Le pagelle del GP d’Italia

Le pagelle del GP d’Italia
Giovanni Zamagni
Dieci a Marquez e a Lorenzo protagonisti di uno spettacolo meraviglioso. Sette a Rossi, disastro in qualifica bene in gara; cinque a Pedrosa in pessime condizioni fisiche. Sette a Dovizioso e a Iannone | G. Zamagni, Mugello
2 giugno 2014

Punti chiave

MARC MARQUEZ VOTO 10
Un’altra pole, un’altra vittoria: impossibile fare meglio. Nel 2013, al Mugello, aveva faticato moltissimo, ma quest’anno Marquez è un pilota ancora più forte di quello già straordinario capace di conquistare il titolo al debutto. La sfida con Lorenzo è stata “vera”, senza esclusioni di colpi, con Marc bravissimo a sfruttare i punti forti della sua Honda. Poteva anche accontentarsi di un secondo posto, prendere meno rischi, ma battere il rivale era soprattutto una questione d’onore: un’altra mazzata psicologica per tutti.


JORGE LORENZO 10
Quando perdi per 0”121 al termine di una gara tiratissima, hai poco da rimproverarti: è tornato il “vero” Lorenzo, capace di partire subito fortissimo, di imporre il suo ritmo per 21 giri (su 23…), di replicare immediatamente a ogni attacco del rivale. Fin dalle prove è parso più incisivo e domenica non ha sbagliato nulla: per me merita il massimo dei voti.

Valentino Rossi
Valentino Rossi


VALENTINO ROSSI 7
Dopo il disastro delle qualifiche, in gara si è confermato agli ottimi livelli delle prime cinque gare: l’anno scorso, in una situazione simile, avrebbe finito il GP a più di 10 secondi. Invece, ha avuto Marquez e Lorenzo sempre nel mirino, senza però riuscire a entrare nel vivo della lotta per la vittoria. Bravo, ma bisogna evitare certi errori al sabato.


DANI PEDROSA 5
Le sue condizioni fisiche sono pessime, il braccio destro, operato dopo il GP di Spagna, gli dà fastidio: non è una scusa, è la verità. Si fatica comunque a capire perché va più forte alla fine che a inizio gara, limitandosi a fare il minimo indispensabile: dire che è depresso è poco.


POL ESPARGARO 7
Un’altra bella gara del campione del mondo della Moto2, in crescita costante. Dopo Le Mans aveva ribadito di non aver capito bene come aveva fatto ad andare così forte (2 in qualifica, 4 in gara), ma al Mugello, su una pista tutt’altro che semplice il primo anno con la MotoGP (vedi le difficoltà del 2013 di Marquez) ha fatto vedere di avere un buon potenziale.


ANDREA DOVIZIOSO 7
Come sempre, è il primo pilota Ducati al traguardo e ottiene il massimo risultato dal pacchetto a sua disposizione. In qualifica questa volta ha “toppato”, ma in gara non ha sbagliato nulla.

Andrea Iannone
Andrea Iannone


ANDREA IANNONE 7
Entusiasmante in prova (anche grazie alle scie), bravo in gara, dove è stato battuto da Dovizioso soltanto all’ultimo giro. Per lui, questa volta, era fondamentale arrivare al traguardo, ma non si è limitato a fare il “taxista”: per oltre metà gara ha replicato a ogni sorpasso subito, prima di essere inevitabilmente costretto a rallentare.


ALVARO BAUTISTA 4
Purtroppo, l’eccezione è quando fa una bella gara come a Le Mans. Non è costante e al Mugello è tornato subito nei ranghi.


ALEIX ESPARGARO 5
E’ sempre il primo dei piloti “Open”, ma è anche l’unico di un certo livello. Difficile capire cosa gli stia succedendo.


CAL CRUTCHLOW 5
Un’altra caduta in gara: la Ducati è una brutta bestia per uno che in MotoGP aveva guidato solo la Yamaha. Se non altro, è migliorato in qualifica.


STEFAN BRADL 5
Sulla caduta in gara non ha alcuna colpa (è stato travolto dalla moto di Crutchlow), ma il pilota di Cecchinello è scivolato anche nelle FP3 e nel warm up (un volo pazzesco) e in qualifica non è andato oltre il nono posto.


BRADLEY SMITH 4
Sufficiente in qualifica (7°), disastroso in gara, caduto al terzo giro mentre era in nona posizione. Poco adatto alla MotoGP.


HONDA RC213V VOTO 9
Imbattibile con Marquez, appena discreta con tutti gli altri piloti: qual è il valore della RC213V?. Rimane il punto di riferimento della categoria, ma senza Marquez la Yamaha avrebbe vinto quattro gare su sei…


YAMAHA M1 VOTO 9
Al Mugello decisamente più efficace che su altri tracciati: gli è mancata un po’ di velocità massima, ma in frenata e in percorrenza non aveva nulla da invidiare alla Honda.


DUCATI GP14 VOTO 5
Dovizioso ha sottolineato come il tempo complessivo rispetto al 2013 sia calato di 3”5 e gli aggiornamenti di motore hanno fatto volare la Ducati in rettilineo. Per il momento bisogna accontentarsi di questo.

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