Rossi: "Merito una moto competitiva"

Rossi: "Merito una moto competitiva"
Giovanni Zamagni
"La Ducati mi ha offerto meno che in passato, ma non è un problema di soldi. Rimanere qui vuol dire fare una scommessa a lungo termine, un salto nel buio" | G. Zamagni, Laguna Seca
30 luglio 2012

Punti chiave


LAGUNA SECA – Il Cavatappi, che nel 2008 lo aveva fatto entrare nell’olimpo dei piloti più grandi di tutti i tempi, questa volta sigilla, in maniera definitiva, l’incompatibilità tra Valentino Rossi e la Ducati. Era ottavo Valentino al 30esimo giro, staccato di 10 secondi dal compagno di squadra Nicky Hayden (sesto) e di 34”947 dalla vetta, quando ha perso il controllo della GP12 ed è ruzzolato nella sabbia, fortunatamente senza conseguenze, mentre la Desmosedici sbatteva violentemente contro gli air fence, in una immagine che, purtroppo, sintetizza 20 mesi di grandissime difficoltà.
 

A due giri e mezzo dalla fine, alla staccata del Cavatappi, mi si è chiusa davanti appena ho toccato i freni. Non me lo aspettavo proprio, anche perché, ormai, avevo rallentato, avendo un grande distacco sia da chi mi precedeva (Bradl, NDA) sia da chi mi seguiva (Bautista, NDA): in pratica, pensavo solo ad arrivare al traguardo. I dati confermano che ho fatto tutto esattamente come al giro precedente, ma, come era già successo a Silverstone in prova, sono caduto inaspettatamente. Il problema è sempre lo stesso: la gomma davanti non lavora e per lo stesso motivo ero scivolato anche venerdì in prova”.

Ormai tutti dicono che tornerai in Yamaha e che rinuncerai a un sacco di soldi da parte della Ducati.
“Per la verità, la Ducati mi ha fatto un’offerta al ribasso rispetto al passato. In ogni caso, è vero, ci sarebbe una grande differenza con l’offerta Yamaha, ma per me, fortunatamente, i soldi non sono l’elemento più importante: se lo fossero, avrei già scelto... Piuttosto, è giusto pensare alla loro offerta

Migliorare la Ducati e vincere con questa moto avrebbe un fascino che non ti può dare nessun’altra sfida

perché sembra che cambino molte cose con l’arrivo di Audi. Per rimanere in Ducati bisogna fare una scommessa, anche se c’è una grande volontà a fare bene. Rimanere qui significherebbe fare un investimento a lungo termine, ma quello che è preoccupante è che fino adesso non abbiamo migliorato nulla e i problemi sono sempre gli stessi. E questo è sicuramente frustrante. Rimane una scelta difficile: vado in vacanza e ci penso bene. Anch’io comincio a essere vecchio, ad avere poco tempo: è vero, però, che migliorare la Ducati e vincere con questa moto avrebbe un fascino che non ti può dare nessun’altra sfida”.


Facciamo un paragone con la Ferrari: anche loro hanno iniziato tra 1000 difficoltà, ma adesso sono in testa al mondiale.
“Sì, è vero. All’inizio la differenza l’ha fatta Alonso, conquistando risultati incredibili e portando a casa tutto il possibile. La Ferrari poi ha risolto i problemi, noi no, perché il nostro è molto grande: la Desmosedici non tocca terra davanti. Se si riesce a risolverlo, probabilmente la moto diventa competitiva, ma io non so come”.


Nell’incontro di sabato sera con Gabriele Del Torchio, amministratore delegato di Ducati, avete parlato dei dettagli?

No, non è stato possibile farlo, perché stanno cambiando tante cose e bisogna capire l’Audi che novità porterà e che tecnici vorrà aggiungere. Ci sono due strade: o provare a vincere subito con una moto già competitiva, oppure fare una scommessa a più lungo termine, una scommessa di grande fascino. Ed, effettivamente, sarebbe anche una sconfitta lasciare la Ducati”.


Lorenzo ha detto che meriti una moto competitiva e che non ha nessun problema per un tuo eventuale ritorno in Yamaha.

“Lo ringrazio! E’ sempre stato molto buono con me, uno di quelli che ha avuto più rispetto nei miei

Ci sono due strade: cambiare Casa e avere più sicurezza, o pensare a un progetto a lungo termine, facendo un salto nel buio

confronti. Credo abbia ragione: penso di meritarmi una moto competitiva. Come detto, ci sono due strade: cambiare Casa e avere più sicurezza, o pensare a un progetto a lungo termine, facendo un salto nel buio, con il fascino di provare a vincere con tre Marche differenti, impresa mai riuscita a nessuno”.


Si è parlato anche di una possibilità con la Honda: è vero?

“Ci sono anche altre soluzioni, ma i discorsi con la Yamaha sono molto più avanti”.


Perché a Laguna Hayden è stato più efficace di te?

“Nicky ha fatto una bella gara, mentre sembra che la Desmosedici mi “soffra” dalla prima volta che ci sono salito. Con me si impenna di più, mentre Hayden si è adattato meglio. In ogni caso, i nostri risultati sono comparabili (5 volte è arrivato davanti Vale, 5 Nicky, NDA)”.


Conta anche la squadra?

“Sicuramente loro hanno più esperienza con la Ducati, mentre sia io sia Burgess, che veniamo dalla scuola giapponese, fatichiamo di più”.


Quindi, se rimarrai in Ducati cambierai team?

“Bisognerà capire come sarà organizzato il reparto corse, ma non è questo l’aspetto fondamentale”.


Del Torchio ha detto che vi siete presi una settimana di tempo: confermi?

“Nella mia carriera ho sempre usato la stessa tattica per prendere le decisioni importanti: lo farò in un posto tranquillo, con la mente libera. A Indianapolis si saprà tutto”.


Torniamo un attimo al paragone con la F.1 e la Ferrari: Alonso fa una differenza mostruosa con Massa, la stessa che, personalmente, mi aspettavo facessi tu con Hayden, con tutto il rispetto, naturalmente, per Nicky. Perché questo non avviene? Una volta era il pilota di moto a fare la differenza, non quello di auto…

“La situazione è molto cambiata, non si riesce più a fare una grande differenza. Questo in generale, ma, nello specifico io non ci simo mai riuscito con la Desmosedici”.


Non credi che la Honda avrebbe dovuto offrirti una moto per contrastare Lorenzo?

“Sinceramente la Honda non l’ho capito e anch’io mi aspettato una proposta da parte loro. Ma in HRC c’è Livio Suppo, che non mi ha mai sopportato”