno per essere più veloce a lungo termine"
Sul weekend in Austria...
"Penso che la gestione del weekend sia stata buona, il sabato nella Sprint, dopo essere finito dietro, ho rimontato e mi sono trovato molto bene, forse il problema è che ho avuto troppe aspettative per la domenica. Ho pensato: 'se salgo e mi metto tra i primi otto, ho il ritmo per fare essere top6', ma non so se questo è fare di più di ciò che posso. Questa è la riflessione: non devo fare più di ciò che posso. Se mi trovo bene andrò avanti, ma se, come ad esempio in Austria, non mi trovo bene, arrivo al traguardo"
È un vantaggio arrivare in un circuito nuovo per tutti o non cambia la tua situazione?
"Come dicevo, non mi concentrerò sui risultati. Se guardo i risultati, ovviamente è un vantaggio, perché sono un pilota che si adatta molto velocemente a nuove piste, ma senza conoscere la moto non saprei... Penso che per me sia un vantaggio, perché non ho alcun riferimento della Ducati. In Austria provavo a guidare come avevo guidato gli altri anni e non riuscivo a salire, qui devo semplicemente guidare e vedere di cosa ho bisogno per andare più velocemente. È più come un test, una pagina bianca, per vedere di cosa ho bisogno"
Come si lavora in un circuito nuovo?
"Ho guardato gli onboard su Internet per prepararmi un po', ho giocato molto alla Play e ho cercato di capire un po'... non so quanto mi aiuti a livello di riferimenti, ma più o meno le traiettorie mi sono già chiare. Il cambio è un' incognita, fino a quando non ci troveremo in pista non sapremo, per esempio, se usare sei o cinque marce, la prima o la seconda. Questo è quello che vedo come più complicato di tutto. Poi a livello di set-up è chiaro che un pilota che ha una base già fatta, che conosce la moto, ha una vantaggio, io devo continuare a migliorare in questa direzione"
L'altro giorno Fermin Aldeguer ha detto che in un momento della gara le cose erano così facili, che era come se stesse giocando con la Play. Questo è un altro livello, no?
"Non lo so, io non sono mai arrivato a questo livello, ma ovviamente quando hai le cose in mano, tutto va in maniera naturale: è uno stato di 'flusso', che lui chiama 'giocare con la Play', non è facile da raggiungere ma quando ci riesci è una felicità"
Sulla voglia che ha di girare al Balaton Park...
"Sì, ho voglia di uscire, la verità è che sono un pilota che con i cambiamenti di direzione si sente abbastanza bene. Mi sento in fiducia fiducia con questa parte del guidare, credo di poter essere competitivo"