MotoGP. Le pagelle di fine anno

MotoGP. Le pagelle di fine anno
Giovanni Zamagni
Molti voti alti e molte gravi insufficienze. Sembra manchi la via di mezzo in un campionato mondiale fatto di estremi, di eccellenze e zone d'ombra | G. Zamagni
30 novembre 2011

Punti chiave


Pagelle di fine anno. Come al solito, anche se il 2011, purtroppo, non è stato un anno normale. Ci ho pensato a lungo se fosse opportuno o meno di giudicare i piloti, dopo quanto successo in Malesia, considerando anche che qualche lettore di Moto.it aveva criticato la scelta di dare i voti dopo il GP di Valencia. Alla fine, ho deciso per il sì, convinto da tutto quello che è successo dopo la tragedia di Marco Simoncelli.

Prima di passare ai voti, due considerazioni, per me fondamentali:
1) Ogni pilota, anche quello che si becca un 4 in pagella, merita massimo rispetto e gratitudine, perché solo loro sono in grado di fare certe cose e regalare emozioni e adrenalina a non finire.
2) Il giudizio, ovviamente, è relativo. Perché, tanto per fare un esempio, le aspettative su Jorge Lorenzo, campione del mondo 2010, sono diverse e più alte rispetto al suo compagno di squadra Ben Spies, anche se, naturalmente, utilizzano la stessa Yamaha M1. Anche la moto, inevitabilmente, incide sul giudizio.


Piloti


CASEY STONER VOTO 10
Una stagione quasi perfetta, praticamente impossibile fare meglio. Come dicono i numeri: 10 vittorie, 16 podi su 17 gare disputate, 12 pole position, 17 volte in prima fila (su 18 GP), 246 giri al comando sui 443 complessivi della stagione (ovvero il 55,53%), un solo zero in classifica e non per colpa sua. Insomma, Casey Stoner ha fatto la differenza, molto più della sua Honda. Eppure, c’è ancora qualcuno che ne mette in dubbio le qualità.


JORGE LORENZO 7
Troppo poco per uno che ha vinto tre GP e conquistato 10 podi complessivi? Jorge Lorenzo ha sicuramente guidato bene, mettendoci spesso una pezza con una Yamaha meno competitiva della Honda. Ma se la M1 non era all’altezza, come lo era stata in passato, la colpa è stata anche sua: il telaio 2011, scelto da Jorge nei test invernali, è stato velocemente abbandonato per quello 2010. A Le Mans, Rep. Ceca (scelta sbagliata della gomma posteriore) e Indianapolis non ha guidato come in altre occasioni, in Gran Bretagna è caduto sull’acqua, a Laguna Seca ha commesso un errore da principiante nell’azionamento del sistema di partenza in prova e, solo per fortuna, non si è fatto molto male, infine in Australia si è infortunato per aver preso troppi rischi nel warm up. Per tutto questo, merita “solo” sette.


ANDREA DOVIZIOSO 7
Non ha vinto nemmeno un GP e non ci è nemmeno andato vicino, ma la stagione di Andrea Dovizioso deve assolutamente essere considerata positiva: sette podi, con alcune gare veramente convincenti come al Mugello (2°), Silverstone (2°) e Valencia (3°). Il salto in avanti rispetto al 2010 è stato evidente e importante, ma non è sufficiente: il Dovi deve migliorare in velocità assoluta, in particolare in prova (solo tre volte è partito dalla prima fila), e ridurre ulteriormente la differenza con i fenomeni della MotoGP. E’ comunque arrivato terzo in campionato: un risultato prestigioso, oltretutto ottenuto nonostante i continui e fastidiosi “dispetti” di Casa Honda.


DANI PEDROSA 7
La sua stagione è stata pesantemente condizionata dall’infortunio di Le Mans, che ha avuto ripercussioni anche psicologiche. Fino a quel momento, Dani Pedrosa stava andando fortissimo e se la sarebbe giocata per il titolo con Stoner. Invece, Dani si deve “accontentare” di tre successi e otto podi, con ben sei zero in classifica. Purtroppo, gli manca sempre qualcosina per sfondare anche in MotoGP, ma a livello di guida se la gioca con chiunque.


BEN SPIES 7
Una vittoria ad Assen, una quasi vittoria a Valencia, un terzo posto a Barcellona e a Indianapolis salvano una stagione altrimenti negativa, con troppi errori e tante gare anonime. Ci si aspettava di più dall’ex iridato della SBK, considerando anche che, durante l’inverno, sembrava addirittura poter battere il compagno di squadra.


VALENTINO ROSSI 5
La peggiore stagione della sua carriera, conclusa, per la prima volta dopo 16 anni, senza nemmeno un successo. Eppure Valentino Rossi, a parte in qualche occasione, non si è mai risparmiato, soprattutto in gara, dove è stato quasi sempre il migliore dei piloti Ducati al traguardo. Certo, non ha fatto la differenza come gli riusciva in passato e come era lecito aspettarsi, ma soprattutto perché le motivazioni, inevitabilmente, non possono essere le stesse di quando lotti per qualcosa di prestigioso. La GP11 è stata radicalmente cambiata durante la stagione, ma Valentino non ha mai guidato una moto che gli dava fiducia e confidenza. Ha dimostrato di saper perdere con la stessa classe con la quale vinceva.


NICKY HAYDEN 5
Quando sei compagno di squadra di Valentino Rossi, vivi inevitabilmente nell’ombra, a meno che tu non sia un fenomeno, come Jorge Lorenzo. Non è il caso di Nicky Hayden, assolutamente anonimo, nonostante sia riuscito a precedere cinque volte al traguardo Valentino.


COLIN EDWARDS 5,5
A mio modo di vedere, è anomalo che sia ancora in MotoGP: ha già dato. Nonostante tutto, però, Colin Edwards ha conquistato un commovente podio in Gran Bretagna, perdendone un altro sicuro in Spagna (a Jerez) per un problema tecnico: forse sarebbe sbagliato chiedere di più.


HIROSHI AOYAMA 4
Una stagione disastrosa: non si è dimostrato all’altezza della MotoGP.


HECTOR BARBERA 5
Non si è mai risparmiato e, soprattutto in prova, qualcosa di buono ha fatto vedere. Nel finale è stato penalizzato da un infortunio.


CAL CRUTCHLOW 5
Fino a Silverstone, sembrava avere un buon potenziale, poi, purtroppo, Cal Crutchlow si è fatto male e, di fatto, è sparito, perdendo la strada e sicurezza. Era però al debutto in MotoGP e sappiamo quanto queste moto siano difficilissime da guidare.


ALVARO BAUTISTA 6,5
Voto problematico, perché è estremamente complicato giudicare il potenziale della Suzuki. Alvaro Bautista ha comunque dimostrato di andare forte, ma è caduto un po’ troppo.


KAREL ABRAHAM 6
Considerando che in Moto2 non era certo un fenomeno, che era al debutto in MotoGP e che guidava una Ducati non è poi andato così male. Troppe cadute, però.


TONI ELIAS 4
Una stagione disastrosa, con Toni Elias costantemente ultimo e staccato. Sicuramente non si è trovato con la squadra, ma Toni sembra aver completamente perso la direzione: speriamo si riprenda in Moto2.



RANDY DE PUNIET 4
Tantissimi errori, un solo acuto in prova (quarto a Valencia) nonostante sul singolo giro sia sempre stato tra i più veloci: anche Randy De Puniet ha perso la sfida con la Ducati.


LORIS CAPIROSSI 4
Il peggior modo per chiudere una carriera straordinaria. Lo sbaglio, a mio modo di vedere, è stato quello di tornare in Ducati, nonostante nel 2007, con la Desmosedici 800, non si fosse trovato affatto. Anche in un anno così difficile, Loris Capirossi non ha mai lesinato l’impegno: un esempio per tanti.


Moto


HONDA RC212V 9,5
Una leggera mancanza di stabilità in frenata preclude il voto pieno, ma è chiaro che la Honda RC212V era molto competitiva. Quasi imbattibile. Anche se, non lo si può dimenticare, se non ci fosse stato Stoner, il mondiale l’avrebbe vinto la Yamaha.


YAMAHA M1 8
Imbattuta dal 2008, la Yamaha M1 ha patito quest’anno, forse perché gli è mancato un punto di riferimento tecnico o, più semplicemente, perché la Honda ha fatto un bel passo in avanti. In ogni caso, c’è da lavorare per la prossima stagione.


DUCATI GP11 4
Il voto è alle prestazioni - assolutamente inferiori alle rivali -, alle difficoltà di guida e allo scarso adattamento alle gomme Bridgestone. Ma per quanto fatto durante la stagione, con stravolgimenti continui e incessanti, gli uomini di Borgo Panigale meritano 10. Ma, nelle corse, contano solo i risultati.


SUZUKI GSV-R 6
Con un solo pilota e con scarsi mezzi economici, la Suzuki ha comunque lavorato per tutta la stagione, mettendo in pista una moto più che dignitosa, forse superiore ai risultati ottenuti.


GOMME BRIDGESTONE 4
Criticate all’unanimità dai piloti per la difficoltà ad entrare in temperatura, con gravi conseguenze sulla sicurezza, le Bridgestone sono anche tra le principali cause della diminuzione dello spettacolo in MotoGP. Come dire: difficile fare peggio.