BMW K 1200 R

Francesco Paolillo
Ormai ci siamo abituati. Che si tratti di auto oppure di moto, il design BMW, quello che "spacca" e che tanto fa discutere, è diventato una costante della casa di Monaco!
29 novembre 2006

I numeri, cioè le moto vendute negli ultimi anni, danno ragione a questa strategia. La K 1200 R non esce da questo "gioco", anzi conferma ulteriormente se mai ce ne fosse bisogno, le intenzioni della BMW di invadere settori un tempo ignorati, con prodotti dotati di grande personalità.
Lo scalpore suscitato inizialmente, i commenti senza via di mezzo o positivi o negativi (pochi gli indecisi), rispecchiano il look della K 1200 R e la linea seguita a Monaco durante il suo sviluppo. Personale, estrema e di rottura l'estetica. Con quel doppio faro che rappresenta solo l'antipasto per una moto che non assomiglia neanche lontanamente ad alcuna delle concorrenti. Il look ed anche la meccanica esibiscono ben più di un particolare, diciamo così, fuori dagli schemi.
Il quattro cilindri in linea inclinato in avanti (decisamente inclinato in avanti…ben 55 gradi) rappresenta sicuramente uno di questi "particolari", così come la forcella anteriore, o per essere più precisi il Duolever, che insieme al Paralever posteriore è una caratteristica delle quattrocilindri tedesche.
I "numeri" relativi alla K1200R sono di quelli che non passano inosservati, soprattutto se riferiti ad una nuda. 163 cavalli a 10.250 giri con una coppia di ben 127 Nm a 8.250 giri, sono il biglietto da visita del bialbero 16 valvole tedesco.
Una volta salito in sella, questi numeri vanno tenuti a mente… L'assetto di guida è decisamente comodo e l'ampio manubrio dal design particolarmente interessante infonde sicurezza, considerando il peso non proprio contenuto (237 i chili dichiarati) un ampio braccio di leva non si disdegna. Le leve regolabili permettono di personalizzare a piacimento i comandi.
I piedi a terra si poggiano senza particolari problemi, mentre la sella si distingue per l'ottima conformazione. Stessa cosa dicasi per il passeggero, che anche senza essere particolarmente "coccolato" può contare su di una sella comoda e su due maniglioni a cui "arpionarsi", a prova di lamentela.

Personale, estrema e di rottura l'estetica
Personale, estrema e di rottura l'estetica

Il ponte di comando, è caratterizzato dalla strumentazione misto analogico-digitale che offre di tutto di più, in termini di informazioni. Contagiri, tachimetro, temperatura liquido, rapporto inserito, orologio, contachilometri parziale-totale, livello carburante più le solite spie di servizio. Se vi sembra poco!
I comandi al manubrio, ergonomicamente studiati secondo i canoni BMW, sulle prime lasciano perplessi, ma con il passare dei chilometri risultano facili e intuitivi da utilizzare. Spicca sul blocchetto di sinistra, il comando per la regolazione elettronica dell'assetto ESA. Questo tasto permette di scegliere tra tre tipi di taratura delle sospensioni (confort, normal, sport) tenendo conto anche della presenza o meno del passeggero e di un eventuale bagaglio.
Per chi ha avuto modo di provarlo, si aprono nuovi orizzonti, e che orizzonti!

Pronti via!
Qualche istante a godere del suono rauco del quattro cilindri tedesco, che impressiona ad ogni apertura del gas e via lungo le vie cittadine. Come spesso accade, anzi ormai direi "come sempre accade" in casa BMW, a dispetto dei chili e delle dimensioni non proprio contenute, la K 1200 R si guida in maniera stupenda anche in città. Non vi aspettate un'agilità da quarto di litro, ma non temete di risultare impacciati nella guida per colpa di questa maxinaked. Il motore è senza ombra di dubbio fornito di coppia e cavalleria in abbondanza, ma ai regimi "cittadini", diciamo tra i 2.000 e i 3.000 giri presenta qualche incertezza di erogazione poco consona ad un 1200 plurifrazionato. Il cambio non spicca per silenziosità, ma gli innesti sono sempre precisi, mentre la frizione risulta abbastanza leggera da azionare. Durante le soste al semaforo è facile urtare con la gamba contro la paratia anticalore montata sul carter della frizione (nel caso indossiate degli stivali racing è facile urtare il carter anche durante la guida).
Avendo la possibilità di fuggire dalla città, la K 1200 R si trasforma letteralmente. I chili spariscono come per magia, e le incertezze del propulsore ai bassi regimi…anche. I percorsi extraurbani esaltano le qualità sia del quattro cilindri, che della ciclistica. La Kappa danza tra le curve mostrando un comportamento fluido e rotondo. Occhio a come si ruota la manopola del gas, perché la cavalleria abbonda a qualsiasi regime, con un picco dopo gli 8.000 giri che è simile all'accensione dei post bruciatori di un jet sino all’approssimarsi degli 11.000 giri indicati. Nel caso si esageri, si può sempre contare sull'intervento della coppia anteriore di dischi, che coadiuvati dal sistema sport-integral ABS permette di riparare a gran parte delle “sviste”.

Un gran bell’oggetto del desiderio la K 1200 R, concentrato di design e tecnologia per l’esordio BMW nel settore delle naked sportive

La modulabilità della frenata e la sensibilità dell'ABS, sono decisamente migliorate rispetto ai sitemi montati precedentemente sulle moto tedesche. Decisamente sottotono invece il disco posteriore, che anche se maltrattato risponde sempre in modo blando. All'aumentare dell'andatura l'impegno fisico e psicologico crescono di conseguenza, anche perchè le elevatissime prestazioni di questa BMW non vanno mai prese sottogamba. La possibilità di sceglier l'assetto più adatto alla strada ed al ritmo che stiamo tenendo è un must al quale difficilmente si può rinunciare. Basta un tocco del pulsante che comanda l'ESA ed ecco che si può passare da un assetto votato al comfort, per arrivare ad uno "tutto cordoli e staccate". Nella guida "brillante" la Kappa si dimostra equilibrata e priva di reazioni indesiderate, in qualsiasi frangente. Ottimo l’angolo di inclinazione che si riesce a raggiungere prima di sentire la pedane toccare l’asfalto. Al contempo però, emerge uno dei difetti, se così si può dire, della kappa: lo scarso feeling trasmesso dall'avantreno. Come succedeva con il Telelever, anche il Duolever filtra eccessivamente il comportamento del pneumatico anteriore, che pur rimanendo aggrappato alla strada, lo fa…sulla fiducia.
Nei trasferimenti Autostradali, territorio offlimits per le naked, la K si comporta meglio delle aspettative. Complice un cupolino maggiorato rispetto a quello montato di serie, la naked tedesca permette di usufruire di una discreta protezione dall'aria, anche alle velocità più elevate (e quando parlo di elevate vi assicuro che con questa moto lo sono decisamente!). Per cui anche per chi volesse utilizzare la K 1200 R come moto da turismo, nessun problema, basta montare le due borse laterali a volume variabile e via.

Un gran bell’oggetto del desiderio la K 1200 R, concentrato di design e tecnologia per l’esordio BMW nel settore delle naked sportive. L’esborso per mettersi nel box questo “giocattolino” non è di quelli trascurabili, ma sia per il concentrato di soluzioni tecniche all’avanguardia che per livello di finiture mi viene da dire che sono pienamente giustificati i 13.941Euro di esborso (optional esclusi).

 

Pregi
  • Guida - Potenza motore - Dotazione tecnica
Difetti
  • Freno posteriore
Al semaforo

  • L’atipicità di questa moto è innegabile e di conseguenza attrae chiunque. E poi quel suono rauco che esce dallo scarico

 

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  • Prezzo 14.550 €
  • Cilindrata 1.157 cc
  • Potenza 163 cv
  • Peso 237 kg
  • Sella 820 mm
  • Serbatoio 19 lt
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