MotoGP 2021. GP d'Italia al Mugello. Pietro Bagnaia: da papà a team manager

MotoGP 2021. GP d'Italia al Mugello. Pietro Bagnaia: da papà a team manager
Giovanni Zamagni
Da quest’anno responsabile in pista del team VR46 nel CIV, Pietro, papà di Pecco, debutta nel motomondiale come team manager di Surra e Bartolini, al via con due wild card. “A mio figlio, come ai mie piloti, cerco di trasmettere serenità. Quando sono entrato nel paddock, mi sono emozionato”
29 maggio 2021

SCARPERIA - Professione papà: un lavoro difficilissimo. Professione team manager: meno complicato, ma comunque tutt’altro che semplice.

Soprattutto se hai a che fare con giovani piloti. E questo vale sia se sei il papà di un aspirante campione sia se gestisci due ragazzi al debutto nel motomondiale. Lo sa bene Pietro Bagnaia, papà di Pecco e team manager del team VR46 nel CIV, al debutto nel mondiale al Mugello con due wild card.

“Quando mercoledì sono entrato nel paddock - racconta Pietro, con quel suo meraviglioso modo di fare, un misto di serenità ed entusiasmo perfettamente miscelati -, mi è scesa una lacrima di emozione. Anche perché adoro questo paddock, molto ordinato: grazie a Pecco, lo conosco bene, mi ha insegnato un sacco di cose. E’ stato davvero un momento intenso. In questi giorni, ho visto Pecco solo per un attimo giovedì sera al box, fa un gran tifo per me”.

Tu sei sempre andato in pista durante i GP, non ti manca questo aspetto?

“Dentro al box c’è tanto da fare, ma mi sono ritagliato il mio tempo per andare lungo la pista durante i 40 minuti di prove della MotoGP. Quando ho visto passare Pecco con la Ducati la prima volta mi sono venuti gli occhi lucidi e la pelle d’oca: questi ragazzi vanno veramente forte e con grande tecnica”.

Quale la differenza tra essere papà e team manager?

“Da papà, ho accompagnato Pecco in questo sport, ma appena ho potuto mi sono messo in disparte, l’ho lasciato a chi sa fare questo mestiere: a 12 anni, era già nel Cev con Alzamora. Un papà non può dire a suo figlio, che so: in quel punto devi mollare i freni e dare più gas. Come fai a farlo da papà? Da team manager è differente. Come con Pecco ai mie piloti (Alberto Surra ed Elia Bartolini, NDA) cerco di trasmettere tranquillità, di non ascoltare molto le voci del paddock. Ce ne sono tante anche nel CIV. Quando si inizia a fare uno sport, bisogna far capire ai ragazzi che si devono godere le emozioni, conta quello”.

Quale consiglio daresti a un genitore di un bimbo che inizia con le minimoto?

“E’ sbagliato dire a un bambino o la va o la spacca. E’ tuo figlio, lo devi accompagnare, fare crescere, trasmettere serenità, non bisogna togliergli la gioia di giocare”.

Pecco ti ha detto qualcosa?

“Giovedì sera gli ho detto: domani vengo a vederti in pista. Mi ha risposto: devi fare il tuo lavoro nel box… Ci tiene moltissimo. Segue le gare del CIV, mi dice cosa hanno sbagliato i piloti, gli sta vicino. Trasmette serenità: è la scuola di Valentino Rossi”.