Nico Cereghini: “Se Lorenzo si becca Valentino…”

Nico Cereghini: “Se Lorenzo si becca Valentino…”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Farebbe buon viso a cattivo gioco. Nessun pilota nella storia ha gradito un forte compagno di squadra: meglio un rookie, grazie. Ma qualche volta c’è la necessità | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
31 luglio 2012

Punti chiave


Ciao a tutti! Pare proprio che Valentino Rossi stia lavorando per tornare in Yamaha di fianco a Lorenzo, tra qualche giorno ne sapremo di più, e la discussione si accende: come valutare questa scelta? Un passo indietro, un’altra sfida, un salto nel vuoto, una resa? Ciascuno dice la sua, giustamente, e io penso che se tornerà sulla M1 ufficiale Valentino ha del coraggio, perché accetta un ridimensionamento economico e anche di ruolo. Non è più il riferimento della squadra. Staremo a vedere. Piuttosto, sono interessato ad un altro aspetto della questione. Ho visto squadre di tutti i tipi, ma non ho mai visto finire bene la squadra con due star allo stesso livello: dispetti, gelosie, litigi e alla fine uno dei due è uscito sconfitto. E del resto lo stesso Valentino se n’era andato due anni fa dalla Yamaha, a fine 2010, battuto dal compagno di squadra Jorge Lorenzo.

Read contro Ivy sulle 125 e 250 Yamaha alla fine degli anni Sessanta: stabilirono di dividersi i due titoli e il primo, Phil Read, arrivò a fregare l’amico prendendoseli entrambi. A metà anni Settanta fece scalpore il duello Pileri-Bianchi con le Morbidelli 125, ma anche Villa e Uncini con le Harley 250 e 350 si presero male. Si sa, il maggior rivale è sempre il compagno di squadra, e il primo arrivato non sopporta che il secondo gli si metta in mezzo.

Agostini dominava praticamente solo sulle MV dei conti Agusta, aveva già conquistato dodici titoli tra 500 e 350, quando gli affiancarono proprio l’inglese Phil Read in vista della stagione

La squadra ideale, lo sanno tutti, è quella formata dal numero 1 e da un giovane promettente

1973. Mino riuscì a prevalere in 350, prendendosi il settimo titolo consecutivo in quella cilindrata, ma in 500 arrivarono i problemi: la nuova quattro cilindri non andava bene, Ago la criticava, Phil invece la elogiava per far contenti i tecnici. Ruffiano? Vedete voi: se chiamò il figlio Rocky come il direttore sportivo Rocky Agusta, voi come lo definireste? Diffidenza, dissapori, ripicche, e alla fine quell’anno la spuntò Read, vincendo quattro gare contro le tre di Agostini. Che cambiò aria passando alla Yamaha.

La squadra ideale, lo sanno tutti, è quella formata dal numero 1 e da un giovane promettente. Il nuovo arrivato ha poche pressioni e matura gara dopo gara senza dar fastidio al campione. Ma prima o poi i livelli si equivalgono e allora nascono i dolori. Non resta che la soluzione più diffusa: il campione e il comprimario. Funzionò per anni con Agostini, funzionò con Mick Doohan che aveva voce in capitolo sulla scelta del suo compagno in HRC. Poi tutti i campioni negano di avere questa clausola nel contratto, ma tutti ce l’hanno, scritta o non scritta. E se questa volta Lorenzo farà buon viso a cattivo gioco è perché Valentino Rossi porta un grosso sponsor, e Yamaha ha bisogno di quattrini.