KTM storica con Dungey: vince per la prima volta la 450 in Supercross

KTM storica con Dungey: vince per la prima volta la 450 in Supercross
Massimo Zanzani
Dopo il terzo posto di Anaheim l’ex pilota Suzuki ha regalato alla Casa austriaca la pri-ma vittoria Supercross; Musquin secondo nella Lites dietro a Wilson | M. Zanzani, Phoenix
16 gennaio 2012


All’interno dei mega stadi statunitensi non si erano mai visti musi così lunghi tra i rappresentanti dei team motorizzati Made in Japan e così radiosi in quelli dei personaggi vestiti in arancione. Dopo i successi riportati nel Mondiale motocross, e dopo aver lavorato a testa bassa per creare anche negli Stati Uniti una struttura in grado di puntare ai vertici delle gare americane, nel giro di una sola stagione la KTM ha infatti sbaragliato la fortissima concorrenza centrando la sua prima affermazione Supercross nella classe regina.


Una giornata memorabile quella di Phoenix, grazie all’impeccabile Dungey che in sella alla nuova SX-F 450 ha bissato la sua vittoria di due anni fa all’interno del Chase Field (la prima della sua carriera nella classe regina) dando così ragione alla Casa austriaca che ci aveva messo anima e corpo con enormi sforzi non solo economici per fare le scarpe all’agguerrita concorrenza del Sol Levante. C’era già riuscita nel 2011 diventando la Casa che ha venduto di più nel mercato d’oltreoceano per quanto riguarda le moto fuoristrada, ed è ora arrivata ai vertici delle competizioni con il trionfo di Dungey peraltro affiancata dal posto d’onore di Marvin Musquin nella 250.


La giornata del campione Supercross 2010 non si era aperta nei migliori dei modi, vista la scivolata e la quinta posizione spuntata in qualificazione, ma è bastato riordinare le idee e dare una sistematina alle sospensioni per ritrovare la fiducia e la determinazione che gli hanno permesso di mandare in porto una finale superlativa condotta al comando dall’inizio alla fine.


«Devo ammettere che la partenza al comando mi ha aiutato molto - ha commentato molto modestamente Ryan - anche perché i miei maggiori avversari sono rimasti attardati, ma io ci ho messo del mio, ho tirato subito nei primi giri e poi mi è bastato controllare la gara. E’ fantastico dedicare questa vittoria alla KTM, quando ho firmato per loro per me era un salto nel buio perché non avevo neppure provato la moto, ma ho creduto ciecamente in quello che mi avevano prospettato con così grande determinazione sostenuto dalla presenza di un manager come Roger De Coster, e i fatti mi hanno dato ragione. Certo oggi è solo una vittoria a sé e il campionato è molto lungo, ogni gara ha la sua storia, ma se non altro abbiamo visto che siamo sulla strada giusta ed è un risultato importante anche per il morale».


L’unico che poteva tenergli testa sarebbe stato Ryan Villopoto, il quale dopo la vittoria di Anaheim ha ribadito il suo ruolo di campione in carica firmando nel main event il tempo più veloce sul giro. Ma la corsa dell’ufficiale Kawasaki è stata decisa alla fine del primo giro dalla caduta nel tratto sabbioso di Davi Millsaps che pel di carota non è riuscito ad evitare finendo a terra a sua volta; nonostante il tempo perso ha recuperato alla grande dalle ultime posizioni vedendosi premiato col terzo gradino del podio alle spalle del sorprendente Jake Weimer che ha corso con precisione e tempi velocissimi per tutto l’evento. «Purtroppo non ho potuto evitare Millsaps perché è andato in terra in una frazione di secondo - ha spiegato Villopoto - un peccato in quanto io mi sentivo di poter vincere e la moto andava benissimo, almeno ho potuto fare un bel recupero anche se ero molto lontano di primi. Per vincere però devi stare coi piedi per terra e non fare errori, ma siamo solo alla seconda gara e guardo già con fiducia al prossimo evento».


Delusione invece per Chad Reed, che è partito male ma non è lo stesso riuscito a fare meglio di quinto, ma sopratutto per James Stewart che non ha mancato l’occasione per ribadire la sua predisposizione di bomba a orologeria. In qualifica ha staccato un tempo da urlo, ma poi oltre ad aver completamente sbagliato la partenza ed essere rimontato dal tredicesimo all’ottavo posto nel corso del sesto giro della finale è anche finito a terra transitando sotto la bandiera a scacchi ottavo dopo una gara altalenante, la stessa posizione che mantiene in campionato con 12 lunghezze di ritardo su Dungey e Villopoto.


Lites

Marvin Musquin
Marvin Musquin

Tiratissima come al solito anche la Lites, che ha però avuto nello scozzese Dean Wilson il protagonista assoluto capace di replicare la gara fatta da Dungey, ovvero partenza al comando e via sicuro di sé verso la bandiera a scacchi. La seconda piazza è andata a Marvin Musquin, che praticamente al suo secondo appuntamento indoor (lo scorso anno perse l’intera stagione per un incidente prima dell’inizio del campionato) ha fatto vedere quale sia il suo potenziale anche sulle piste artificiali. «Sono stracontento, perché la mia KTM è davvero fantastica - ha detto il francese iridato MX2 2010 - io mi sento bene sulla moto e ho una buona condizione fisica. Sono stato aiutato dalla mia buona partenza, ma devo dire che sono anche stato capace di risvoltare una giornata che non si era aperta del tutto bene. In prova infatti sono caduto e nella qualifica sono finito quinto, ma poi ho ammorbidito la forcella e dopo un buono spunto ho saputo controllare i miei avversari che mi incalzavano da vicino, specie Rattray e Tomac, mantenendo un buon passo considerando che Dean andava fortissimo. E’ stato bello salire sul podio prima di Dungey, così abbiamo tutte e due ripagato la KTM di tutto l’impegno che ci mettono per permetterci di arrivare a questi risultati».


Giornata in arancione


«E’ una giornata memorabile - è stato il commento del team manager KTM Roger De Coster che a stento è riuscito a trattenere le lacrime di gioia - per me, per i piloti, per la KTM e per i nostri sponsor ad iniziare dalla Red Bull che pur essendo abituata ai grandi risultati della Formula 1 oggi ha visto ripagata la fiducia che ha avuto anche per la nostra squadra. In solo una stagione siamo arrivati ai vertici del Supercross grazie ad un intenso e duro lavoro di squadra, tutti sia qui in America che in Austria ci siamo impegnati per far si che il risultato arrivasse e il sogno si è realizzato. Ora sia Ryan che Marvin non avranno più dubbi sulla moto e possono così schierarsi nelle prossime gare con la massima concentrazione e determinazione. Spesso al banco la moto può dare dei riscontri positivi, ma sono poi le vittorie che sanciscono la bontà del progetto e delle scelte e oggi è venuta la conferma positiva del nostro lavoro. Molti dei responsabili austriaci erano svegli nonostante la differenza di otto ore del fuso orario, e la prima telefonata mi è arrivata ancora prima di salire sul podio da Heinz Kinigadner. Per quanto riguarda gli altri, Villopoto ha fatto una finale fantastica e anche Weimer ha fatto una bella gara così come aveva già fatto la settimana scorsa ad Anaheim mettendo in luce una guida molto fluida e pulita. Reed invece è stato ok ma senza una buona partenza è stato incapace di recuperare come avrebbe dovuto, mentre per quanto riguarda Stewart è difficile da dire, ci prova duramente ed è molto veloce, ma da fuori sembra non si trovi completamente a suo agio sulla moto. Il fatto che dopo aver segnato il miglior tempo nel primo turno di prove libere non abbia disputato quello successivo per risparmiare energie o giocando di psicologia per far vedere agli altri di essere il più forte è stata una strategia che ritengo discutibile, e che avrebbe avuto un senso solo se poi avesse vinto la finale, ma così non è stato....».


Supercross 2.a prova (Phoenix, Arizona), Classifiche

Assoluta Supercross
1. Ryan Dungey, Belle Plaine, Minn., KTM
2. Jake Weimer, Rupert, Idaho, Kawasaki
3. Ryan Villopoto, Poulsbo, Wash., Kawasaki
4. Kevin Windham, Centreville, Miss., Honda
5. Chad Reed, Dade City, Fla., Honda
6. Andrew Short, Smithville, Texas, Honda
7. Trey Canard, Shawnee, Okla., Honda
8. James Stewart, Haines City, Fla., Yamaha
9. Brett Metcalfe, Lake Elsinore, Calif., Suzuki
10. Josh Hansen, Elbert, Colo., Kawasaki

Campionato dopo la prima prova
1. Ryan Dungey, Belle Plaine, Minn., KTM – 45
2. Ryan Villopoto, Poulsbo, Wash., Kawasaki – 45
3. Chad Reed, Dade City, Fla., Honda – 38
4. Jake Weimer, Rupert, Idaho, Kawasaki – 38
5. Kevin Windham, Centreville, Miss., Honda – 31
6. Andrew Short, Smithville, Texas, Honda – 29
7. James Stewart, Haines City, Fla., Yamaha – 28
8. Justin Brayton, Murrieta, Calif., Honda – 25
9. Josh Hansen, Elbert, Colo., Kawasaki – 22
10. Brett Metcalfe, Lake Elsinore, Calif., Suzuki – 22

Assoluta Lites
1. Dean Wilson, Menifee, Calif., Kawasaki
2. Marvin Musquin, Murrieta, Calif., KTM
3. Tyla Rattray, Wildomar, Calif., Kawasaki
4. Eli Tomac, Cortez, Colo., Honda
5. Cole Seely, Murrieta, Calif., Honda
6. Zach Osborne, Chesterfield, S.C., Yamaha
7. Jason Anderson, Edgewood, N.M., Suzuki
8. Nico Izzi, Menifee, Calif., Yamaha
9. Max Anstie, Hemet, Calif., Honda
10. Travis Baker, Temecula, Calif., Honda

Campionato dopo la prima prova
1. Tyla Rattray, Wildomar, Calif., Kawasaki – 42
2. Cole Seely, Murrieta, Calif., Honda – 41
3. Dean Wilson, Menifee, Calif., Kawasaki – 40
4. Marvin Musquin, Murrieta, Calif., KTM – 40
5. Eli Tomac, Cortez, Colo., Honda – 38
6. Jason Anderson, Edgewood, N.M., Suzuki – 28
7. Zach Osborne, Chesterfield, S.C., Yamaha – 27
8. Travis Baker, Temecula, Calif., Honda – 22
9. Nico Izzi, Menifee, Calif., Yamaha – 22
10. Max Anstie, Hemet, Calif., Honda – 17
 

Argomenti