Wayne Gardner, il pilota solitario

Wayne Gardner, il pilota solitario
Maurizio Tanca
  • di Maurizio Tanca
Un bel documento sulla vita di Wayne Gardner, il "mastino" australiano iridato della 500 nel 1987. Il campione della Honda racconta anche il terribile incidente dell’83, quando travolse il nostro Franco Uncini
  • Maurizio Tanca
  • di Maurizio Tanca
5 marzo 2010


Un bel documento sulla vita, in pista e fuori, di Wayne Gardner, il “mastino” australiano iridato della 500 nel 1987.  Il campione della Honda racconta anche il terribile incidente dell’83, quando travolse incolpevolmente il nostro Franco Uncini

“Lone Rider” è un documentario che racconta la storia di un amatissimo campione della rimpianta classe 500: l’australiano Wayne Michael Gardner, nato nel 1959 a Wollongong, a sud di Sidney. Il filmato è ben più di una raccolta di materiale “vintage” (comunque abbondante), e inizia mostrandoci un allora 27enne Gardner impegnato nello jogging, prima di andare a scoprirne la personalità, i momenti di intimità prima e dopo le corse e le difficoltà che andava ad affrontare alla partenza di ogni gara.
Ma viene anche esplorata la stessa Honda NSR500 a 4 cilindri di Wayne, magnificata tra l’altro dallo speaker come “una moto da 35.000 sterline” (oltre 100 milioni di lire, ai tempi): vien da sorridere, pensando all’ipotetico valore degli attuali prototipi da corsa, e ai prezzi faraonici richiesti per i leasing ai team satellite…
Non mancano, naturalmente, varie interviste: a Donna Forbes, sua compagna per molti anni ai tempi del motomondiale, a Eddie Lawson, Randy Mamola, e anche al mitico Jeremy Burgess, ai tempi capotecnico dell’asso australiano e oggi, com’è ben sappiamo, guru assoluto di Valentino Rossi.
Nel corso del filmato, sentiremo Gardner raccontare a Burgess come vorrebbe modificare l’assetto della moto, e rivedremo anche le terribili immagini del Gran Premio d’Olanda del 1983, quando un incolpevole Gardner, al debutto quell’anno nella classe 500 con la Honda NSR500 a 3 cilindri, investì in pieno Franco Uncini, disarcionato poco prima dalla sua Suzuki HB: una scena terribile, miracolosamente senza tragiche conseguenze, anche se tutti tememmo per la vita di Uncini, attuale responsabile della sicurezza dei circuito in seno alla Dorna.
 “Lone Rider” è stato girato nel 1986, giusto un anno prima che il Mago di Wollongong vincesse il suo primo, ed unico, titolo iridato, ottenuto battendo la coppia della Yamaha, Mamola e Lawson. Ma Wayne era letteralmente adorato dalla Honda anche perché vinse per ben quattro volte la mitica “8 Ore di Suzuka”, e ancora oggi è il pilota non giapponese più titolato in questo senso: solo Tohru Ukawa, infatti, è riuscito a vincere ben cinque volte (anch’egli sempre su Honda, quindi probabilmente avrà una sua statua d’oro nell’atrio dell’HRC…) quella che, com’è noto, per le Case giapponesi ancora oggi vale forse più di un titolo iridato nel Motomondiale.

VIDEO LONE RIDER - PARTE 1:




Riassumendo la carriera agonistica ad alto livello di Gardner, nel 1983 l’australiano non andò mai a punti, ma l’anno seguente terminò già settimo dietro un sestetto di nomi illustri: dal vincitore Lawson a Mamola, Roche, Spencer, Haslam e a un grande Barry Sheene a fine carriera. Nel 1985 Wayne era già quarto (preceduto dal già fortissimo Spencer e dal duo della Yamaha, Lawson e Christian Sarron), e nell’86 sentiva già odor di titolo piazzandosi secondo dietro a Lawson. Stessa musica nell’88: secondo, infilando la sua Honda tra la Yamaha di Lawson e quelle di Wayne Rainey, Sarron e Magee. Nell’89, Gardner si intestò a voler correre con le Dunlop, ma vinse solo in Australia (vi si correva per la prima volta, a Phillip Island), terminando disastrosamente la stagione al 10° posto, alle spalle del debuttante Mick Doohan. L’anno seguente recuperò salendo in quinta posizione, che replicò nel ’91 precedendo la Cagiva di Lawson.
La carriera di Wayne Gardner si concluse nel 1992, a 33 anni, con un sesto posto molto più che onorevole, visto che quell’anno il coriaceo australiano si infortunò tanto seriamente alla prima gara, in Giappone, da saltare le cinque successive. Rientrò ad Hockenheim con un ottimo terzo posto (dietro a Doohan e Schwantz), e fu secondo in Francia e Sud Africa, quarto in Brasile e sesto in Ungheria. Ma, soprattutto, diede l’ultima zampata vincente a Donington, battendo Wayne Rainey, Juan Garriga e l’inossidabile Eddie Lawson. Sempre guidando la sua fida Honda NSR. In quasi dieci anni di motomondiale, Gardner ha corso 100 Gran Premi, collezionando appunto un titolo iridato, 18 vittorie, 51 podi e 19 pole position. Dopodiché si è dato alle gare automobilistiche, ma senza abbandonare totalmente il nostro mondo: Wayne infatti è stato anche commentatore dei GP per una TV australiana, partecipa a gare vintage, e ogni tanto salta in sella anche a qualche moto da corsa attuale.

VIDEO LONE RIDER - PARTE 2:




Di seguito, pubblichiamo dunque la classifica generale del mondiale 500 dell’87 vinto da Gardner, ove figurano ovviamente molti nomi celebri, o che lo sarebbero presto diventati. Come il francese Raymond Roche (13°), piuttosto forte anche nella 500, ma che nell’88 passò in Superbike con la Ducati 851 per andare a vincere il titolo nel ’90. Ma soprattutto il sempre amatissimo Kevin Schwantz, al suo esordio nel motomondiale dopo anni di motocross e una esperienza relativamente breve sulle piste asfaltate, campionato AMA Superbike compreso. Pilota assolutamente funambolico quanto veloce, Kevin vinse il titolo della classe regina solo nel 1993, ma è un’idolo ancora oggi, anche per lo stesso Vale Rossi. In classifica compare ancora, ma solo al 20° posto, anche il grandissimo Freddie Spencer, l’ultimo pilota al mondo a vincere il mondiale sia nella classe 250 che nella 500, nel 1985. Dopodiché, il crollo verticale, per motivi ancora oggi inspiegabili.
Ci teniamo a menzionare anche “Rocket” Ron Haslam, piazzatosi quarto alle spalle di Lawson con la sofisticata Elf-Honda dalla futuristica ciclistica progettata dall’ingegner De Cortanze, ex Renault F1. Classe 1956, stimatissimo anche come collaudatore, e noto per le sue lunghe basette, “Rocket” Ronha terminato la stagione seguente all’11° posto, sempre con la Elf-Honda, e all’8° nell’89, ma con la Suzuki RG. Nel ’90 fu 15° con la Cagiva e nel ’91 fini 25°, evendo corso solo la gara di casa, a Donington, con la Norton Wankel. La sua unica, e ultima apparizione successiva fu ancora a Donington, cui partecipò come wild card con una Roc-Yamaha. Dopodiché Haslam senior passò con successo alle gare per moto derivate di serie a livello nazionale, prima di seguire a tempo pieno la carriera del giovane Leon, del quale ovviamente è sempre stato l’illustre consigliere. A maggior ragione ora che è pilota ufficiale del team Suzuki Superbike, cui ha già regalato la vittoria nella prima manche del mondiale 2010, a Phillip Island.

VIDEO LONE RIDER - PARTE 3:




Classifica Mondiale 500 anno 1987


1°   Wayne Gardner       (Aus)    Honda                178 punti
2°   Randy Mamola       (USA)     Yamaha              158
3°   Eddie Lawson          (USA)    Yamaha               157
4°   Ron Haslam              (GB)      Elf Honda             72
5°   Niall McKenzie        (GB)      Honda                   61
6°   Tadahiko Taira         (Jap)      Yamaha                56
7°   Christian Sarron       (Fra)      Yamaha                52
8°   Pier Francesco Chili (Ita)       Honda                  47
9°  Sunji Yatsushiro       (Jpn)      Honda                  40
10° Rob McElnea            (GB)       Yamaha               39
11° Roger Burnett           (GB)      Honda                  25
12° Didier DeRadigues   (Bel)      Cagiva                  21
13° Raymond Roche       (Fra)      Cagiva                  15
14° Kenny Irons               (GB)      Suzuki                   12
15° Kevin Magee             (Aus)     Yamaha                11
16° Kevin Schwantz        (USA)    Suzuki                    11
17° Takumi Ito                 (Jap)      Suzuki                   10
18° Mike Baldwin            (USA)    Yamaha                  6
19° Gustav Reiner            (Ger)     Honda                    5
20° Hiroyuki Kawasaki    (Jap)     Yamaha                   4
20° Freddie Spencer       (USA)    Honda                     4
22° Richard Scott              (NZ)      Yamaha                  2
23° Shinji Katayama         (Jap)     Yamaha                  2
24° Marco Gentile            (Svi)     Fior-Honda             1

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