Spunti, considerazioni, domande dopo il GP d’Italia

Spunti, considerazioni, domande dopo il GP d’Italia
Giovanni Zamagni
Qual è stata la chiave del successo di Marc Marquez? Ha spinto al 100% per tutta la gara? Rossi ha detto che se fosse scattato dalla prima o dalla seconda fila si sarebbe giocato la vittoria: è vero? | G. Zamagni, Mugello
1 giugno 2014

Punti chiave

 

Qual è stata la chiave del successo di Marc Marquez?
Jorge Lorenzo non ha dubbi, pur riconoscendo la bravura del rivale: «La maggiore velocità della Honda». Una velocità che Marquez spiega così. «La squadra ha lavorato benissimo e abbiamo deciso di fare una strategia differente, preparare una sesta che mi desse dei vantaggi in scia: è stata la scelta giusta, anche se quando poi ero davanti la mia moto era naturalmente meno veloce».

 

Questa volta, Marquez ha spinto al 100% per tutta la gara?
Sì. Come conferma il fenomeno della Honda: «E’ stata una gara molto dura, la più difficile della stagione. All’inizio faticavo a tenere il passo di Lorenzo: lui era molto più veloce di me a centro curva. Poi, quando le gomme si sono consumate, mi sentivo più a mio agio e sono riuscito a recuperare, ma ho preso tanti rischi, rischiando di cadere più di una volta. La mia moto si muoveva tanto, ma è normale quando spingi al limite. Al quarto giro, quando mi hanno segnalato che Rossi era terzo a poco più di un secondo da me, ho aumentato il ritmo, perché temevo che Jorge scappasse e che Valentino venisse a prendermi. E’ arrivata un’altra vittoria, ma so che non potrà essere sempre così, che arriveranno dei momenti difficili: lì bisognerà essere intelligenti e accontentarsi di un piazzamento».


Marquez cambierà atteggiamento?

No. Anzi, come dice Andrea Dovizioso: «Visto il margine che ha in classifica generale (53 punti, NDA), può permettersi di prendere dei rischi, proverà veramente a vincerle tutte». Una teoria assolutamente condivisibile.


Lorenzo non ha praticamente sbagliato nulla, ma non è riuscito a battere Marquez: può essere psicologicamente deprimente?

Risponde Lorenzo: «Quando fallisci un obiettivo per così poco, non puoi essere completamente contento, ma se guardo alle difficoltà dei primi 5 GP allora questa deve essere considerata come una grande gara. Adesso mi sento molto meglio fisicamente e questo mi ha dato più forza psicologica».


Ma il cambiamento di Lorenzo rispetto alle difficoltà precedenti è dovuto solo a questo?

Risponde Lorenzo: «Questa è una categoria difficilissima e se non è tutto a posto non puoi lottare per la vittoria. Fino adesso ho patito per una serie di fattori: il motore più scorbutico per il cambio di regolamento (da 21 a 20 litri, NDA), le nuove gomme Bridgestone, una condizione fisica non buonissima. Qui siamo migliorati tanto e oggi potevo giocarmela con Lorenzo a ogni frenata».

Il segreto del “ritorno” di Lorenzo sarebbe però nella gomma posteriore, la stessa utilizzata l’anno scorso al Mugello in via sperimentale e che permise a Jorge di vincere facilmente la gara. Quel pneumatico è diventato la copertura per alcuni GP del 2014, come in Qatar, dove però non c’erano dati per la messa a punto, mentre qui Jorge e la sua squadra avevano a disposizione quelli della passata stagione.


Rossi ha detto che se fosse scattato dalla prima o dalla seconda fila si sarebbe giocato la vittoria: è vero?

Difficile da dire. Al quarto giro, quando Rossi è risalito in terza posizione, il suo distacco da Lorenzo era di solo 1”261: aveva quindi tutta la possibilità di andare a riprendere i primi due, invece non si è mai avvicinato. E’ vero però che nel finale ha girato sugli stessi tempi dei rivali, che però si superavano a vicenda e, quindi, si rallentavano, e che il suo miglior crono (1’48”084) è stato solo 0”100 più lento di quello di Lorenzo e di 0”192 superiore di quello di Marquez. La sensazione, quindi, è che se Valentino si fosse trovato subito in scia ai due rivali, sarebbe rimasto attaccato con le unghie e con i denti, ma è anche vero che nel finale, sia Lorenzo sia Marquez sono scesi sotto l’1’48”: Marc ha fatto 1’47”984 al penultimo giro e 1’47”927 all’ultimo, Jorge 1’47”978 al penultimo.

Dani Pedrosa
Dani Pedrosa


Perché Dani Pedrosa ha finito quarto a 14”046?
Risponde Pedrosa: «Purtroppo non sono ancora a posto fisicamente» ha detto mostrando il braccio destro effettivamente gonfio come un pallone. Però, ancora una volta, ha girato più forte nel finale che a inizio gara, ottenendo il suo miglior crono al 16esimo giro (1’48”461), per poi fare 1’48”724 al 17esimo, 1’48”687 al 18esimo, 1’48”921 al 19esimo.


Perché Cal Crutchlow è caduto al quarto giro mentre era in quarta posizione?
Risponde Crutchlow: «Già dopo tre curve, ero in difficoltà con l’anteriore che spingeva da matti ed è probabilmente per questo che sono caduto, anche se non mi sembra di aver fatto nulla di diverso rispetto al giro precedente». La sua moto, poi, ha travolto Stefan Bradl, a terra nuovamente dopo un terrificante volo nel warm up. «Mi spiace veramente per Stefan, gli ho subito chiesto scusa», ha detto Cal, anche se, naturalmente, non ha alcuna colpa.


Quando Andrea Dovizioso ha superato Andrea Iannone?
Risponde Dovizioso: «Alla staccata della San Donato, all’inizio dell’ultimo giro. Poi, non ho fatto un gran tempo, perché mi sono solo preoccupato di chiudere ogni porta: lui era vicinissimo, tanto è vero che siamo arrivati praticamente appaiati sul traguardo».


Dovizioso ha utilizzato la gomma a sua disposizione più dura al posteriore, Iannone quella più morbida, eppure il risultato è identico: cosa significa?
Che questo è il potenziale della Ducati, anche se, in alcune circostanze e a seconda dello stile di guida, si può fare una scelta differente di gomma posteriore.


Perché Michel Fabrizio, che qui sostituiva l’infortunato Danilo Petrucci, si è ritirato al 20esimo giro mentre si trovava in ultima posizione?
Fabrizio ha faticato ad adattarsi ai freni in carbonio.

 

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